Sui fatti di Roma…ovvero quando il dito indica la luna, l’idiota guarda il dito

 

193431241-9c1c7939-4ef2-4617-a833-86e2ec094636A due giorni dai fatti di Roma (un ultrà romanista che, a grande distanza dallo stadio, apre il fuoco contro un gruppo di napoletani ferendone tre di cui uno in maniera gravissima) pubblichiamo due testi che vengono direttamente da Napoli.
Due testi ch
e non si uniformano ad i luoghi comuni ed agli stereotipi della canea mediatica in corso.
Canea mediatica per la quale una presunta “trattativa” tra Forze dell’Ordine e curva napoletana per garantire il tranquillo svolgimento della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina sarebbe molto più grave del fatto che tre ragazzi che stavano andando a vedere una partita siano finiti all’ospedale pieni di piombo. 
Nel solito teatrino Saviano pontifica dalle pagine di Repubblica mentre il Ministro degli Interni Alfano promette i Daspo a vita manco fossero ergastoli…

Alla fine sono uscito, ho messo in moto la Vespa Special 50 di mia sorella e ho fatto salire mio figlio. Ho comprato una bandiera da 5 euro e mi sono diretto verso il centro fingendomi felice. Non ho potuto fare diversamente, il mio piccolo vive in Sicilia e ha 10 anni, è tifosissimo del Napoli e voleva festeggiare visto che dalle sue parti è abituato a vedere i caroselli dei tifosi della Juve. Durante il tragitto non ho fatto altro che pensare a quanto la serata fosse surreale. Mi sono venuti in mente gli articoli letti prima di uscire dei soliti giornalisti che attribuivano a “Genny la carogna”, uno dei capi-ultras del Napoli, il potere di sospendere la partita. In realtà c’è stata una mediazione e lui ha fatto da portavoce in una situazione dove il parere della curva era fondamentale visto che poche ore prima c’era stata una sparatoria che ha coinvolto alcuni tifosi del Napoli riducendone uno in gravissime condizioni. Cosa bisognava fare? Fregarsene del parere della curva? Ah già, la Carogna è il figlio di un presunto affiliato ai clan e quindi non poteva riportare le decisioni degli ultras. Per chi non lo sapesse anche la deputata del Pd eletta grazie ai brogli alle parlamentarie nel collegio elettorale dove vivo (Mugnano Melito Villaricca) è la figlia di un presunto camorrista, ma questa cosa non scandalizza nessuno, lei appoggia quella faccia di cazzo del non eletto Presidente del Consiglio Renzi ed ha un volto pulito. Invece la camorra è un fenomeno “Lombrosiano” e la si tira in ballo quando serve, quando è funzionale. Se i volti sono duri e cattivi è tutto più semplice e si può fare un po’ quel che si vuole. La camorra , quella vera , tanto è al riparo dietro gli affari leciti come il traffico di rifiuti. Intanto l’Italietta si preoccupa di costruire stereotipi e non si chiede come sia possibile una gestione così sciagurata di un evento pubblico da parte di Questura e Prefettura, l’Italietta ha bisogno di un nemico e quest’ultimo indossa una maglietta con sopra scritto “Speziale libero”. Per chi non lo sapesse Speziale è condannato per l’omicidio dell’ispettore Raciti morto durante il derby tra Catania e Palermo nel 2007. Il processo fa acqua da tutte le parti e nemmeno un fotogramma condanna il giovane catanese. C’è anche un libro che si chiama per l’appunto “il caso Speziale” curato da alcuni avvocati e dagli ultras del Catania che sostengono l’ estraneità del ragazzo rispetto al presunto omicidio . Ma anche all’epoca del derby tra le due squadre siciliane c’era il bisogno di sbattere un mostro in prima pagine per accontentare l’opinione pubblica e quindi ,anche se dalle perizie sembra che l’ispettore Raciti sia stato investito da un’auto, è bastato trasformare Speziale in un auto. Tanto la magistratura non sbaglia mai, vero? Vi dico come la penso: per me la Carogna non ha fatto nulla di grave e Speziale probabilmente è innocente. Intanto siamo arrivati a piazza Trieste e Trento e migliaia di tifosi sono a festeggiare, qualcuno fa anche il bagno nella fontana. La cosa mi reca una profonda delusione, ma del resto era scontato. L’entusiasmo ha prevalso, anche se penso che in tanti saranno rimasti a casa carichi di quel senso di rabbia e frustrazione che mi accompagna da quando ho saputo che quell’infame ha sparato a un nostro tifoso. Perché aldilà delle cazzate l’unica cosa rilevante è che un ragazzo lotta tra la vita e la morte e nessuno ha fatto chiarezza sull’accaduto. La Questura ha addirittura comunicato attraverso una nota passata ai telecronisti durante la partita che l’episodio era estraneo alle dinamiche del tifo. Il tono razzista della telecronaca era linea con i cori provenienti dalla curva dei fiorentini che sono arrivati allo stadio con le mascherine per proteggersi dalla puzza dei