Dialogo sopra le staminali

Le cellule staminali sono cellule non specializzate, cioè non ancora differenziate in nessun specifico tipo di tessuto. Queste danno origine a una cellula figlia, che serve a mantenere costante la riserva di staminali e un’altra cellula che dopo aver migrato nella sede adatta dell’organismo, darà luogo a una serie di cellule differenziate mature, specifiche di vari organi del corpo. Queste proprietà rendono uniche le cellule staminali e stanno alla base della loro capacità di rigenerare.

Le cellule staminali possono essere isolate con successo e coltivate in laboratorio, possono essere indirizzate per trasformarsi in uno specifico tipo cellulare ed essere usate nella cura di pazienti i cui tessuti sono malati o danneggiati.

Vi sono due tipi di cellule staminali: quelle embrionali che sono pluripotenti (possono specializzarsi in tutti i tipi di cellule) e quelle adulte che possono essere multipotenti o unipotenti(solo alcuni tipi di cellule o un tipo unico). Le potenzialità differenziative delle staminali embrionali sono maggiori di quelle delle adulte, le embrionali offrono quindi molte più possibilità di applicazioni su tutti i tipi di tessuti.

Le cellule staminali embrionali si ottengono da embrioni allo stadio di blastocisti (stadio di maturazione dopo la fecondazione e una prima moltiplicazione cellulare, prima che diventi feto). Essi possono essere o embrioni soprannumerari derivati da fecondazione in vitro oppure embrioni creati ad hoc. Con la fecondazione in vitro si utilizzano ovuli e spermatozoi prelevati e messi in provetta, si innestano gli spermatozoi negli ovuli e dopo le prime divisioni cellulari dello zigote che ne deriva, ovvero dopo 48 ore questo viene impiantato nell’utero della donna. Poiché può esserci un fallimento l’operazione viene effettuata su più cellule, dando origine ai cosiddetti “embrioni soprannumerari”. La versatilità delle staminali embrionali rende possibile la STEM CELL THERAPY ovvero l’impianto di queste cellule nell’organo di un individuo danneggiato da una malattia e la ricostruzione del tessuto per esempio muscolare o intestinale o epatico.

Le cellule staminali adulte non sono presenti in tutti i tessuti: si trovano nei tessuti che si rinnovano durante la vita dell’ individuo, sono rare o assenti nei tessuti che non si rinnovano. Poiché sono unipotenti, le staminali adulte di un tessuto producono cellule specializzate di quel tessuto, per esempio le staminali ematopoietiche possono produrre solo cellule del sangue. Le fonti delle cellule staminali adulte sono: il tessuto fetale, il liquido amniotico, il cordone ombelicale, l’organismo adulto. Le cellule staminali adulte sono oggi utilizzate in campo medico per il trattamento di patologie congenite (malattie neurodegenerative) o acquisite (leucemie) del sistema ematopoietico (cellule staminali  da midollo osseo e da cordone ombelicale), per il trattamento di patologie o danni della cute (cellule staminali cutanee) e per danni alla cornea (cellule staminali corneali).

Lo statuto dell’embrione umano

La prima fecondazione in vitro (FIV) del 1978 ha radicalmente trasformato il dibattito sull’embrione. La nascita di Louise Browne ha portato a una vera rivoluzione sia sul piano scientifico che su quello simbolico. Portando l’embrione al di fuori del corpo materno infatti sono cambiati molto gli interrogativi riguardo al dovere dell’uomo nel confronti dell’embrione umano e riguardo a quali atteggiamenti morali e pratici sia giusto seguire a proposito. Inoltre la rapida diffusione della FIV a livello mondiale ha portato alla nascita di leggi per regolamentare la pratica che garantissero dei diritti all’embrione. Ma, dato che il riconoscimento di uno statuto morale precede e guida il diritto, ecco che una definizione dello statuto dell’embrione umano è dunque diventato imprescindibile.

Embrioni, staminali e ricerca secondo le religioni

La posizione del Magistero della chiesa cattolica espressa nel documento ufficiale del 2008 è quella di vietare ogni forma di ricerca e sperimentazione sulle cellule embrionali poiché “Nell’uomo, creato ad immagine di Dio, si riflette, in ogni fase della sua esistenza, il volto del suo Figlio Unigenito” e “cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato”.

In Italia la Legge 40/04 art.13-Tutela dell’embrione- vieta “qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano”, “la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o sperimentazione; interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo o di scissione precoce dell’embrione o di ectogenesi sia a fini procreativi sia di ricerca”.

