Antifascismo londinese: Ieri in migliaia contro la D-FLA
Le temperature fuori stagione e un cielo limpido hanno accompagnato le manifestazioni antifasciste mobilitate contro la marcia della D-FLA, la Democratic Football Lads Alliance (alleanza democratica dei tifosi), organizzata ieri nel pieno centro di Londra.
Formazioni militanti antifasciste, assemblee femministe, sindacati, organizzazioni antirazziste hanno radunato circa tremila persone riuscendo nell’intento di bloccare parte del corteo della DFLA contribuendo al fallimento della marcia fascista.
Solo alcune centinaia di ultras sui 1500 partecipanti sono stati in grado di raggiungere la fine del corteo a Whitehall, dove un ingente schieramento di polizia ha di fatto circondato e scortato diversi gruppi verso pullman e treni. Un flop su tutti i fronti per la D-FLA, nata nel 2017, e abituata a partecipazioni ben al di sopra dei 1500 di ieri.
Le origini della D-FLA, allora solo FLA, risalgono a quando un gruppo di tifosi del Totthenam chiamò alla mobilitazione contro tutti gli estremismi dopo gli attentati di Londra rivendicati dall’Isis. Il motto che accompagna la D-FLA dalla sua nascita è l’unione di tutti i tifosi oltre le rivalità, oltre ogni estremismo, ma in realtà fin da subito il sentimento anti musulmano è preponderante. Un’ambiguità che rimane inizialmente irrisolta, ma che permette all’alleanza di mobilitare più di 30mila persone a Londra nell’ottobre 2017. Un numero mai visto per organizzazioni di questo tipo.
Ad oggi, pur rimanendo formalmente contro tutti gli estremismi, l’alleanza si colloca sempre più nettamente nell’ambito dell’estrema destra, seguendo un copione già visto con l’English Defence League, il predecessore della D-FLA. Non è un caso infatti che buona parte dei militanti che scendevano in piazza con l’EDL risponda oggi alla chiamata della D-FLA.
L’English Defence League nasce a Luton nel 2009, mobilitandosi inizialmente contro l’estremismo islamico. Come la D-FLA, l’EDL si proclama “not racist not violent not far-right” ma i casi di violenza e razzismo durante le mobilitazioni si molitiplicano, rendendo vani i tentativi di pulizia dell’immagine pubblica della formazione, portandone alla demonizzazione collettiva e al venir meno di un supporto oltre le frange più estreme del tifo inglese. Come l’EDL, anche la D-FLA si macchia di episodi di violenza, gli ultimi lo scorso luglio a Londra quando i partecipanti ad una manifestazione per la liberazione di Tommy Robinson, il leader dell’ex EDL, hanno aggredito un sindacalista e molestato un’autista di autobus perché portava il velo. Buona parte dello svelamento della vera natura di queste formazioni è da attribuirsi alle mobilitazioni antifasciste che riescono non solo nell’intento di ostacolare e di impedire queste formazioni razziste, ma anche di renderne evidenti le radici nazionaliste e intolleranti.
La mobilitazione antifascista di ieri può aver assestato il colpo mortale alla D-FLA. Ma la guardia non va abbassata: come si è visto con il passaggio di testimone da EDL a D-FLA, altre formazioni potrebbero nascere in futuro. Ciò che è certo è che il terreno di ambiguità in cui queste formazioni si muovono si fa sempre più ampio, il confine tra razzisti di strada e partiti istituzionali come l’UKIP si sfuma sempre più.
Se lasciate senza opposizioni un giorno queste formazioni passeranno dal doversi ripulire dal razzismo a rivendicarlo apertamente.
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