Z.A.M. Complici e solidali con l’Ex Colorificio

ex colorificio pisa-2“E allora, per non dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero, cercarono un modo per conservarli. E stavano pensando come fare quando videro il pappagallo e allora lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono le piume affinché ci stessero tutti. E così fu che il pappagallo prese colore e se ne va in giro nel caso che uomini e donne si dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni, e che il mondo sarà allegro se tutti i colori e tutte le opinioni avranno il loro spazio.”

(Subcomandante Marcos – La storia Dei Colori – 1996)

Il 26 ottobre a Pisa è stato sgomberato l’Ex Colorificio.
Potremmo non aggiungere altro al fatto che siamo complici e solidali con chi ha subito questa violenza e che come abbiamo detto durante i due mesi della nostra campagna anti sgombero “I sogni non si sgomberano” ma non ci basta.

L’Ex Colorificio è una realtà molto viva nella città di Pisa e non solo. Un’esperienza a cavallo tra la rete dei teatri occupati e un centro sociale. Uno spazio quindi dinamico e ricco capace di ospitare molte cose che vanno dalla scuola per italiano per i migranti alla Palestra Popolare d’Arrampicata (Equilibri Precari), dalla scuola di teatro alla ciclo officina passando per tante tante altre cose.

Insomma l’Ex Colorificio è, perché non diremo mai era poiché le realtà come i sogni non si sgomberano, un esempio calzante di come un’occupazione diventi nell’era della crisi globale permanente e del capitalismo finanziario un modello alternativo di attivazione dal basso e di società, modello che pratica la redistribuzione della ricchezza sotto forma di reddito indiretto (la creazione di servizi importanti per un degno sviluppo della vita a prezzo gratuito o popolare), modello che fa dell’aggregazione e della vita collettiva un mantra che si oppone all’atomizzazione delle vite, un modello che mette a valore sociale uno spazio che per la proprietà è unicamente uno strumento di arricchimento speculativo.

Insomma l’ex colorificio è un modello di conflittualità reale alla logica del capitale finanziario.
Il regime legalitario ed istituzionale replica se stesso proteggendosi così invece che difendere un luogo capace di essere non solo alternativa e possibilità allo stato della crisi ma anche sabbia nell’ingranaggio della crisi che non vuole uscire dalla crisi ma sfruttare la crisi con l’austerità e la svendita dei futuri preferisce sgomberare l’ex Colorificio.

Non potevamo stare a guardare! Uno striscione fuori da ZAM non bastava. Siamo andati a trovare la proprietà dello stabile da cui l’Ex Colorificio è stato sgomberato, la J-Colors di Lainate.

Il muro di cinta era grigio, come grigio e vuoto vorrebbero resti lo stabile pisano a cui gli occupanti avevano dato vita. Ci abbiamo messo un pò di colore……e intanto ribadiamo che l’occupazione di case, stabili, parchi, campi, orti,fabbriche e di tutto ciò che viene tolto alla vita collettiva, all’utilità e alle necessità è una necessità e una pratica fondamentale per affrontare la crisi e entrare in conflitto aperto con il capitalismo finanziario che domina non solo l’economia mondiale e la politica ma anche la svendita dei nostri futuri. Come diceva Joe Strummer il Futuro non è scritto….e noi non lo lasceremo scrivere a voi

“A Milano come a Pisa i sogni non si sgomberano! #StayExColorificio”

 

to be continued…..

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