25 settembre – Mobilitazione della scuola
LA SCUOLA SI MOBILITA
Per una scuola pubblica, dei diritti, femminista ed ecologista
Durante i mesi di lockdown la scuola è stata abbandonata a se stessa portando così alla luce problematiche già presenti da anni. Vogliamo che la scuola torni a essere una priorità, al centro del dibattito pubblico. E’ necessario mobilitarsi tutte e tutti!
Lanciamo per questo, il 25 settembre, la mobilitazione della scuola.
Promuoviamo un corteo unitario, una PIAZZA UNICA E INCLUSIVA che comprenda le rivendicazioni di ogni studentessa e studente, di ogni lavoratore e lavoratrice in ambito scolastico.
Vogliamo una scuola pubblica
Il sistema scolastico è incredibilmente classista ed esclusivo: questo a causa di un processo di smantellamento della scuola iniziato a causa di tagli e controriforme a opera di governi sia di destra che di sinistra e proseguito con la riforma “Buona Scuola” del 2015, il quale ha aperto la scuola ai privati con l’alternanza scuola lavoro: un’attività che ha il solo obiettivo di abituare studenti e studentesse al mondo del precariato,
Vogliamo una scuola dei diritti
È necessario che all’interno della scuola sia tutelato il nostro diritto alla salute. Devono essere messe in sicurezza le strutture scolastiche già presenti e spesso pericolanti, che minacciano l’incolumità di chi vive la scuola tutti i giorni. Deve essere inoltre ripensata l’organizzazione delle singole classi, in primis eliminando le “classi pollaio”, ovvero classi con troppi alunni che rendono difficile lo svolgimento delle lezioni – anche per gli insegnanti – e che creano un meccanismo di selezione degli studenti tra coloro che risultano più bravi e i più “deboli” alimentando un clima scolastico sempre più competitivo e invivibile.
Queste classi eccessivamente numerose non sono inoltre più pensabili nel momento in cui è necessario rispettare il distanziamento sociale.
Chiediamo al governo e alla ministra Azzolina di attuare interventi strutturali nelle nelle scuole stesse anziché banchi a rotelle o spazi esterni non scolastici per ospitare le classi.
Vogliamo anche avere la certezza che il diritto all’istruzione sia garantito per tutt* in ogni situazione: per questo, nell’ipotesi di una seconda ondata pandemica, vogliamo che a tutt* gli/le student* sia garantito l’utilizzo di uno strumento elettronico in comodato d’uso e ulteriori fondi per permettere ciò.
Infine, vogliamo che la scuola non sia il luogo di sfruttamento di nessuno: per questo chiediamo l’assunzione di tutti i precari e le precarie della scuola, e i lavoratori e lavoratrici delle scuole d’infanzia, come previsto dalla direttiva europea n. 70 del 1999 e successiva sentenza, per garantire continuità didattica e relazionale.
Vogliamo una scuola femminista
Sono principalmente donne le insegnanti, le educatrici, le collaboratrici scolastiche precarie che hanno garantito il servizio pubblico affrontando un’emergenza inedita.
Come le madri in smartworking, hanno sostenuto i propri figli durante la DAD, costrette al contempo a mantenere produzione e profitti aziendali, senza ricevere alcun ammortizzatore sociale.
Vogliamo una scuola ecologista
Stiamo attraversando una crisi climatica e ambientale disastrosa, che sta minando la sopravvivenza del genere umano e di tutte le altre specie.
Ora più che mai la scuola deve educare all’ecologia, in modo che studenti e studentesse abbiano gli strumenti per poter superare il modello capitalista, costruendo un sistema realmente sostenibile.
L’educazione ambientale non deve essere tenuta da enti colpevoli di devastazioni ambientali in tutto il mondo, e per questo protestiamo contro accordi come quello dell’Associazione Nazionale Presidi, che ha dato in mano a questa azienda la formazione dei docenti sul tema ambientale.
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