Vigevano-Malpensa: che fine ha fatto la fantasia?
Il Cipe trova 118 milioni per finanziare la tangenziale: ripartono le mobilitazioni
Stessa strada, stesso posto, stesso scempio. Ma l’inerzia dei conservatori, che imperterriti continuano a spacciare ammuffite soluzioni per spinte propulsive per il Paese, è dura a morire. E così, nelle scorse settimane, il progetto ANAS per la superstrada Vigevano-Malpensa, vecchio circa 15 anni, che taglierebbe in due il Parco del Ticino, ha fatto un balzo in avanti grazie allo stanziamento da parte del Cipe dei 118 milioni di euro che ancora mancavano all’appello per arrivare a coprire il costo totale dell’opera, di 220 milioni.
Alla faccia delle migliaia di persone che lo scorso 28 marzo sono scese in piazza – per manifestare il proprio dissenso per la tangenziale, per spiegare pazientemente che la superstrada frammenterebbe un territorio a vocazione agricola, per raccontare che l’area coinvolta sta investendo da tempo sul turismo, che è protetta dall’Unesco in quanto Riserva della Biosfera e che è stata sede di innovative opzioni di gestione del territorio a consumo di suolo zero – la Vigevano-Malpensa rimane per il Governo un’Infrastruttura Strategica, degna della Legge Obiettivo.
Una legge, lo ricordiamo, che assegna alle intelligenze, alle competenze e ai saperi dei territori (sindaci compresi) un ruolo puramente consultivo, annullandone nei fatti ogni potere decisionale. Non è una novità, ma a costo di apparire banali, lo sottolineiamo ancora una volta, perché abituarsi a questo modus operandi è un rischio che non vogliamo correre: siamo di fronte alla subordinazione dei desideri dei territori a strategie economiche che, oltre a rappresentare l’interesse di pochi, dimostrano ogni giorno la loro inadeguatezza, ambientale, economica e sociale. Ce lo ricordiamo che la Lombardia è la prima regione agricola italiana e che per coltivare serve il suolo? Serve ancora ripetere che la Provincia di Milano è cementificata per il 43% della propria superficie? E che sulla nuovissima BreBeMi si può giocare a calcetto tanto è inconsistente il traffico dei veicoli che la percorrono? Fatto salvo che non è la nostra protettrice, persino la Dea Efficienza, stella polare della retorica renziana, storcerebbe il naso davanti agli sprechi di risorse e alla scarsa lungimiranza della pianificazione territoriale lombarda. E allora perché il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), presieduto, per l’appunto, dal presidente del Consiglio dei Ministri, finanzia questo genere di infrastrutture?
L’approccio è sempre lo stesso: limitare il più possibile la partecipazione pubblica al processo decisionale, sopire i conflitti ambientali attraverso promesse di opere di compensazione, far passare per utopista e retrogrado qualunque fenomeno di critica e opposizione, spacciare per turbo progressista il proprio operato, cercando per quanto possibile di non rendere identificabili le responsabilità, rendendo più complicata la richiesta di un dietro front ai piani alti.
Spiace per la triade Anas, Cipe, Legge Obiettivo e spiace per i sindaci che, tentati dalle opere di compensazione, sembrerebbero essere passati dal “no tangenziale” al “forse tangenziale”, ma pare che il territorio chiamato in causa abbia le idee piuttosto chiare non solo rispetto al proprio futuro, ma anche alle giacchette da andare a tirare. Una fra tutte, quella di Gian Pietro Beltrami, Presidente del Parco del Ticino, che, in seguito a un esposto di Cambiamo Abbiategrasso all’Unesco a cui quest’ultima ha risposto che terrà monitorata la situazione per valutare se l’area manterrà l’idoneità di Riserva della Biosfera o se sarà necessaria una revoca, ha dichiarato, riferendosi alla superstrada, che “l’Unesco se ne farà una ragione”. Un’affermazione che lascia quantomeno perplessi, soprattutto alla luce di un precedente esposto, risalente al 2003, di Domenico Finiguerra, all’epoca sindaco di Cassinetta di Lugagnano, in seguito al quale l’Unesco aveva minacciato la revoca del Parco del Ticino da area di Riserva della Biosfera Unesco.
La risposta di Cambiamo Abbiategrasso è forte e chiara e punta dritto a una richiesta ben precisa: le dimissioni di Beltrami da Presidente del Parco, in quanto le sue parole non sono coerenti “con la mission dell’Ente Parco del Ticino, che è tutelare la riserva della Biosfera UNESCO”.
Eh già, perché ogni tanto è importante ricordare che dietro agli enti, alle scatole cinesi istituzionali e agli acronimi ci sono delle persone, ciascuna con le proprie responsabilità. E siccome nessuno di noi è esente dalla propria, ricordiamo a tutti che l’appuntamento, convocato da Notangenziale Rete di Salvaguardia Territoriale, è per giovedì prossimo, 24 settembre alle ore 21, nella Sala Consigliare di Abbiategrasso. Per un’assemblea pubblica e aperta, per continuare ad informare sugli effetti di questa superstrada e della più ampia TOEM di cui la Vigevano-Malpensa potrebbe essere un tassello. Per capire come proseguire con le mobilitazioni e per provare ad immaginare, insieme, delle alternative a uno sviluppo ancorato all’asfaltatura del territorio. Con fantasia, coraggio e concretezza.
Tiriamo dritto, più di una superstrada.
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[…] Come anticipato nelle scorse settimane, la ripresa dei colloqui per la realizzazione della TOEM significa la ripresa della mobilitazione popolare contro l’opera inutile. https://milanoinmovimento.com/territori/vigevano-malpensa-che-fine-ha-fatto-la-fantasia […]