4 giugno – Assemblea pubblica verso il 20 Giugno #Cacciamoli
4 giugno, ore 19 @ ZAM, via Sant’Abbondio 10.
Assemblea pubblica verso il 20 giugno sotto Regione Lombardia.
#cacciamoli
Siete tutti e tutte invitati/e.
L’assemblea si terrà nelle due modalità possibili: in presenza a Zam (via Sant’Abbondio 10, Milano) e online (manderemo il link il giorno prima dell’incontro).
Qui di seguito l’appello.
Per sottoscrizioni e conferme di partecipazioni scrivere a questa pagina.
Vogliamo giustizia! – 20 giugno alle 15 sotto la Regione Lombardia!
Il 20 giugno 2020 siamo scesə in piazza per ribadire con forza il nostro dissenso rispetto alla disastrosa e criminale gestione dell’emergenza sanitaria di Regione Lombardia.
Un anno dopo torniamo sotto quel palazzo perché la giunta non si è mai assunta le sue responsabilità e il sistema socio-sanitario lombardo, nella gestione dell’onda lunga dell’emergenza, si dimostra ancora inefficiente e discriminatorio.
In Lombardia il numero di morti da Covid 19 è stato enorme: agli oltre 33.000 ufficialmente registrati vanno aggiunti i decessi legati ad altre patologie e alla mancanza di accesso ai regolari servizi di cura. Un anno dopo le famiglie sono ancora sole nella gestione delle fragilità, e i medicə e tutto il personale sanitario vivono ancora in uno stato di precarietà dopo i massacranti sacrifici legati alla gestione pandemica.
La salute in Lombardia e in tutto il nostro paese è diventata una macchina del profitto. La legge regionale 23 del 2015 è solo l’ultima tappa di un processo portato avanti fin dai primi anni duemila dalla politica leghista (Formigoni, Maroni, Fontana) che ha privatizzato la sanità sulla pelle delle persone, soprattutto coloro che non possono e non vogliono accedere ai servizi privati.
Nel corso degli ultimi decenni il taglio delle spese di manutenzione e risanamento delle strutture socio-sanitarie territoriali ed ambulatoriali è stato costante, mentre parte della spesa pubblica viene destinata a strutture private convenzionate.
Avevamo in Lombardia una rete capillare di medicina territoriale e di prevenzione, distrutta a favore di una visione “ospedalocentrica” che di fatto ha scavato un solco rispetto alla possibilità di accedere alle cure in maniera pratica e agevole o di prevenire le malattie.
Il numero di medicə di base, pediatrə, infermierə, e più in generale il personale sanitario si è dimostrato nel corso dell’ultimo anno notevolmente sottodimensionato rispetto alle necessità di cura.
Pensate che siamo ancora dispostə ad attendere pazientemente una risposta a tutte queste ingiustizie? No, non vogliamo e non possiamo più aspettare!
In questo anno e mezzo di crisi pandemica e sindemica le comunità si sono auto organizzate per sopperire alla mancanze regionali e municipali in relazione alla profonda crisi economico/sociale e sanitaria che stiamo vivendo.
Le brigate volontarie per l’emergenza, le varie brigate sanitarie e tutti i soggetti informali e non, ad oggi, proseguono un lavoro essenziale legato a virtuosi progetti di mutualismo nei territori. Dal basso stiamo provando a costruire i meccanismi di cura e supporto, partendo appunto dai bisogni che le nostre comunità esplicitano e a cui il sistema non dà una risposta.
Anche grazie a questa ripresa dei processi comunitari, siamo convintə che l’opposizione alla mercificazione del sistema sanitario debba necessariamente partire dal basso, con l’unico paradigma possibile: cura e sanità pubblica, comunità e mutualismo.
Siamo convintə che le comunità solidali e resistenti devono ricostruire una società della cura: una società ecologica, transfemminista e senza discriminazioni che possa prevenire pandemie e restituire dignità a noi tuttə.
Noi portiamo tutto il peso della perdita delle persone care, ma questo peso è anche il motore per agire un cambiamento reale, per evitare che non accada mai più. Le coscienze delle persone responsabili della gestione scellerata dell’emergenza ci sembrano invece fin troppo leggere. Questa indifferenza le rende disumane e così anche lo schifoso scaricabarile che si svolge sotto i nostri occhi.
Non siamo più dispostə ad accettare che Regione Lombardia e i suoi governanti continuino la criminale gestione della sanità lombarda, non siamo più dispostə ad aspettare che le cose cambino, proviamo a dare una spinta dal basso!
Ci vediamo tuttə il 20 giugno sotto la Regione!
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Sono d’accordo con quanto avete scritto. Mi piacerebbe essere informata.
Certamente questi vanno cacciati!