Alcune domande su Settesette di Pino Tripodi

imgresA parte i numeri quali sono le differenze tra il 1977 ed il 2013 in Italia (e non solo)

In 36 anni sono cambiate innumerevoli cose in Italia e nel resto del mondo, ma alcuni di questi mutamenti hanno origine in quel periodo.
Il declino della società-fabbrica, la necrosi della politica incapace di governare il mutamento, la finanziarizzazione globale a seguito della fine della parità tra il valore del dollaro e quella dell’oro, l’austerità come controrivoluzione.

– Di quella stagione politica cosa salvaresti senza se e senza ma?
Il rifiuto del lavoro, l’idea che per trasformare le cose ci vogliono idee nuove e tecnologie appropriate da forgiare nel fuoco della trasformazione pratica, immediata, quotidiana della propria esistenza. Il sol dell’avvenire non come progetto utopico e futuribile, ma come modello di vita. La rivoluzione come trasformazione – non demandabile ad altri, non rinviabile oltre – singolare e collettiva dell’esistente. L’irriverenza, il sarcasmo, il disinteresse, l’abiura, la lotta senza quartiere a ogni forma di potere a partire da quello che ciascuno di noi esercita in ogni momento della sua vita. Sette Sette tenta di indicare gli stili, le forma,  le modalità per esprimere il respiro di queste idee.

Cosa vuol dire per i movimenti e dentro i movimenti superare gli anni
70?

Ogni movimento ha un percorso da fare. Lungo la sua strada scopre i mezzi migliori con cui procedere e i compagni con cui condividere il cammino.
Il problema vero dei movimenti è individuare quel percorso. Più il cammino è vago, più si mitizzano esperienze precedenti che rischiano di diventare
un boia anzichè un amico. Il movimento del settantasette ha distrutto tanti miti del movimento operaio dell’Ottocento e del Novecento, ma altri miti (l’organizzazione, la lotta armata clandestina, la rappresentazione del movimento) lo hanno seppellito dopo che era stato sconfitto.
Superare gli anni settanta vuold dire avere un’idea della rivoluzione, ora. Allora va bene superarli e seppellirli senza il benchè minimo rimpianto. Il reducismo è un cancro per ogni lotta, per ogni storia.
Alcune volte sento contrabbandare il superamento degli anni settanta con la decisione di giocare a sponda con il potere politico, di provare la mediazione con qualche partitino che inevitabilmente scompare, non prima di aver creato danno e confusione, più velocemenete del più nefasto miraggio.
Allora penso che quella parte degli anni settanta che nel settantasette abbiamo tentato di buttare a mare sia ancora là, magari più boriosa ma sempre ugualmente stupida.

Un libro scritto in 20 anni e non pubblicato per 15 perchè è stato
fatto uscire proprio ora?

Sette Sette è uno di quei libri che non sta mai nello scaffale giusto (letteratura, poesia, politica, filosofia, storia) perché non tollera di stare in qualche scaffale. Non cerca il dialogo autoincensatorio con i rivoluzionari del passato, ma tenta disperatamente di parlare con le rivoluzioni del divenire. Ha atteso paziente di essere scritto ed è rimasto indifferente tutte le volte che s’è sentito dire ti pubblichiamo ora che è il momento giusto.

E’ uscito adesso semplicemente perché un compagno che l’aveva letto da ragazzino, diventato adulto con la follia di fare l’editore, ha pensato davvero che fosse arrivato il momento. Sette Sette, che crede sempre a ciò che vien detto con le parole, gli ha creduto. In corso di pubblicazione non ha però evitato di dirgli. Io ti credo quando mi dici che è arrivato il momento giusto, ma tu ci credi veramente?

 

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