Sulla decisione di sospendere la distribuzione dei preservativi alle Colonne, sulla movida e la prevenzione

In seguito alla pubblicazione di questo articolo, firmato dal ben noto Franco Vanni, hanno deciso di “sospendere” la distribuzione di preservativi e materiali informativi sul sesso sicuro nell’ambito del progetto sperimentale di Unità Mobile di prevenzione nella zona delle colonne di San Lorenzo.


Dal Comune di Milano dicono di avere un attimo di pazienza, i materiali non erano stati approvati (nonostante ne siano state stampate copie appositamente per questa sperimentazione con tanto di logo del Comune), saranno dunque revisionati, modificati e poi nuovamente distribuiti.
La revisione proposta consiste nell’eliminazione dal testo di qualunque accenno alle gravidanze indesiderate quando si parla di utilità dei preservativi (si sa, le gravidanze indesiderate non esistono, perché sono volute da Dio e dunque non si possono evitare), e di inserire fra le strategie di prevenzione e protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili la Fedeltà.

 
Ora faccio tre brevi considerazioni:

 
1. La prima rivolta all’autore dell’articolo che, con notevole povertà umana, è riuscito ad inventarsi solo questa imbarazzante provocazione che gli operatori di Comunità Nuova metterebbero in atto distribuendo addirittura dei preservativi in prossimità di una chiesa.  

Il progetto prevede la distribuzione di materiali informativi su alcool e droghe, oltre che sul sesso sicuro, la prova dell’alcolemia gratuita per chiunque sia interessato, la distribuzione gratuita di etilometri monouso, la possibilità di avere colloqui informativi e counseling sui temi citati. Dunque un giornalista che scrive per una testata come la Repubblica, sulle pagine di Milano, sa di tralasciare una serie di informazioni prioritarie a vantaggio di un piccolo “scoop” scrivendo un articolo come quello pubblicato.

 
2. La seconda considerazione è nei confronti del Comune di Milano.
Per circa sei anni ho lavorato in progetti di Unità Mobile nei contesti dell’aggregazione e del divertimento, finanziati da diversi enti, Regione, Provincia e Comune. Fino ad ora non ho mai avuto la fortuna di avere interlocutori di centro-sinistra nelle amministrazioni, con cui confrontarmi a livello di privato sociale e di tavoli cittadini su temi come prevenzione e riduzione dei rischi ma nessuno ha mai messo in discussione la distribuzione di materiale informativo su sesso sicuro e la distribuzione di preservativi (sebbene l’acquisto degli stessi fosse a carico delle associazioni e cooperative sociali).

 
3. La terza considerazione riguarda le associazioni e cooperative che ancora non hanno tirato fuori il coraggio di opporsi ad alcune decisioni che niente hanno a che vedere con la salute e il benessere delle persone, che dovrebbe essere – declinato in tutte le sue forme possibili – l’obiettivo primario del lavoro che facciamo.

 
Mi hanno insegnato che la prevenzione e’ una forma di educazione ai comportamenti non a rischio. Sono convinta che la prevenzione non si possa attuare nei contesti di consumo, ma vada portata avanti nei luoghi in cui si forma la cultura dei cittadini, nei luoghi di crescita, nei luoghi di incontro, senza tabù e senza censure.

 
Oggi sapere che il “laico” Comune di Milano ha deciso di porre un veto sulla diffusione di alcune informazioni mi fa imbestialire.

 
Mi fa imbestialire pensare che per tenere insieme interessi e voti qualcuno abbia deciso di sacrificare il diritto di parlare di sesso sicuro con i giovani milanesi; che per tenere buoni i residenti della zona della Movida si facciano conferenze stampa imprecise e superficiali, senza nessuna attenzione e rispetto agli anni di lavoro di chi ci prova quotidianamente a cambiare alcune cose; che non si possa andare contro all’ennesimo prete che sostiene che distribuire preservativi e’ immorale.

 
E mi fa pensare che forse sì, il vento e’ cambiato davvero.

 

Martina Tisato, operatrice di Unità Mobile Colonne

Comunità Nuova Onlus, Milano

 

P.s. Caso mai non fosse chiaro, ci tengo a sottolineare che il fatto che io sia un’operatrice di Comunità Nuova in questo progetto e’ un dato di fatto, ma le posizioni espresse nell’articolo sono assolutamente a titolo personale.

Inoltre potrebbero esserci inesattezze dovute alle informazioni frammentate che ho raccolto rispetto a questa situazione e provvederò a fare le dovute correzioni appena avrò nuovi elementi.

Conosco le difficoltà del lavoro nel sociale, come anche nelle amministrazioni che sono nostri committenti, penso solo che sia ora di dimostrare più coraggio, tutti quanti!

 

 

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