Metti che… La differenza di classe
Metti che è un mercoledì qualsiasi. Metti che non puoi permetterti di studiare dal mattino, perchè lavori part time. Metti che finisci il capitolo che è mezzanotte inoltrata; metti che casa tua è a 8 fermate di 90 ed il tuo cellullare non è così carico da poterti distrarre da quel senso di angoscia che hai nel tenere le chiavi in mezzo alle dita con la mano nascosta nella tasca. Metti che l’unico tuo servizio di sicurezza disponibile è la tua freddezza, quel mazzo di chiavi in mano e forse – se la batteria regge – la chiamata a qualche tua amica per chiederle di farti compagnia o anche solo per avere la certezza di sapere che qualcun* è dall’altra parte.
Ora metti che sei un* studente in piena sessione invernale MA ALLA BOCCONI; metti che esci dall’aula bunker – che la tua università mette a disposizione per * suo* student* 24/7; metti che la presenza dell’università in quel quartiere lo ha reso sempre più gentrificato; metti che c’è uno studentato per bocconiani a 400 metri dall’università ed un palazzo di case popolari poco più avanti; metti che uscire dall’aula studio alle 3 di notte ti spaventa, perchè in giro c’è gente del quartiere, quella che lì ci ha sempre vissuto, e ti mette un po’ a disagio: non sono bocconian*, non sono bianch*, non sono ricch*, non sono come te; metti, però, che la tassa universitaria solo per il primo anno triennale si aggira sui 15K e che ti hanno insegnato nella vita che se paghi hai diritto ed accesso a tutto; metti che paghi qualcuno che ti accompagni a casa.
Si chiama differenza di classe.
Si chiama privilegio.
Si chiama preservare il proprio piccolo mondo dorato.
Si chiamano barricate. E siete dall’altra parte.
* foto in copertina tratta da https://twitter.com/bucciadraws
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