8-9 marzo: cosa succede a Milano e perché

Con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1* marzo 2020 sono state prorogate le misure emergenziali riferite alla emergenza epidemiologica da Coronavirus.


Perché l’8 marzo a Milano non ci sarà un corteo (spoiler: ma sarà ugualmente una giornata di mobilitazione transfemminista, leggi fino in fondo ):

Pur in contrasto con l’approccio securitario all’emergenza, ci rifiutiamo di sostenere la retorica abilista che minimizza i rischi del contagio perché reali solo per le persone vulnerabili.
Ogni soggettività vulnerabile è nostra alleata e la nostra lotta è di tutt* e per tutt*. In questo contesto un corteo sarebbe escludente: per chi è ammalat*, per chi ha paura, per chi è sol*
Abbiamo assolutamente chiaro che il sistema sanitario pubblico lombardo è vicino al collasso. La responsabilità di questo collasso è delle politiche liberiste di Regione Lombardia che da decenni erode ed espropria la sanità pubblica a favore di un privato che si rivela per quello che è: inutile e dannoso. Questa epidemia sta evidenziando che anche in caso di pericolo per la salute collettiva sono gli ospedali pubblici quelli attrezzati per emergenze come l’attuale e sui quali ricade tutto il carico dell’emergenza stessa. Per questa ragione rivendichiamo l’importanza e la necessità di una sanità pubblica adeguatamente finanziata, che sappia mettere al centro il benessere e la prevenzione, non solo la risposta alla malattia.
Questo non toglie anzi ribadisce che oggi la responsabilità di limitare il contagio e di prenderci cura le une delle altre sia di tutt*, anche per poter puntare il dito verso i responsabili della devastazione del welfare e della diffusione del panico strumentalmente oltre misura.


Perché non ci siamo opposte al divieto di sciopero produttivo e sindacale:

La quarantena in cui ci troviamo da giorni amplifica la precarietà: scuole chiuse, servizi sanitari in difficoltà, lavoro di cura elevato all’ennesima potenza, smartwork, telelavoro, sospensione dei contratti, interruzione forzata del lavoro… tutto questo si traduce in una drastica riduzione di redditto per tutte quelle soggettività che già normalmente faticano ad arrivare alla fine del mese.
Per questo crediamo che pretendere un altro giorno senza salario sia non solo velleitario ma, soprattutto, insostenibile. Pensiamo anche che sia estremamente pericoloso invitare persone a scioperare senza poter dare garanzie sulla validità della copertura sindacale.


Perché, nonostante tutto questo, l’8 marzo sarà giornata di mobilitazione transfemminista:

A un momento di crisi che ci vuole sol*, isolat*, impaurit* rispondiamo costruendo legami e alleanze, rispondiamo con pratiche di cura collettive e ribelli.
Anche grazie a questi quattro anni di sciopero transfemminista abbiamo potuto vedere quanto questa emergenza metta in luce le disuguaglianze e le oppressioni quotidiane, e per questo non rinunciamo a prenderci due giorni di mobilitazione che sappiano interrompere gli automatismi emergenziali e darci il tempo di fermarci, ma insieme.
Questo virus non ferma l’8 marzo, semplicemente perché combattiamo contro un virus molto più pericoloso, che ogni giorno abusa dei nostri corpi, ci uccide, denigra, molesta, sottopaga, schiavizza con orari spesso disumani e ricatti sul lavoro.
Alla distopia del contagio rispondiamo come anticorpi mutanti: giorno dopo giorno stiamo costruendo iniziative, azioni, performance. Da tempo alimentiamo spazi sicuri per le donne e per tutt*, organizziamo incontri di prevenzione della violenza nelle scuole, occasioni di confronto nei posti di lavoro, pratiche di sorellanza, solidarietà e mutuo soccorso. Continuiamo a farlo.

La nostra riflessione è in divenire, per questo vi chiediamo di costruire insieme a noi nuove forme per l’8 marzo: condividete le vostre proposte, seguiteci per sapere a cosa stiamo lavorando. Una cosa è certa: nessun@ è sol@, l’otto marzo non staremo in casa, l’otto marzo non staremo da sole.

…A breve maggiori informazioni!

Non Una Di Meno Milano

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