napoletani. Che posto di merda l’Italia! Finalmente torniamo a casa, mio figlio durante il ritorno non ha fatto altro che cantare ed è riuscito a regalarmi qualche sorriso. Ma una volta acceso acceso il pc ho scoperto che la situazione era peggio di come l’avevo lasciata: Saviano aveva gia lanciato il suo post scontato e inutile , uno dei feriti è del mio quartiere ed è un mio amico, molti napoletani hanno deciso di autoflagellarsi su Fb prendendo come valide le tesi folkloristiche della stampa. Chiaramente la notizia peggiore è che Ciro , il ragazzo ferito, è ancora in pericolo. Improvvisamente mi sono ricordato di quel nazista frequentatore di Casapound che nel 2011 a Firenze uccise due ragazzi senegalesi, e ho trovato alcune analogie. Poi ho pensato a Sergio Ercolano che per scappare dalle cariche della polizia è morto in quella maledetta notte di Avellino, ed ancora mi sono venuti in mente gli applausi agli assassini di Aldrovandi qualche giorno fa e tante altre cose che non sto qui a raccontare. Pensieri confusi che non so come e non so perchè mi hanno riportano all’unica nota positiva di una serata triste e surreale , i fischi all’inno. FORZA CIRO ITALIA VAFFANCULO!
Egidio
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«Non c’è stata alcuna trattativa con gli ultras del Napoli. Mai pensato di non far giocare la partita», lo dice a chiare lettere il Questore di Roma. Eppure in questa repubblica televisiva delle banane, l’argomento del giorno non sono i tre feriti da arma da fuoco, uno dei quali in condizioni molto critiche, ma il presunto via libera degli ultras del Napoli alla partita. Dal gomorrologo Saviano, per il quale tutto fa brodo quando si può tirare in ballo la camorra, a Tuttosport che parla di sceneggiata, passando per gli editorialisti delle più grandi testate nazionali, quello che emerge è un generale e viscido disprezzo per la città e i suoi abitanti, condannati dalla reputazione anche quando i fatti raccontano una vicenda di segno radicalmente opposto. Sì, esatto, anche quando i napoletani sono vittime del primo assalto con armi da fuoco nella storia del calcio italiano, e uno di loro è in fin di vita, l’oggetto dello scandalo diventano invece Genny e Massimo, ragazzi che conosco personalmente da anni, con i quali ho fatto tantissime trasferte, e ai quali va tutta la mia solidarietà per la gogna mediatica a cui sono sottoposti senza avere nemmeno l’ombra di una colpa. Tra l’altro Massimo è stato il primo ad aiutare il ragazzo ferito più gravemente, mentre i soccorsi ufficiali erano impegnati chissà dove, arrivando con enorme e ingiustificabile ritardo. Non so quante curve avrebbero reagito con tanta maturità in una situazione analoga, io stesso non posso giurare che sarei riuscito a tenere a freno la rabbia feroce e l’indignazione per il vile attacco subito, e nemmeno oso immaginare cosa si starebbe scrivendo se i fatti fossero accaduti a Napoli a parti invertite. Quello che so per certo è che il coro degli sciacalli di Sputtanapoli sarebbe ancora più folto e numeroso. In buona compagnia della retorica banale degli stadi per le famiglie, degli ultras che rovinano il calcio e del trascurabile dettaglio che in una partita definita ad alto rischio, e alla quale erano state dedicate un’infinità di riunioni per l’ordine pubblico, sia stato permesso invece a un potenziale assassino di arrivare armato a ridosso della nostra tifoseria. Ma di quella mano che ha sparato è bene ribadire che sono loro i complici. Tutti quelli che hanno permesso per incuria o approssimazione che i fatti potessero accadere, che hanno deriso il nostro dolore chiamandolo sceneggiata, che hanno contribuito a gettare altro fango su una città che ieri a Roma voleva solo alzare la coppa. Perciò, non ci provate nemmeno a nascondervi dietro i nostri ragazzi, sono carne della nostra carne e sangue del nostro sangue. Quello stesso che ieri abbiamo lasciato sul selciato di una strada della vostra misera Italia. Altro che la lamentela dei fischi all’inno, è bene che sappiate che per voi ormai proviamo solo sovrano disprezzo.
Rosario
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Una risposta a “Sui fatti di Roma…ovvero quando il dito indica la luna, l’idiota guarda il dito”

  1. […] Facile, scontato, sovrapporre la sua figura ieratica a cavalcioni delle staccionate a quella di Ivan Bogdanovic: la maglia nera, i muscoli scolpiti, i tatuaggi, il viso segnato dal racconto di una vita vissuta fuori dai rassicuranti canoni borghesi della sinistra faziana e faziosa. Ecco il mostro da dare in pasto all’opinione pubblica per rassicurarla, tranquillizzarla. Il cattivo ha fattezze lombrosiane precise, è lui. […]

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