La chiesa Valdese in documento del 2009 assume una posizione MOLTO differente da quella cattolica: “Non crediamo che la blastocisti rientri nella definizione kantiana per cui non possa essere ridotta a semplice mezzo e “non pensiamo di poter accordare a un insieme di cellule (sia pure contenenti geni individuali umani), quel rispetto assoluto dell’umanità della nostra persona di cui parla Kant”. Per cui sono “favorevoli alla possibilità che la ricerca si avvalga di embrioni “sovrannumerari”” e non vietano la ricerca sulle cellule staminali embrionali, guardano con favore la clonazione terapeutica.

La posizione dell’ebraismo è quella che prima dei 40 giorni dalla fecondazione lo zigote non può essere considerato completamente un umano (Periodo prima del quale avvengono queste sperimentazioni) .

Mentre “Nell’Islam la ricerca sulle cellule staminali, resa possibile dall’intervento nei primi stadi di vita, è considerato un atto di fede nella volontà ultima di Dio, in quanto colui che da vita, fintantoché tale intervento sia fatto con lo scopo di migliorare la vita umana”. Secondo la tradizione islamica – nel Corano e nella legge (Shari’a) – il viaggio dell’embrione verso la personificazione è un processo di sviluppo, e l’anima si innesta dopo tre periodi di 40 giorni, cioè dopo 120 giorni o alla fine del primo trimestre. Nell’Islam è quindi permesso avvalersi di embrioni soprannumerari altrimenti destinati alla distruzione per migliorare le condizioni di salute umana, ma nega, tuttavia, la possibilità di creare ad hoc embrioni da usare per la ricerca. La ricerca sulle cellule staminali è doverosa ed addirittura obbligatoria, al fine di acquisire nuove conoscenze utili a salvare vite umane per cui studi sono in corso in Iran, Egitto, Singapore, Turchia ed anche Arabia Saudita per un uso responsabile degli embrioni.

Una visione laica

Lo statuto dell’embrione nel Regno Unito afferma che l’embrione ha diritto a uno statuto ma non uguale a quello di un bambino o di un adulto, gli viene riconosciuto rispetto ma non in senso assoluto, dev’essere pesato in relazione ai benefici che se ne possono ricavare dalla ricerca. Elena Cattaneo, la direttrice del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali Università Milano, nel Dicembre 2010 ha detto “Penso che difendere la libertà della ricerca sia nell’indole dello scienziato e non possa essere eluso. Diventare scienziato implica essere pronti a  contrastare alcuni attacchi, soprattutto se sono basati su argomentazioni autoritarie e senza evidenze empiriche. Gli scienziati devono difendere la loro indipendenza e la massima autonomia, il massimo che lo scienziato deve salvaguardare è questo e la libertà della scienza in generale.” Con la clonazione, la fecondazione in vitro, la medicina rigenerativa, i confini tra scienza e fantascienza si stanno ridisegnando e questo pone inevitabilmente di fronte a questioni etiche e civili che necessitano risposte. In Italia l’influenza del Vaticano fa si che, anche sul fronte staminali, lo Stato e quindi la ricerca pubblica siano frenati, avendo fatto praticamente delle posizioni del Magistero ecclesiastico legge vigente. Questo significa obbligare un’intera popolazione a professare una fede nella quale non crede. E’ giusto che un laico non abbia potenzialmente delle cure per seguire i principi di una religione nella quale non crede? Inoltre un conto è l’applicazione in campo medico, un altro è la ricerca. Il passaggio da una cosa all’altra può richiedere decenni o forse non avvenire mai, impedire la ricerca significa impedire la conoscenza di quali opportunità offrirebbe questa strada, bloccarla ancor prima che questa possa divenire pratica. Viene impedito di sapere. Nel resto dell’Europa e del Mondo la ricerca invece sta progredendo enormemente. La rivoluzione copernicana ci aspetta, forse, o forse per altri mille anni ci faranno credere al sistema geocentrico!

Una risposta a “Dialogo sopra le staminali”

  1. Chiara ha detto:

    Gran bell´articolo, dice tutto quel che c´è da dire, elencando la posizione delle varie chiese (guarda un po´, la chiesa cattolica pare essere la più retriva in questo ambito) e conclude nell´unico modo in cui si può concludere in una società moderna e laica, ovvero che la possibilità della ricerca non può venire negata a priori in base ad un credo che non rispecchia necessariamente quello di tutti i cittadini. Parallelamente dovrebbe venire fatta più informazione anche sulle modalità alternative per l´ottenimento di cellule staminali, come la donazione del cordone ombelicale, finchè la situazione legislativa non si sblocca resta una fonte importante per la ricerca. Mi pare che non si discuta a sufficienza di questa possibilità, o perlomeno l´informazione è frammentaria e vaga.

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