Hip Hop e rivoluzione: bilanci e prospettive dopo il primo lustro di Zam Hip Hop Lab
“Te lo ricordi quell’open mic con Esa in Olgiati in cui eravamo in 10 Esa compreso? Te la saresti mai immaginata una situa così allora?”
Da quel lontano Dicembre del 2012 sono successe un sacco di cose e lo Zam Hip Hop Lab si è evoluto parecchio, ma l’attitudine è rimasta la stessa: ci piace di brutto l’hip hop e vogliamo farlo in un centro sociale, perché per noi l’hip hop è divertimento, è crescita e ricerca di senso personale, ma è anche e soprattutto antifascismo e attività politica.
Con i compagni di Zam abbiamo affrontato due sgomberi, il primo in via Olgiati (in Barona) e il secondo in piazza Santa Croce (in Darsena); da tre anni siamo in via S.Abbondio (quartiere Abbiategrasso-Chiesa Rossa).
Ogni volta lo sgombero è stato un duro colpo, ma ad ogni nuova occupazione l’attività del laboratorio è diventata una componente sempre più integrante e di rilievo all’interno del centro sociale, e sempre più membri del laboratorio hanno iniziato a partecipare al Collettivo politico di Zam. Di pari passo si ingrandiva lo spazio fisico a nostra disposizione: dall’utilizzo degli spazi comuni per il laboratorio di scrittura condotto da Esa per due ore a settimana nel primo spazio siamo passati ad avere una stanza tutta nostra dopo la seconda occupazione, fino alla situazione attuale in cui lo Zam Hip Hop Lab svolge le sue attività all’interno della Rap Caverna, dove è stato costruito uno studio di registrazione con cabina insonorizzata.
Sono passati cinque anni dalla nascita dello Zam Hip Hop Lab e, come da migliore tradizione, la fine di un quinquennio è un appuntamento utile per fare mente locale su quanto raggiunto finora e provare a pianificare il lavoro per il quinquennio successivo.
L’hip hop vive quando le persone si incontrano e stanno insieme, scambiano rime, vibes ed esperienze: per noi è sempre stato importante cercare di tenere viva questa cultura, e lo abbiamo fatto ospitando a Zam all’incirca un centinaio di eventi hip hop tra live, jam, open mic e cyphers, tutti gratuiti o a prezzi accessibili a chiunque.
L’attività più consistente del laboratorio, tuttavia, si concretizza all’interno della Rap Caverna. Lo studio di registrazione è aperto quasi quotidianamente, per chiunque voglia allenarsi ad utilizzare i giradischi, registrare un pezzo o anche solo per piazzare. La strumentazione, disponibile per tutti gratuitamente, è di buon livello, e altrettanto buona è la qualità delle registrazioni fatte nello studio. Per noi è un successo incredibile il fatto che la Rap Caverna stia diventando lo studio di registrazione di quartiere per molti rapper di zona e che sia quindi frequentata ed utilizzata non solo dai ragazzi del laboratorio e dalla Rap Caverna Posse, crew creatasi all’interno del Laboratorio. Anche alcuni ragazzi migranti attualmente residenti in uno SPRAR, tutti accompagnati dai loro educatori di riferimento, passano qualche volta a registrare le loro barre.
Insomma, lo studio di registrazione inizia ad essere un punto di riferimento in zona Stadera-Chiesa Rossa.
Tutto questo non dev’essere e non è un punto di arrivo, ma è un buon punto di partenza per le future attività del lab.
Per quanto riguarda lo studio di registrazione, il nostro obiettivo è creare uno spazio in cui, attraverso autogestione e condivisione dei mezzi di produzione musicale e senza sottostare a logiche di mercato né al diritto d’autore, sia possibile creare un prodotto musicale completo: registrazione, mixaggio, mastering e post-produzione, masterizzazione di CD e packaging.
Di pari passo con la continua auto-formazione all’utilizzo dei diversi programmi per registrare dei partecipanti al laboratorio, quindi, in futuro sarà necessario predisporre in studio una postazione con stampante per CD disponibile a tutti, e l’apertura dello studio al pubblico dovrà essere più strutturata ed organizzata, in modo da avere orari e giorni precisi in cui si sappia che lo studio è aperto e poter così aumentare ulteriormente il numero di frequentatori dello spazio.
