sui generis

Le donne hanno i capelli lunghi, la gonna e la voce dolce; gli uomini hanno i peli sul petto, le mani forti e i pugni facili. Ma è sempre così? Sì? No? Forse?

Le donne amano i bambini, quando dicono no vuol dire sì e sognano il principe azzurro; gli uomini sono predatori, amano il calcio e non sanno caricare la lavatrice. Davvero?

Le minigonne provocano la violenza, l’aborto è un omicidio, gli/le omosessuali sono pervertiti, le trans sono tutte puttane. Ancora?

In questa rubrica indagheremo lo spazio di queste domande, ce ne faremo altre e cercheremo degli spunti critici di riflessione sul genere e sui generi. Il punto di partenza e la lente attraverso cui osserveremo queste tematiche sarà la teoria queer, perchè il genere non è un destino, ma una costruzione sociale e, come tale, può essere decostruita.

La rubrica darà spazio a tutte quelle esperienze di resistenza e di riflessione che agitano la nostra società: sarà un palcoscenico per chi spesso viene relegato ai margini o ad una rappresentazione stereotipata, sarà una cassa di risonanza per tutte le iniziative che vengono taciute, sarà un laboratorio di studio che raccoglierà ricerche e suggestioni. Obiettivo di questa rubrica sarà fare da tramite, quindi, tra la teoria e la pratica, tra le belle parole delle accademie e le azioni nello spazio pubblico, tra le riflessioni e i gesti che possono cambiarci la vita.

Parleremo di genere per essere radicali, per arrivare alla radice delle cose: noi.

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Una risposta a “sui generis”

  1. Matilde N. ha detto:

    cocca, come scrivi bene! viva le minigonne

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