Covid19 – Scriviamo il futuro insieme perché sennò non ci sarà
Continua il lavoro di inchiesta e raccolta testimonianze che ha l’obiettivo di rendere visibile quello che chi governa Stato, Regione e Comuni avrebbe voluto tenere sotterrato.
Siamo partit* dalla condivisione del racconto di una donna, una compagna che, a causa della gestione killer della sanità da 30 anni a questa parte, ha perso suo padre, rimasto travolto da una spirale di inadeguatezza del sistema sanitario nel prendersi cura della vita di un uomo e delle persone a lui vicine.
Oggi vogliamo essere megafono di Brega, tecnico del soccorso presso l’ospedale Niguarda a Milano.
Nel suo contributo audio, che invitiamo ad ascoltare con attenzione, a rifletterci e avviare una riflessione personale e collettiva a riguardo, Brega sottolinea e coglie alcuni punti fondamentali che ci teniamo a riportare ed evidenziare a nostra volta.
Non si parla di epidemia, o meglio, epidemia è un termine improprio, in quanto non ci troviamo davanti ad un problema meramente sanitario. Ci sono responsabilità in relazione all’aggravarsi di questa situazione sanitaria emergenziale, responsabilità nelle morti, nella violenza del contagio.
Dobbiamo parlare di strage.
Responsabile di questo è il “Sistema Formigoni”, un meccanismo portato avanti poi nel corso degli anni da vari governatori e dove destra e sinistra lombarde hanno le stesse responsabilità, perché sostenitrici della stessa logica del profitto.
E’ il modo di intendere la sanità da Cl e Lega e tutti gli altri in colonna che fa sì che oggi siano solo 5 le persone ad essere dipendenti statali tra i tecnic* del soccorso, che svolgono un duro ruolo senza una categoria Inail definita e quindi senza possibilità di essere riconosciut* come ammalat* sul lavoro, o peggio mort* sul lavoro.
I tagli alla sanità pubblica, il trasferimento al settore privato delle prestazioni sanitarie, anche di quelle base come pap test, screening e esami del sangue, lo smantellamento della rete de* medic* di base ridotti ad essere filtro di smistamento delle richieste di visite specialistiche e non più persone fondamentali nell’educazione alla cura al di là degli interessi farmaceutici sono tra i fattori che hanno portato al collasso le strutture sanitarie in periodo emergenziale.
Le decisioni scellerate relative alle RSA, all’accordo politico-sindacale di metà marzo, per cui persone potenzialmente positive sono state costrette a lavorare fino alla comparsa di sintomi secondo un ricatto “vitale” per cui: No febbre = No tampone, alla volontà di non chiudere immediatamente certe zone, come quella bergamasca, sono scelte prese da persone incompetenti che hanno una visione della sanità come miniera d’ora.
I lavorator* del settore sanitario si sono sentit* carne da macello.
“Quando ti tolgono la possibilità di accudire le persone care e i congedi parentali, quando ti fanno lavorare senza le adeguate protezioni, soprattutto all’inizio, quando collegh* e lavorator* del settore si ammalano e muoiono… non si dorme la notte” (semicit.)
Brega conclude il suo prezioso contributo con un augurio, anzi una ferma volontà, quella di parlarne insieme, di trovare insieme gli errori, ma soprattutto di attuare insieme soluzioni.
Il punto non è il “Covid che è stato” ma “il Covid che sarà”. Questo significa interrogarsi fin da ora come vogliamo prepararci al prossimo autunno, perché sì Confidustria si sarà ttrezzat* per tenere tutto aperto, perché sì le strutture sanitarie saranno maggiormente pronte, ma ci saranno migliaia di persone malate e migliaia di mort*.
Ci dobbiamo attivare e metterci la faccia.
Oggi questo significa diffondere a tappeto i test sierologici, che sono ancora poco diffusi perché, come volevasi dimostrare, stanno cercando appaltatori privati; significa agire nelle contraddizioni del neoliberismo e nel battersi per una gestione pubblica della sanità.
Il Covid19 è un virus codardo.
Colpisce maggiormente le persone più deboli.
Come altri del settore, Brega ha deciso di restare in Italia a svolgere il suo lavoro, nonostante lo stipendio inferiore e i limiti razzisti, xenofobi e sessisti di questo paese, e aggiungiamo noi, deducendolo dal suo contributo, resistendo a corruzione e estrattivismo capitalista che pervadono tutti i settori.
Stare qui è resistere.
Non ci sono eroi ed eroine,
Ci vuole un cambio totale.
Ci sentiamo di unirci all’abbraccio solidale che Brega manda a tutt* i lavorator*, e aggiungiamo un GRAZIE, con la promessa che la Resistenza sarà insieme.
Mettiamoci la faccia.
P.S. Se vuoi mandare la tua esperienza personale o il tuo contributo lasciaci un vocale, un video, un testo scritto.
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Aggiungerei che nella regione Marche alcuni ospedali stanno facendo firmare alle infermiere ‘strani moduli’ del tipo ,,,, non ho visto non ho sentito nulla ….