I comitati territoriali solidali ai No Tav: parla un ragazzo del Presidio della Martesana
1.Perché una persona giovane come te s’impegna tanto per il suo territorio?
Perché pensiamo che a causa della deindustrializzazione diffusa e del tramonto della centralità della fabbrica, l’autodeterminazione dei territori e dei ceti popolari rappresentino la nuova avanguardia del conflitto sociale
2.Quanto tempo dedichi a questa causa?ù
La nostra esistenza
3.Ci puoi parlare della storia del presidio della martesana e del comitato che sta dietro ad esso?
il Presidio Martesana nasce il 13 aprile 2011 dopo aver constatato che qualunque opposizione istituzionale o assembleare alla devastazione dei nostri territori è risultata inefficace.
Il coordinamento dei comitati contro la Tem nasce invece dieci anni fa ad opera di alcuni compagni che già allora si erano resi conto della centralità della lotta contro le grandi opere e del collegamento che esse hanno con la trasformazione del territorio e del mercato del lavoro.
4.La composizione del tuo comitato: anziani, giovani, personalità..? Ce la descrivi?
Non siamo un comitato, siamo un Presidio. Il collettivo del presidio è composto prevalentemente da giovani studenti e lavoratori; ma l’esistenza stessa del presidio è resa possibile dalla grande solidarietà che ci viene quotidianamente dimostrata da ogni fascia sociale e generazionale. Particolare rilevanza riveste il supporto che riceviamo dagli agricoltori e dai produttori della zona.
5.Quali le difficoltà che incontri ogni giorno nell’affrontare questa lotta?
Le difficoltà che ogni lotta comporta: economico, in quanto non abbiamo sponsor ma ci autofinanziamo. Organizzativo, in quanto il lavoro di radicamento nel territorio comporta un grosso investimento di risorse. Ricerca e controinformazione, in quanto ci ritroviamo a ricominciare un percorso di analisi e di studio della realtà in un territorio dove le forze che storicamente hanno guidato l’opposizione sociale sono o del tutto scomparse o comunque in forte decadenza.
6.Perché è importante secondo te la partecipazione al corteo di sabato?
Siamo solidali a tutte le realtà che lottano per l’autodeterminazione dei propri territori. La nostra solidarietà è ancora più forte verso quei compagni che sono stati privati della libertà per aver partecipato a queste lotte.
7.La Lotta No Tem e No Tav parlano la stessa lingua? Che cos’hanno da dire in comune?
Parliamo la stessa lingua, perché la nostra lotta è anche la loro lotta. Ci opponiamo infatti ad ogni autoritarismo che impone grandi opere contro la volontà di chi quei territori li abita.
8.Che cosa vorresti dire a chi ti dice che questa grandi opere porteranno crescita e sviluppo?
Dalle nostre ricerche e da un attivo confronto con le forze sindacali, ci risulta invece che le “Grandi opere” portano una forte perdita di lavoro nei comparti industriali e terziari tradizionali, a fronte di un limitato incremento occupazionale nel settore della logistica e dell’edilizia. Questi peraltro sono denotati da una scarsità di diritti e da condizioni di lavoro estremamente precari che rischiano di contagiare tutti gli altri settori lavorativi.
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