Quelli che Giannelli

11700860_951310404890602_3920160685245123675_nAvete presente i negri?
Le scimmie mangia banane tipo la Kyenge (cit.)?
Quelli che nelle vignette della Settimana enigmistica avevano i labbroni e l’osso umano, di solito una tibia tra i capelli? Si, quelli che cuocevano a fuoco lento malcapitati turisti bianchi.
Bene se pensate che lo stereotipo del negro selvaggio sia superato non avete visto la vignetta di Giannelli sul Corsera, il quotidiano nazionale più letto.
Solo che stavolta la famiglia bianca con figlio cicciottello e simpatico nonno canuto non è più cibo per una tribù di selvaggi, ma si ritrova la casa occupata da una decina di negroidi di varia origine, donne velate e bambini scalzi.
Sarà forzato e ideologico, ma mi è venuto facile pensare che il pessimo Giannelli e l’altrettanto pessimo Corsera questa mattina abbiamo deciso di schierarsi.
Schierarsi con qualche neofascista, quella pattumiera della storia che ieri ha impedito l’assegnazione di case a alcune decine di profughi tra Roma e Treviso.
Schierarsi con Salvini e Fratelli d’Italia, altoparlanti della più misere bassezze umane che fanno dell’egoismo da bottegaio e delle paure più ancestrali il loro manifesto politico.
Al netto di qualche decina di militanti di estrema destra da Fratelli d’Italia a Casapound fino a gruppi come Militia e a pezzi delle curve romane (accozzaglia che non va sottovaluta, ma che di accozzaglia per ora si tratta) quello che più preoccupa è la “banalità del male” di cui è protagonista il solito pezzo d’Italia, quello maggioritario benestante (sempre meno peraltro) e sempre più bigotto, quello che non è razzista ma sono troppi, quello che aiutiamoli a casa loro, quello che legge Libero, il Giornale ma anche quello che compra Repubblica e Corsera appunto.
Quello fascista e poi partigiano, quello anti-berlusconiano e poi renziano.
Quello che la Grecia deve pagare i debiti, perché lo sanno pure i bambini che i debiti si pagano, giusto per rimanere nella stretta attualità.
La maggioranza che prima dell’avvento dei social almeno era silenziosa e ora, con l’avvento dei social urla il suo vergognoso qualunquismo da bar.
Quello che Giannelli insomma.
Ma c’è pure un’altra Italia da raccontare, quella solidale da Ventimiglia, a Rosarno passando per Roma e Milano.
Quella delle centinaia di corsi e scuole di italiano per stranieri, spesso autogestite.
Quella delle occupazioni e del mutuo soccorso.
Quella che a Treviso viene caricata e arrestata in prefettura mentre esprime pacificamente solidarietà e chiede degna ospitalità per i migranti.
Quella dei movimenti, perchè i movimenti sono la soluzione.
Lavoriamoci.

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