TAV: la grande opera inutile
“Qui non stiamo costruendo soltanto una diga, qui costruiamo un pezzo dell’Italia di domani!” (Carlo Semenza, progettista della diga del Vajont, nella notte del 9 Ottobre 1963, una gigantesca e da molti prevista frana dal Monte Toc causò la tracimazione dell’invaso della diga provocando una gigantesca onda capace di distruggere i paesi del fondo valle e causare la morte di 2.000 persone).
Apriamo questo articolo con una citazione riguardante il disastro del Vajont. Anche quella era un’opera strategica ed irrinunciabile. Peccato che costò la vita a 2.000 persone. Del resto l’Italia è il paese dei disastri annunciati e dei cantieri infiniti. Sono decenni che, di tanto in tanto, si cerca di rilanciare l’utilità del Ponte sullo Stretto di Messina. Ovviamente, a chi conosce lo stato del trasporto ferroviario in Calabria e Sicilia non può che partire una risata… Il paese è cosparso di decine e decine di grandi e piccole opere iniziate e mai terminate. Sperpero di denaro pubblico ed antiche tradizioni clientelari la fanno sempre da padrone. Chi è di Milano non può non ricordare il mostro di Ponte Lambro. Un gigantesco scheletro di cemento visibile anche dalla Tangenziale di quello che avrebbe dovuto essere un grandissimo hotel per Italia ’90… Peccato che dopo 20 anni stesse ancora lì abbandonato al suo destino.
Il TAV è un paradigma perfetto di quello di cui parlavamo sopra. Un’opera monumentale ed assolutamente inutile. Una ferrovia costruita in una valle già attraversata da un’autostrada (sempre vuota), due statali ed una ferrovia (sulla quale già passano i TGV) il cui traffico è in costante calo da anni. Un’opera faraonica. Un buco nero capace di risucchiare milioni e milioni di euro che sarebbe più utile utilizzare per mille altre cose più urgenti (sanità, scuola, cassa integrazione, reddito minimo, diritto alla casa, trasporto locale…fate voi).
Ma ormai il TAV è diventato un dogma di fede. “E’ un’opera strategica” ripetono come un mantra tutti coloro che hanno concreti interessi perché venga realizzata. E come tutti i dogmi di fede guai a chi li attacca! Se nel Medioevo per gli eretici c’erano il Tribunale dell’Inquisizione, le Crociate ed il rogo ora ci sono la Procura di Torino (col suo Grande Inquisitore), decine di processi ed il carcere delle Vallette…
Riportiamo qui sotto un articolo tratto da Globalist e relativo alle valutazioni fatte dal Governo francese sull’utilità e l’urgenza della costruzione del TAV.
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Onore alle Iene che hanno intervistato Yves Crozet, uno dei 10 membri della commissione Mobilitè 21, professore di Economia all’Università di Lione e membro del Laboratorio di Economia dei Trasporti. Che cosa ha detto Crozet alle Iene? Nessuna grande opera, tra cui l’alta velocità tra Lione e Torino, si realizzerà in Francia prima del 2028-2030. Come dire: confermata la tesi dei No-Tav, ossia che la militarizzazione della Val Susa per realizzare una Grande Opera Inutile, sia utile solamente a chi incassa i cospicui fondi pubblici sottratti ai cittadini, quindi alla sanità, alla scuola.
Ecco uno stralcio e sotto il video dell’intera intervista:
Crozet: “Nell’Ottobre 2012 il Ministro ha formato una commissione di 10 persone, sei deputati e senatori e quattro esperti tra cui io, per studiare l’insieme delle infrastrutture dei trasporti in Francia. Questa commissione è stata chiamata Mobilité 21 perché è incentrata sul XXI secolo e i servizi di trasporti.
Iene: Ci può riassumere a che conclusioni è arrivata sul tratto francese Lione-Torino?
Crozet: “La principale conclusione del rapporto della Mobilité 21 era di fare attenzione alla realizzazione di progetti di linee ad alta velocità, anche perché queste linee nuove creerebbero problemi di saturazione sugli snodi ferroviari esistenti. Piuttosto che concentrarsi sulla costruzione di centinaia di chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità, era meglio concentrarsi sul dare molta più mobilità ai nodi ferroviari parigini, di Lione e Marsiglia. E abbiamo insistito che costruire il tunnel Lione-Torino avrebbe implicato spese estremamente ingenti e che i soldi spesi per la Lione-Torino avrebbero precluso gli investimenti sugli altri progetti nazionali.”
Iene: Abbiamo letto una data prima della la quale non potranno iniziare i lavori. Ce la può confermare?
Crozet: “Il Governo ha ricevuto il rapporto della commissione Mobilité 21 alla fine del Giugno 2013 e il 9 Luglio 2013 il Primo Ministro ha fatto una comunicazione sugli investimenti futuri e ha confermato che avrebbero seguito le conclusioni del rapporto Mobilité 21. Cioè, che avrebbe dato la priorità agli investimenti sulla stazioni parigine e che il solo progetto futuro entro il 2030 sarebbe stato la linea Bordeaux-Tolosa.”
Iene: Qual è la linea ufficiale del governo francese su quest’opera?
Crozet: “Per noi è molto chiaro che i Governi da molti anni cercano di rimandare questo progetto senza mai osare dire la verità: cioè che andrebbe fermato. Sempre più persone sostengono che il progetto è troppo costoso e che soprattutto non corrisponde a una reale domanda e che se si realizza questo progetto il traffico e l’utilizzo sarà veramente basso. Quindi sarà un progetto con una grande capacità di traffico ma non sarà utilizzato. Tutti i deputati, la corte dei conti, spiegano che questo progetto non è assolutamente prioritario, oltre ad essere molto costoso”.
Iene: In Italia si dà per certa la costruzione. Si dice che è fondamentale per l’Europa
Crozet: “Negli orizzonti futuri di realizzazione non verrà realizzato quasi niente prima del 2025-2030″
Iene: I lavori continuano o sono fermi?
Crozet: “Per il momento i lavori sono fermi”
Analisi del rapporto della Commissione Mobilità 21: http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2013/10/Commissione-Mobilit%C3%A0-21-Note-Interpretative1.pdf
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