L’enciclopedia delle donne: intervista a Margherita Marcheselli

Di Ambrosia

Margherita Marcheselli, fondatrice dell’Enciclopedia delle donne insieme a Rossana Di Fazio, racconta il progetto che ha dato luce alla vita e alla tenacia di Alfonsina Morini Strada e a molte altre donne che come lei ci hanno lasciato molto, inserite per scelta senza gerarchia, a rappresentare una complessità dove ogni storia ha una propria rilevanza ma non predominanza.

Come Ambrosia le abbiamo chiesto di raccontarci in una breve intervista del progetto L’Enciclopedia delle donne, un progetto che ha saputo dare continuità a un processo avviato da tempo. Raccogliere storie, vite di donne che hanno lasciato un segno, che hanno reso possibile oggi avere e poter fare molte cose che noi diamo ormai per scontate, godendo, così, dei loro sforzi.

Buona lettura!

 

Che cos’è l’enciclopedia delle donne e quando è nata?

L’Enciclopedia delle donne è un sito che raccoglie le storie e le biografie di donne di tutti i tempi e di tutti i paesi ed è nata l’8 marzo 2010.

 

Chi siete? Cosa ha ispirato il vostro progetto? Perché “solo donne”?

Le fondatrici siamo io, Margherita Marcheselli e la mia amica e collega Rossana di Fazio, insieme a Dafne Calgaro, mia figlia, che gestisce il sito in tutto e per tutto e senza il cui lavoro l’Enciclopedia non sarebbe mai esistita.

Il progetto nasce dalla volontà di dare voce e visibilità a donne reali del passato o del presente le cui storie possano costituire dei modelli vari, multiformi, ricchi di complessità.

Come diciamo nella presentazione dell’Encilopedia, alla voce “L’impresa”:

“Ogni nome e cognome fa una storia, e ogni storia singola va in un paesaggio pieno di storie, e tutto diventa la Storia. Ma senza la storia delle donne – di tutte le donne – non si fa una bella Storia: si fanno degli schemi, delle approssimazioni, dei riassunti che non somigliano più a niente. E che fan danno.”

Quindi solo donne per questo, perché è il compito che ci siamo date, nel solco di una tradizione antica; tante donne nel passato hanno fatto questo hanno raccolto e organizzato le storie di altre donne per dimostrare che la libertà di pensiero e di azione è possibile oltre che auspicabile e che altre donne prima di noi, tra le mille difficoltà che la società, le convenzioni e le situazioni imponevano loro, hanno trovato i modi per esprimere le proprie energie, per realizzarsi e per essere felici.

E anche per gratitudine, per ricordare e rendere merito a coloro che con il loro coraggio e il loro esempio hanno ottenuto risultati di cui tutte noi ora godiamo: il diritto di votare, il diritto di vestirci con abiti comodi, il diritto di non sposarsi, il diritto di mantenersi economicamente, il diritto di muoverci e fare lo sport che ci piace, il diritto di decidere se e quando avere un figlio  e tutte le mille altre piccole e grandi libertà che abbiamo conquistato.

 

Come si inserisce questo progetto nel panorama del web? Come funziona? Chi può scrivere? C’è una redazione?

Questo lavoro si può fare solo sul web. E’ un lavoro che non avrà mai fine ed è un lavoro collaborativo. Nessun altra forma di comunicazione avrebbe potuto supportare questa impresa. Il nostro è un lavoro collettivo e collaborativo un po’ particolare.

Funziona così: chiunque abbia studiato o approfondito o conosca direttamente la storia di una donna che ritiene interessante per l’Enciclopedia, scrive una mail alla redazione (redazione@enciclopediadelledonne.it) proponendo la voce, con una motivazione e una breve presentazione di sé e del proprio percorso. Se la redazione accetta la candidatura, “prenota” la voce all’autrice o all’autore (anche gli uomini possono essere autori, e ce ne sono: pochi ma veramente molto buoni). L’autrice ha circa sei mesi per scrivere la voce. Il testo viene inviato alla redazione che lo valuta, eventualmente propone modifiche e aggiustamenti e, infine, dopo uno scambio tra autrice e redazione, la voce viene approvata e pubblicata on line. Alla voce “Lavori in corso”  vengono pubblicate tutte le voci che sono state richieste  o affidate. Poi ci sono le “voci in corso di assegnazione” che sono voci che ci piacerebbe che  qualcuno scrivesse, ma che sono tuttora “in cerca di autrice”.

