Lettera a Luca
A Luca.
Sono uno dei tanti No Tav, non intendo firmarmi, di per se perchè una firma non aggiungerebbe niente a questa cosa, inoltre perchè è una lotta di tutti, di nessuno, di persone, e non servono nomi.
Ieri, quando all’inizio sono arrivate le prime notizie non avevo capito di chi si parlava (continuerò imperterrito a non collegare i nomi alle facce), ovviamente ero lo stesso sgomento, ma si fermava a una rabbia distaccata. Quando ho visto la prima foto ti ho riconosciuto, e cazzo… Non ci voglio ancora credere. Là mi ha preso in parte lo sconforto, la tristezza, la rabbia, perchè anche se abbiamo parlato davvero raramente, eri uno dei punti saldi della mia lotta notav. Mi ricordo di te alla Libera Repubblica della Maddalena, mi ricordo di te nelle giornate di lotta estive, mi ricordo di te alle assemblee al presidio Gravela, mi ricordo di te l’8 dicembre. Mi ricordo la semplicità con cui riuscivi a coordinare le più svariate anime del movimento, come ti rapportavi tranquillamente con tutte le anime del movimento dai i più estremi ai più moderati. Mi ricordo come i tuoi interventi nelle assemblee riportassero sempre l’attenzione sull’obiettivo, senza divagare in discorsi futili, in cui però spesso caschiamo. Mi ricordo di te l’8 Dicembre, oltre il ponte della Clarea, mentre noi con il poco entusiasmo di chi è stato massacrato dall’arroganza e dalla violenza della polizia contavamo i feriti, tu riuscivi a incoraggiare ancora, a guardare oltre la battaglia, a immaginare la lotta. Mi ricordo la tua determinazione, il tuo sorriso, la tua parlata, i tuoi incoraggiamenti. Non vorrei essere retorico, ma, me li ricordo davvero tutti. E ancora adesso non ci credo dell’enorme rischio che stai correndo dimostrando, ancora una volta, la tua generosità nella lotta. Ti voglio mandare un abbraccio, uno forte, perchè dopo tante volte in cui ci hai incoraggiato tu, adesso tocca a noi farlo. E lo faremo, continuando a impedire la devastazione della tua valle. Tu resisti però! (so che non ce neanche bisogno di dirtelo!) Resisti perchè ieri mattina rappresentavi tutti noi. Perchè eri in pericolo di vita, arrampicato lassù, esattamente come è in pericolo di vita la valle; perchè eri aggredito dalla polizia, esattamente come è aggredita la valle. E quando ti rialzerai e con il solito sorriso ci indicherai i sentieri nel bosco, sapremo, tutti, senza possibilità di dubbio, che fermarci è impossibile.
Sono uno dei tanti No Tav, non intendo firmarmi, di per se perchè una firma non aggiungerebbe niente a questa cosa, inoltre perchè è una lotta di tutti, di nessuno, di persone, e non servono nomi.
Ieri, quando all’inizio sono arrivate le prime notizie non avevo capito di chi si parlava (continuerò imperterrito a non collegare i nomi alle facce), ovviamente ero lo stesso sgomento, ma si fermava a una rabbia distaccata. Quando ho visto la prima foto ti ho riconosciuto, e cazzo… Non ci voglio ancora credere. Là mi ha preso in parte lo sconforto, la tristezza, la rabbia, perchè anche se abbiamo parlato davvero raramente, eri uno dei punti saldi della mia lotta notav. Mi ricordo di te alla Libera Repubblica della Maddalena, mi ricordo di te nelle giornate di lotta estive, mi ricordo di te alle assemblee al presidio Gravela, mi ricordo di te l’8 dicembre. Mi ricordo la semplicità con cui riuscivi a coordinare le più svariate anime del movimento, come ti rapportavi tranquillamente con tutte le anime del movimento dai i più estremi ai più moderati. Mi ricordo come i tuoi interventi nelle assemblee riportassero sempre l’attenzione sull’obiettivo, senza divagare in discorsi futili, in cui però spesso caschiamo. Mi ricordo di te l’8 Dicembre, oltre il ponte della Clarea, mentre noi con il poco entusiasmo di chi è stato massacrato dall’arroganza e dalla violenza della polizia contavamo i feriti, tu riuscivi a incoraggiare ancora, a guardare oltre la battaglia, a immaginare la lotta. Mi ricordo la tua determinazione, il tuo sorriso, la tua parlata, i tuoi incoraggiamenti. Non vorrei essere retorico, ma, me li ricordo davvero tutti. E ancora adesso non ci credo dell’enorme rischio che stai correndo dimostrando, ancora una volta, la tua generosità nella lotta. Ti voglio mandare un abbraccio, uno forte, perchè dopo tante volte in cui ci hai incoraggiato tu, adesso tocca a noi farlo. E lo faremo, continuando a impedire la devastazione della tua valle. Tu resisti però! (so che non ce neanche bisogno di dirtelo!) Resisti perchè ieri mattina rappresentavi tutti noi. Perchè eri in pericolo di vita, arrampicato lassù, esattamente come è in pericolo di vita la valle; perchè eri aggredito dalla polizia, esattamente come è aggredita la valle. E quando ti rialzerai e con il solito sorriso ci indicherai i sentieri nel bosco, sapremo, tutti, senza possibilità di dubbio, che fermarci è impossibile.
AnonimoNoTav
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