Vaccini anti-influenazali, la regione è nel caos
Mentre scoppia il caos sui vaccini antinfluenzali e la sanità territoriale è in rivolta per i ritardi sulla Fase 2, Fontana e Gallera provano a spostare l’attenzione con la proposta di riaprire l’ospedale Covid della Fiera di Milano per i malati campani.
La struttura nella Fase 1 era diventata il simbolo degli sprechi e dei ritardi della gestione lombarda. Ieri sia il presidente della giunta Fontana che l’assessore al welfare Gallera hanno rilanciato la mano tesa alla Campania dell’avversario De Luca che a marzo e aprile non era stato tenero con la Lombardia.
Se si tratta di una boutade o no lo vedremo nei prossimi giorni. Fontana e Gallera intanto sono sotto accusa su tutti i fronti della sanità regionale. Sui vaccini antinfluenzali anzitutto. C’è allarme tra medici di base, farmacisti e operatori della sanità privata per le dosi che al momento sono insufficienti a coprire il numero di soggetti fragili. Soltanto i lombardi over 60 sono 2 milioni e 900 mila e attualmente Regione Lombardia dispone di 1 milione e 800 mila dosi per adulti e circa 500 mila per bambini.
Nei mesi scorsi cinque gare su nove sono andate deserte, un particolare su cui le opposizioni di centro-sinistra e il Movimento 5 Stelle chiedono di far chiarezza. Medici e virologi da mesi ripetono che quest’anno la vaccinazione anti-influenza è più importante degli altri anni perché con il vaccino si limitano i casi di influenza stagionale e si evitano sovrapposizioni con casi di dubbio Covid. Medici e farmacisti stanno temporeggiando, ma sono migliaia i cittadini lombardi a cui è stato detto di tornar tra quindici giorni per avere informazioni più certe. Per il vaccino invece bisognerà aspettare, forse, novembre. Anche il Comune di Milano ha avuto un duro scontro con la giunta lombarda sui vaccini antinfluenzali. «Da Gallera non mi sento tutelato come cittadino lombardo nel suo ruolo» aveva detto il sindaco Sala.
Al Comune erano stati promessi dalla Regione un certo numero di vaccini per i dipendenti comunali che nei giorni scorsi si è scoperto non essere disponibili. «Stiamo cercando di comprarli sul mercato» ha spiegato ieri la vicesindaca Anna Scavuzzo ma «evidentemente a ottobre i prezzi sono molto alti». La Regione stessa ha pagato le ultime dosi il quintuplo rispetto al normale prezzo di mercato: 26 euro per una dose invece di 5,90 euro. Secondo la vicesindaca di Milano c’è poi il tema dei tempi, «se compriamo oggi dei vaccini che ci arrivano a gennaio forse siamo un po’ lunghi».
La giunta Fontana ha accumulato ritardi nell’acquisto dei vaccini, ma non solo, secondo quasi 600 operatori sanitari regionali che hanno firmato una lettera pubblica nella quale denunciano carenze nell’organizzazione regionale della Fase 2. «Stiamo facendo gli stessi errori della Fase 1» denunciano. I firmatari chiedono in particolare di rafforzare la medicina del territorio per prevenire il possibile sovraffollamento degli ospedali e delle terapie intensive, uno dei fattori critici che hanno portato alla stage lombarda di marzo e aprile.
di Roberto Maggioni
da il Manifesto dell’8 ottobre 2020
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