NoExpoPride si presenta alla città

11076250_808172562612346_6836373794002137764_n (1)Vogliamo una città frocia, non una vetrina gay per Expo: è la scritta sullo striscione del flash mob di NoExpoPride, che si è presentato alla città in un’assemblea alla Casa delle Donne di Milano sabato 21 marzo, in contemporanea con un’azione di un altro nodo della rete, a Bergamo, dove state installate le icone dello sciopero sociale insieme alle sagome rappresentative delle persone accettate da Expo nei propri padiglioni e di quelle che invece non rientrano nel suo stereotipo borghese della concezione manageriale.

La cornice è quella dei movimenti che si oppongono all’esposizione universale e del Comitato NoExpo, che denuncia il debito che il grande evento lascerà, la cementificazione assurda, la precarizzazione diffusa.

In questo orizzonte di senso, NoExpoPride si concentra sulle tematiche legate al genere, e chiarisce cosa significhi oggi Expo 2015, partendo dall’immaginario costruito dagli stessi partner dell’evento che, attraverso i propri brand, stanno attuando un vero processo di green e pink washing.

assemblea noexppride 2Con uno sguardo particolare rivolto a WE Women for Expo, che parla di nutrimento e sostenibilità e invita tutte le donne a condividere la ricetta per la vita, cioè a raccontare di un piatto di particolare valore emotivo, un invito dal forte valore simbolico, che svela la politica sulle donne che Expo sta portando avanti, in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico e madre prima di tutto, depositaria di conoscenze legate al nutrimento e alla capacità di “prendersi cura”, riportando d’attualità un immaginario che richiama epoche oscurantiste e di matrice patriarcale.

In contemporanea alla presentazione alla città  di NoExpoPride c’è l’inaugurazione della Gay Street patrocinata dal Comune di Milano: una via di 200 metri dove il turista gay dovrebbe trovare e agire il proprio divertimento. Nel più classico degli stereotipi, un’intera strada è stata ripulita dal degrado e messa a disposizione dei gay (maschi e benestanti). Un’area protetta alla quale il mondo possa guardare sorridendo con sollievo.

assemblea noexpoprideÈ difficile non vedere come in questo panorama gli unici segnali di apparente apertura siano dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, mentre è chiaramente in atto uno svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività lgbit*q.  E’ evidente l’operazione di pinkwashing: nessuna reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, né di dare spazio ai diritti delle persone lgbit*q che attraversano Milano, che siano cittadini, turisti o migranti.

La rete NoExpoPride ha denunciato e rifiutato questi meccanismi, anche con una comparsa in via Sammartini, per ribadire che un’unica strada non può essere sufficiente, che è l’intera città a dover essere accogliente per gli individui, indifferentemente dal genere col quale si identificano, dall’orientamento sessuale, dal possesso o meno di documenti e dalla condizione sociale.

In questa direzione a Bergamo è stata lanciata una campagna di affissione che vede protagonisti gli esercenti delle vie del centro, ai quali è stato chiesto di esporre un adesivo con la scritta “Lascia fuori l’omofobia”.

Il lavoro su questi temi prosegue: l’appuntamento per la prossima riunione NoExpoPride è il 7 aprile, il luogo verrà definito nei prossimi giorni. Ci sarà un banchetto nel Campeggio NoExpo già organizzato dal 28 aprile al 2 maggio. La rete attraverserà in modo trasversale il Corteo del 1 maggio e per il 20 giugno è previsto un Corteo nazionale NoExpoPride.

E non è finita qui, gli appuntamenti continueranno, rimanete sintonizzati: su noexpopride.noblogs.org si trova il report dell’incontro di sabato, le immagini delle azioni e i materiali della rete.

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