Sciopero dell’affitto per cambiare la normalità

L’emergenza per il Covid-19 ha imposto al Governo di prendere con urgenza varie misure economiche. Se da un lato si è prontamente pensato alle imprese e ai grandi imprenditori, dall’altro osserviamo che troppo poco è stato fatto per i precari e per chi è rimasto senza reddito. Tra le tante mancanze, si nota la totale assenza di interventi sostanziali in materia di utenze e affitti ad uso abitativo, che finisce per lasciare numerose persone nell’incertezza, mentre bollette e canoni incombono minacciosi. Ad oggi, i sindacati degli inquilini stimano che siano più di 200.000 le famiglie a rischio sfratto per morosità, cui bisogna aggiungere tutti quei singoli che vivono lontani dal nucleo familiare per motivi di studio e di lavoro.

Per far fronte a questa situazione sono sorte importanti campagne social, che si inseriscono nella più ampia cornice di mobilitazione internazionale “RentStrike” lanciata negli USA e subito ripresa anche in Spagna, che chiama allo sciopero degli affitti per il mese di aprile.  La partecipazione è stata larga: numerosi studenti fuori sede e non, lavoratori e lavoratrici rimasti senza reddito, sindacati degli inquilini e comitati per la difesa delle occupazioni abitative. Nonostante le restrizioni che limitano enormemente le possibilità di incontro, la condivisione di intenti e difficoltà si è quindi concretizzata in spazi virtuali di aggregazione e rivendicazione. Un esempio tra i tanti è il gruppo Facebook “Emergenza affitti e bollette Covid-19”, che all’inizio del mese ha lanciato un count-down simbolico verso il 5 Aprile – assunto comunemente come il giorno per pagare il canone – per manifestare il bisogno di provvedimenti urgenti e risolutivi. Parallelamente, si sono create reti di solidarietà che hanno intrecciato le proprie competenze per immaginare strumenti di mutuo aiuto – consulenze legali, formazioni in streaming e sportelli virtuali – con l’obiettivo di fornire soccorso e consigli a chi vive le situazioni più critiche. 

Grazie al moltiplicarsi di iniziative come queste, il governo ha decretato una sospensione degli sfratti fino al 1 settembre, che ci permette di prendere tempo e avviare trattative per la riduzione del canone con i rispettivi proprietari di casa. A ciò si aggiunge l’approvazione in Senato, in data 09/04, di un odg che, almeno sulla carta, impegna il governo a stanziare “ingenti” risorse per il contributo affitto, cui si sommeranno misure mirate specificatamente al sostegno degli studenti universitari fuori sede tornati nelle città di residenza. Si tratta di prime vittorie di una mobilitazione che fin da subito si è mostrata coinvolgente e trasversale a tutta la società. Tuttavia, restano ancora alcuni nodi da sciogliere.

Innanzitutto, l’ammontare effettivo di questi interventi e l’estensione della platea dei beneficiari: perché siano davvero efficaci è necessario che le misure in cantiere siano sganciate dalla situazione occupazionale e di status di chi vive in affitto. Sarebbe ad esempio inaccettabile se, come già prevede il piano della Regione Lazio, nella legislazione nazionale fosse inserito tra i requisiti per l’ottenimento del contributo affitto la presentazione di un regolare contratto di locazione. Si tratterebbe di un’ingiusta criminalizzazione di chi si trova costretto da padroni di casa disonesti ad accettare di vivere in nero. Allo stesso tempo, urge riflettere sui criteri tramite cui direzionare questi fondi, con l’obiettivo di differenziare le misure in base all’ammontare complessivo delle proprietà dei padroni di casa. Possiamo immaginare che tali fondi integrino le mancanze di chi vive presso piccoli proprietari, mentre diventi obbligatorio per i grandi proprietari  ridurre del 50% il canone concordato con gli affittuari, senza accrescere la spesa pubblica?

A ciò si accompagna il problema del finanziamento di questi interventi. Diventa sempre più centrale all’interno del dibattito pubblico il tema dell’indebitamento cui incorreranno gli Stati e le persone per far fronte all’emergenza in atto. È possibile, dentro un percorso per il diritto all’abitare, gettare le basi per un ripensamento complessivo della fiscalità, che attinga direttamente ai grandi patrimoni e così aggirare lo scoglio dell’indebitamento pubblico che, nelle fasi successive alla crisi, comporterà ulteriori tagli ai servizi essenziali?

Infine, se sul fronte degli affitti qualcosa sembra muoversi, rispetto alle spese per luce, gas, acqua e internet la discussione non è nemmeno avviata. Con lo scoppio dell’emergenza stiamo vedendo come buona parte dei soldi risparmiati finiscano spesso impiegati per soddisfare i bisogni più essenziali. L’emergenza, unita all’obbligo di stare tutto il tempo in casa, comporta un aumento vertiginoso del costo della vita a fronte di un compressione sostanziale dei redditi. Urge rivendicare un blocco tempestivo delle bollette e delle morosità per insolvenza, che coinvolga tutte le grandi multinazionali dell’energia come Eni ed Enel – che oltre a vantare utile elevati, giovano di importanti partecipazioni statali –, le aziende locali dell’acqua e i giganti  dei servizi telefonici e web. 

Quelle fin qui tratteggiate sono solo alcune delle questioni che premono su quanti in questo momento vivono in affitto e sono costretti a navigare a vista tra un sacrificio e l’altro. Consapevoli che le situazioni siano più complesse di quanto è possibile descrivere nello spazio di un articolo, crediamo sia arrivato il momento che gli inquilini sparsi per tutto il paese si ritrovino a discutere insieme sui modi e contenuti per trovare soluzioni ai molti problemi cui tant* sono incappati in questo mese e più di lockdown. È così che, a partire dal gruppo fb “Emergenza affitti e bollette Covid-19”, si è pensato di convocare un’assemblea telematica sul tema degli affitti e delle bollette in data 15/04. La chiamata vuole avere un ampio respiro – saranno infatti presenti alcun* esponenti dei percorsi di sciopero che si stanno dando in Spagna, Usa e Francia -, riflettere e immaginare idee e azioni sulle rivendicazioni che riteniamo fondamentali e su come portarle avanti tutt* insieme!

Emergenza affitti e bollette Covid19

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Una risposta a “Sciopero dell’affitto per cambiare la normalità”

  1. Jade Par ha detto:

    Non posso pagare affito la casa perche non ho piu lavoro,grazie

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