Nei prossimi cinque anni speriamo che l’attività del laboratorio, insieme alla gestione dello studio, esca anche fuori da zam e incontri altre situazioni e altri percorsi, e ci adopereremo perché questo accada.
Un percorso a cui abbiamo già partecipato è Partigiani in Ogni Quartiere, con il nostro attivo coinvolgimento all’organizzazione dell’evento del 25 Aprile e con il live della Rap Caverna Posse nelle ultime tre edizioni. Insieme a POQ, inoltre, stiamo lavorando alla creazione di laboratori hip hop attraverso i quali, per mezzo di attività pratiche e scrittura di testi rap, poter parlare di resistenza e antifascismo nelle scuole. Il rap e la musica hip hop possono essere (e sicuramente lo sono stati per noi) un ottimo strumento per sviluppare tutte quelle qualità che sono proprie di un antifascista e che la scuola dovrebbe trasmettere ai cittadini di domani: saper riflettere criticamente sulla realtà, essere empatici, saper ascoltare e sapere ascoltarsi, essere consapevoli dei propri limiti e delle proprie potenzialità, cercare sempre di comprendere prima di giudicare.
L’attività del lab ci ha permesso di entrare in contatto con diverse realtà di movimento del nord Italia (il Pacì Paciana di Bergamo, il Magazzino47 di Brescia, il Pedro e lo Sherwood Festival di Padova, il Cavallerizza di Torino, il Rizoma di Bologna) e di stringere rapporti con numerosissimi artisti underground da tutta la penisola; nei prossimi anni sarà importante per noi continuare ed approfondire queste relazioni, perché così sarà possibile non solo far vivere e condividere la cultura hip hop, ma quell’hip hop connotato dai valori positivi riscontrabili nell’antifascismo e sintetizzabili nelle quattro parole d’ordine delle origini: Peace, Unity, Love & Havin’ Fun. Noi siamo convinti che il miglior modo per mettere in pratica questi valori sia attraverso l’azione politica di auto-organizzazione e auto-gestione, di riappropriazione e rivalutazione degli spazi e attraverso la creazione di comunità intorno a pratiche positive, come lo sono l’hip hop e le sue discipline.
Una delle realtà più interessanti e allo stesso tempo drammatiche con cui siamo entrati in contatto durante l’ultimo anno è quella dei migranti e in particolare del caporalato e della raccolta ortofrutticola nel sud Italia. Radio Ghetto opera in una delle baraccopoli che si sono venute a creare intorno ai Centri di Accoglienza, dove migliaia di persone vivono e lavorano sottopagate come braccianti stagionali nei campi: quest’estate e in questi primi giorni di dicembre alcuni dei partecipanti al laboratorio sono stati ospitati e hanno preso parte alle attività della radio. E’ nostro forte desiderio continuare questa collaborazione, sia per dare un maggior contributo alle attività della radio, sia soprattutto facilitare la formazione di una rete di relazioni e conoscenze sul territorio italiano di cui possano beneficiare i migranti.
Il 13 Dicembre 2012 nasceva lo Zam Hip Hop Lab. Ogni anno, come per ogni compleanno che si rispetti, organizziamo un grande party per festeggiare la ricorrenza.
Sabato 16 Dicembre è il giorno designato, come sempre ci sarà un concerto a Zam, come sempre il tema della serata sarà il nostro amore incondizionato verso le forze dell’ordine: “non penso che lo sbirro sia una merda in carne ed ossa, bensì che la divisa renda merda chi la indossa”, “gli sbirri nel quartiere per me sono space invaders”, “seguo lo schema metrico a-c-a-b, non riesco a non odiarli pure in MD” sono alcuni versi della Rap Caverna Posse che potrete ascoltare durante la serata. Con loro si esibiranno sul palco di Zam anche Zirconi4eva (Spa+AzzaBwoy), OverAllBlocco (original Grato Sound) e, ultimo ma non meno importante, Nex Cassel, famoso per condividere i nostri stessi sentimenti verso gli sbirri.
Fino alla vittoria.
Il Collettivo Zam Hip Hop Lab
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