Libertà, non cibo per i detenuti in Palestina
Da quasi due mesi senza mangiare.
Questa la clamorosa protesta di circa 2000 palestinesi, incarcerati nelle prigioni israeliani, per far arrivare la loro voce e sensibilizzare il mondo sulla condizione di ingiusta e inumana detenzione che essi vivono.
Lo sciopero della fame non è una “nuova” forma di dissenso all’interno del mondo carcerario (anche in Italia è spesso utilizzato); tuttavia, non si era mai vista una protesta così massiccia a livello numerico e di durata.
La detenzione di palestinesi nelle carceri israeliane è un problema di diritti umani profondamente importante, su cu organizzazioni come Amnesty International o Human Rights Watch si sono già pronunciate. La detenzione amministrativa, in particolare, desta molte preoccupazioni, in quanto avviene senza processo, e a tempo indeterminato. In una situazione di conflitto come quella Israelo Palestinese, che vede inoltre un chiaro squilibrio delle forze in campo, è molto probabile, se non certo, che questa prassi possa essere oggetto di abuso da parte delle autorità di una delle parti in conflitto (quella israeliana).
Le condizioni delle carceri israeliane, il trattamento dei prigionieri palestinesi e la detenzione di minorenni, spesso, sono stati al centro di dichiarazioni di preoccupazione da parte delle organizzazioni di difesa dei diritti umani internazionali: la difficoltà maggiore all’interno del conflitto Israelo-Palestinese è infatti quella di poter testimoniare, garantire secondo standard internazionali il rispetto dei diritti umani universali.
L’arbitrarietà utilizzata da Israele nell’esercizio di pratiche di arresto, detenzione, limitazione dei movimenti rende molto difficile, se non impossibile, qualsiasi intervento di “adeguamento” agli standard (dei diritti umani) internazionali che dovrebbero essere validi ovunque.
Oggi nella carceri israeliane sono detenuti 4700 palestinesi, molti dei quali non hanno avuto diritto a regolare processo. Nessuno di loro può ricevere visite, tutela legale e umana. Molti sono minorenni.
Si calcola che a partire dal 1967, siano stati arrestati in Israele 750 mila palestinesi, tra cui 23 mila donne e 25 mila bambini, pari a circa il 20 per cento della popolazione non israeliana dei territori occupati.
10 prigionieri sono già in fin di vita a causa di questo sciopero della fame.
L’unica cosa che possiamo fare è far arrivare la notizia di questa protesta a più persone possibile.
Per approfondire:
http://www.reset-italia.net/2012/05/10/obiettori-coscienza-israeliani-carceri-ai-palestinesi/
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