Lambretta 2.0: si riparte a gonfie vele.

È con grande coraggio e con grande determinazione che sabato 24 Novembre abbiamo deciso di riaprire il cancelletto di via Apollodoro e ricominciare a lavorare da capo.

Siamo entrati e abbiamo trovato siringhe, sporcizia, lamiere e buchi in tutti i muri. In questo mese il Lambretta è stato solo, abbandonato allo spaccio e al degrado. Il Lambretta è stato vittima di sporchi giochi politici e della gestione malsana del patrimonio pubblico di Aler.

Dove prima c’era una palestra, una falegnameria, un’aula studio e un bar adesso c’è il deserto, la solitudine e il degrado. Guardare tutto questo senza fare niente per noi è stato impossibile. Nel giro di poche settimane le siringhe aumentavano, gli spacciatori ricomparivano a tutti gli angoli e il quartiere soffriva dell’assenza di uno spazio di vita, di socialità.

L’Aler ha lamierato e spaccato grossa parte delle palazzine. Non si è però preoccupata di mettere in sicurezza il giardino che in poco tempo è diventato ancora una volta dimora di spaccio e di consumo di eroina.

Come Collettivo Lambretta abbiamo deciso di ridare vita a questo spazio e riprendere tutte le attività che esistevano in precedenza. Invitiamo i comitati, le associazioni e tutte le soggettività sensibili a prendersi cura del patrimonio pubblico e a sostenere la nostra scelta.

La nostra esperienza dimostra che i nostri bisogni sono l’espressione di un’esigenza condivisa da centinaia di residenti di questa zona. Abbiamo occupato perché crediamo che sia profondamente ingiusto, in una fase di crisi sociale ed economica, abbandonare spazi pubblici che potrebbero offrire servizi e risorse alla città e ai quartieri. Siamo pronti a confrontarci con chiunque voglia discutere degli spazi sociali e della gestione del patrimonio pubblico milanese. Non siamo disponibili però a sottostare a logiche di speculazione edilizia e a giochetti politici da palazzo.

Fin dalla nostra nascita ci siamo mostrati aperti e interessati alla possibilità di uscire dallo stato di precarietà in cui abbiamo vissuto e viviamo nuovamente. Ci chiediamo se questa città un giorno sarà capace di ascoltarci. Ci chiediamo se da domani verremo visti e trattati come un problema di ordine pubblico invece che essere visti come una risorsa… Tutte queste domande ci fanno male, ci fa male pensare che a Milano nel 2012 non ci sia spazio per l’aggregazione, per i progetti e per i sogni che, come il Collettivo Lambretta, anche tante altre realtà portano avanti.

Per noi Milano non è  solo la città della moda, dell’Expo, della finanza e di quei politici che saccheggiano il patrimonio pubblico.

Ci sentiamo soffocati da un sistema che è totalmente inceppato dalla burocrazia e dalle logiche di potere. Un sistema dove viene reso vittima di mercificazione. Un sistema dove i valori sociali vengono schiacciati da logiche di profitto e di speculazione.

Milano però non è solo questo: i sei mesi di occupazione in piazza Ferravilla ci hanno confermato come questa città in realtà sia composta da molto altro. Abbiamo vissuto una città in cui la solidarietà e la condivisione di progetti erano motivo di incontro, scambio e crescita.

Per questo vi invitiamo a partecipare

–          alla conferenza stampa che si terrà al centro sociale occupato Lambretta martedì 27 novembre alle ore 14.00 e

–          all’assemblea di quartiere di sabato 1 dicembre alle ore 15 .

L’indirizzo lo conoscete: piazza Ferravilla 11, ci saranno alcune sorprese, non mancate.

 

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