Ci sono delle categorie fisse? Chi “diventa voce” all’interno dell’enciclopedia? Che criteri di pubblicazione vi siete date?

Non ci sono delle categorie fisse, chiunque può diventare una voce: ci sono scienziate, ballerine, scrittrici, partigiane, balie, gelsominaie, attrici, cantanti, operaie, contadine, maestre, pittrici, sportive, ricamatrici, cortigiane, musiciste, compositrici….. la storia di ciascuna donna dà un suo contributo. Nessuna gerarchia. Nessuna priorità.

 

A che punto è il progetto? Ci sono dei progetti ad esso correlati?

Abbiamo cominciato con un nucleo di 100 voci, nel marzo del 2010, ora siamo quasi a 1000 e, quel che più conta, abbiamo cominciato con un gruppo ristretto di autrici “madrine” che hanno creduto nel progetto fin dall’inizio e ora abbiamo, oltre a loro, che continuano a seguirci con impegno e affetto, più di 270 autrici e autori (vedi la lista delle Autrici e degli autori sul sito).

I progetti non ci mancano, anzi, dobbiamo trattenerci  dal farne mille, perché non si riesce a fare tutto. Stiamo per presentare il nostro primo e-book: sarà disponbile da ottobre su Bookrepublic. E’ un romanzo. Sarà, speriamo, il primo di una serie.

Abbiamo un altro progetto ambiziosi, ma parlarne ora sarebbe prematuro. Posso prenotare un’altra intervista per quando saremo pronte? ☺

 

Cosa vorreste per il futuro dell’enciclopedia delle donne?

Vorremmo che avesse solidità e continuità, che potesse creare lavoro e che potesse costituire un centro di ricerche e approfondimenti per delle giovani studiose, vorremmo che potesse avere una sede, e delle entrate economiche che consentissero questo. Ma per ora non è così. Noi tutte ci lavoriamo a titolo volontario e anche chi ci aiuta (vorrei citare Felice Giannino della redazione e Roberta Migliori che cura il nostro Blog e la pagina Facebook) lo fa a titolo puramente volontario. Il che è bello, ma faticoso e poco stabile. Poi sogniamo di avere tanti NOE (Nuclei Operativi dell’Enciclopedia): gruppi di studio e di lavoro delle scuole medie di primo e secondo grado, ragazzi e ragazze che con le loro insegnanti scrivano voci per l’Enciclopedia, approfondendo così la vita delle donne reali, imparando a rispettare, confrontarsi, conoscere modelli femminili magari un po’ diversi da quelli che sono abituati a vedere in televisione, sui giornali, nella pubblicità.

 

Di chi è l’enciclopedia delle donne: licenze, riproduzione dei testi ecc ecc…

L’Enciclopedia delle donne è di chi la scrive. I testi sono pubblicati sotto una licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5: possono essere ridistribuiti liberamente soltanto se vengono attribuiti ai rispettivi autori e come appartenenti al progetto dell’Enciclopedia delle donne e se non vengono utilizzati a scopo commerciale.

 

Definite il vostro lavoro femminista?

Sì. Mi piacerebbe poter dire sì e basta. Ma ci sono tanti diversi significati che girano attorno a questa definizione, e qualche cos’altro bisogna dire. Né io né Rossana veniamo dal femminismo militante, in questo senso non è un progetto che viene da una tradizione femminista, ma è profondamente femminista, nel senso che cerca di dare un contributo alla consapevolezza di tutte le donne e che è ispirato dalla convinzione che una maggiore libertà del genere femminile porterebbe in generale ad una società più giusta e più felice.

 

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