Lo sciacallo torna in pista. La saga continua

Sulla Cronaca di Torino de La Stampa, il 19.07. 2012 è comparso un articolo dal titolo «La Giustizia è un teatrino» Le stesse parole di 36 anni fa” firmato da Massimo Numa.

L’inesattezza, la scorrettezza e la falsità di quanto scritto dall’Autore non hanno bisogno di commento, dimostrando solamente l’assenza di professionalità da parte dell’Autore.

Pubblichiamo di seguito l’articolo di smentita pubblicato su notav.info, il comunicato politico di Zam – Zona Autonoma Milano, Ambrosia, LabOut Milano, Lambretta Occupata, Rete Studenti Milano, Milano in Movimento, la richiesta di rettifica alla Stampa da parte degli Avvocati difensori di Niccolò Garufi e, infine, l’articolo in questione di Numa.

 

–          Articolo notav.info

Finalmente dopo alcune settimane sottotono Massimo Numa, spulciando il web, su siti sconosciuti ai più, scopre una lettera sulla quale perché il pool legale perché buona parte dei coimputati hanno avuto occasione di confrontarsi, ricamandoci il suo trito e ritrito articolo su brigate rosse, sparatorie varie e proclami combattenti.

Si cerca in questa maniera di spezzare l’unità che caratterizza le scelte degli imputati/e inserendovi elementi di un teatrino già visto e oggi totalmente fuori dai tempi. Si cerca di delegittimare il Movimento Notav usando i soliti titoloni da “scoop”,  mettendo in secondo piano la ben più importante e significativa conferenza stampa della comunità montana e/o il processo della baita.

Per rendere la notizia ancora più appetitosa e minacciosa lo sciacallo si inventa la bufala di un Notav sotto scorta perché avrebbe patteggiato.

Guido Fissore, imputato Notav afferma che la bufala, oltre ad essere falsa e tendenziosa, (di vero c’e’ solo il patteggiamento del Notav) “insinua il dubbio che alcuni Notav possano aver minacciato Nicolò per la scelta fatta. Scelta sua personale che non condividiamo ma che nulla toglie al fatto che Nicolò sia un Notav e che sarà sempre il benvenuto in Val Susa“

 

–          Comunicato Zam – Zona Autonoma Milano, Ambrosia, LabOut Milano, Lambretta Occupata, Rete Studenti Milano, Milano in Movimento

 

In relazione all’articolo apparso oggi su “La Stampa” di Torino, secondo il quale Niccolò Garufi (uno degli arrestati del 26 gennaio nell’operazione contro i No Tav e scarcerato solo da pochi giorni dopo più di due mesi di carcere e tre ai domiciliari) sarebbe costretto a girare con la scorta della Digos in virtu di fantomatiche minacce ricevute per le sue scelte processuali, teniamo a precisare quanto segue:

-Niccolò non ha mai ricevuto minacce da nessuno, nè durante il suo periodo passato a San Vittore, nè tantomeno durante gli arresti domiciliari (caratterizzati tra l’altro da asfissianti limitazioni che gli impedivano ogni forma di comunicazione con l’esterno);

-le scelte processuali, anche quando diverse tra loro, sono state fatte sempre nel confronto tra gli avvocati e tra le realtà di riferimento degli imputati, senza mai giungere ad alcun tipo di tensione, in ogni momento, compresi quelli in cui si sono evidenziati punti di vista diversi;
-forse certe farneticazioni sono frutto del malcelato piacere di vedere il movimento no tav diviso e in difficoltà: non è così, non lo è nè sul fronte processuale (conclusosi oggi con i rinvii a giudizio degli imputati) nè in Val di Susa dove si stanno già svolgendo numerose iniziative e dove soprattuto saremo presenti nei prossimi giorni per prendervi parte così come sempre fatto in passato;

-a noi sembra di aver visto sempre e solo una scorta: quella di polizia e carabinieri ai cantieri della Tav in Val di Susa. 

 

Niccolò da pochi giorni può finalmente uscire di casa: incontra amici e compagni, finalmente può riabbracciare tutti e ritornare alla sua comunità politica e alle sue lotte. Questa è la realtà delle cose, finalmente. Tutto il resto è noia!

 

Zam – Zona Autonoma Milano

Ambrosia

LabOut Milano

Lambretta Occupata

Rete Studenti Milano

Milano in Movimento

 

–          Rettifica Avvocati difensori

 

Egregio Direttore,

con riferimento all’articolo da Voi pubblicato in data 19.7.2012 a pagina 49 della Cronaca di Torino de “La Stampa” intitolato “«La Giustizia è un teatrino» Le stesse parole di 36 anni fa”, redatto dal giornalista Massimo Numa, faccio presente, in nome e per conto del nostro assistito, Niccolò Garufi, quanto segue.

Nell’anzidetto articolo, nel paragrafo intitolato “Un solo patteggiamento” si afferma: “L’unico imputato No Tav che ha scelto di patteggiare si muove sotto scorta della Digos per paura di ritorsioni”.

A tal proposito vogliamo precisare non solo che è del tutto destituita di fondamento la detta affermazione secondo la quale il signor Garufi si muoverebbe sotto scorta al fine di evitare rappresaglie, ma anche che la stessa appare profondamente lesiva dell’immagine del signor Garufi che si è sempre riconosciuto e continua coerentemente a riconoscersi nel movimento No Tav nonché dello stesso detto movimento che viene, in tal modo, fatto apparire come capace di porre in essere addirittura ritorsioni nei confronti di propri esponenti.

Per tali ragioni e al fine di garantire una corretta informazione sulle vicende che hanno visto coinvolto il nostro assistito Niccolò Garufi chiediamo che, ai sensi, per gli effetti e nelle forme di cui all’art. 8 della legge 8 febbraio 1948 n. 47, vogliate pubblicare quanto segue:

“Con riferimento a quanto riportato nel paragrafo “Un solo patteggiamento” dell’articolo pubblicato a p. 49 della Cronaca di Torino de “La Stampa” del 19.7.2012, intitolato “«La Giustizia è un teatrino» Le stesse parole di 36 anni fa”,  si deve precisare che non è vero che Niccolò Garufi ‘si muove sotto scorta della Digos’ e che abbia ‘paura di ritorsioni’. Il signor Garufi non ha mai ricevuto minacce o pressioni da chicchessia né durante il periodo trascorso in carcere, né, tantomeno, nel periodo in cui è stato sottoposto a regime di arresti domiciliari. La sua scelta processuale è stata il frutto di una serena decisione assunta in esito a un puntuale confronto con la propria realtà di riferimento e comunicata e discussa anche con gli altri imputati e i loro difensori nel pieno rispetto delle scelte processuali di ciascuno.”.

Distinti saluti.

Torino, 19 luglio 2012.

avv. Roberto Macchia                   anche per                                avv. Mirko Mazzali

–          Articolo La Stampa 19.07.12 

stampa_19.7.12

 

 

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