Scuola, tra l’aziendalizzazione del PNRR e l’indifferenza della campagna elettorale

È di qualche giorno fa la novità per quanto riguarda il mondo dell’istruzione: in Lombardia, 240 milioni di euro del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) destinati alla scuola saranno spesi in un progetto che prevede la “modernizzazione” di tutti gli istituti e la creazione di “Next Generation Classrooms” e “Next Generation Lab”, rispettivamente nuove aule tecnologiche e laboratori all’interno dei quali studenti e studentesse dovrebbero sviluppare preziose “soft skills” e “nuove competenze digitali”.

Tali fondi saranno distribuiti a pioggia fra tutti gli istituti lombardi in base alla loro grandezza. È importante sottolineare che non potranno essere utilizzati per altri scopi, come ad esempio tutti i problemi infrastrutturali presenti in ogni edificio scolastico, dai bagni non funzionanti ai soffitti che cadono a pezzi. Non ci servono scuole più digitalizzate, ci servono docenti stabili e aule sicure.
È evidente come per l’ennesima volta la necessità di studenti e studentesse venga messa in secondo piano a favore di un’intrusione sempre più invasiva dei bisogni delle aziende all’interno del sistema scolastico italiano. Noi ci opponiamo a questo modello di scuola: vogliamo un luogo al cui centro ci sia il benessere dellə studentə, dove questə possano formarsi come persone senza essere utilizzatə come strumenti per generare profitto.

Vogliamo una scuola libera e inclusiva dove lə studentə siano protagonistə attivə a differenza della direzione intrapresa dall’ormai caduto governo Draghi che, investendo la gran parte del denaro a disposizione nel campo della tecnologia, inizia un percorso che porterà a lezioni ancor più frontali e digitalizzate che si concluderà con l’alienazione più completa da parte dellə studentə.

Allo stesso tempo, mentre la campagna elettorale infuria, assistiamo a uno spettacolo ormai già noto: la scuola, con studenti e studentesse, professori e professoresse e tutto il personale scolastico è inesistente nel dibattito pubblico, confermando così la sostanziale uguaglianza fra partiti di diverso colore politico in materia di scuola: non porta profitto, non interessa.

Rete Studenti Milano

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