Accampamento sotto il Comune – Non tutte le case hanno un tetto
Stanotte come Brigata Lena-Modotti e progetto Drago Verde siamo in accampamento sotto al Comune di Milano! L’inverno trascorso é stato un tormento per i senzatetto, tra emergenza freddo, povertà e Covid. Non possiamo accettare che non sia stato preso nessun provvedimento concreto per queste persone!
A Milano ci sono quasi 7.200 case popolari vuote di cui 3.356 di proprietà del Comune. Altre 3.000 designate come inagibili, per un totale di 10mila appartamenti disabitati. In strada, secondo l’ultimo censimento a cura di racCONTAMI2018 (iniziativa della Fondazione Rodolfo Debenedetti con la partecipazione del Comune) nel 2018 c’erano 2.608 persone e oggi, a causa della pandemia, si stima ce ne siano 314 in più, di cui 187 uomini, 27 donne e 25 nuclei familiari (dall’ultimo rapporto Caritas).
La povertà è cresciuta dal 31% al 45% e ulteriori 600 persone, tra cui giovani coppie, non riescono a pagare le utenze e tantomeno gli affitti. Non si conoscono i numeri invece di tutti i cosiddetti “irregolari” che transitano in città prima di spostarsi in altri stati o che in attesa di ottenere asilo politico rischiano di finire nei CPR. Per loro l’accoglienza non è contemplata.
A rendere un sistema già fragile ci si è messo il Coronavirus, i posti nei dormitori quest’anno sono contingentati e il Comune è partito in ritardo rispetto agli anni scorsi con il Piano Anti-Freddo attivo dallo scorso 30 novembre, dichiarando 2700 posti letto potenzialmente disponibili di cui 790 specifici per il piano stesso, 1005 legati al sistema residenziale e di integrazione socio sanitaria e ulteriori 905 qualora ve ne fosse la necessità.
A queste persone mancano cure mediche regolari, accesso a farmaci essenziali e servizi per una costante igiene personale. In onore di un decoro privo di qualsiasi umanità le loro tende, coperte e sacchi a pelo vengono spesso gettati aumentandone ulteriormente il disagio.
Servono progetti di accoglienza strutturati, un supporto che non identifichi i senza fissa dimora come gruppo omologato quanto piuttosto ne riconosca l’individualità e un sistema che metta a disposizione luoghi sicuri dove far trascorrere la notte ai migranti in transito e alle situazioni d’emergenza.
Come Mutuo Soccorso chiediamo al Comune di Milano di ascoltare la voce dei suoi cittadini collaborando affinché questa città si trasformi in quella forma progressista che tanto rivendica.
Nello specifico:
-posti letto disponibili per tutt* in sicurezza nelle norme anti-Covid, sfruttando strutture come hotel che al momento non sono in attività;
-le condizioni dei dormitori sono, a detta di molt*, non dignitose. Lavorare affinché l’accoglienza non sia solo sulla carta ma nelle strutture stesse;
-ampliare la rete e agevolare il lavoro di squadra per le strade anche per quelle associazioni che non fanno parte del coordinamento ma che offrono un impegno e supporto costante;
-squadre di medici e pronto intervento dedicati che si muovano sul territorio. Le persone che incontriamo nella maggior parte dei casi non si spostano la sera per varie ragioni, serve qualcuno che vada da loro;
-il supporto psicologico attivo è limitato rispetto al numero di senza fissa dimora presenti. Chiediamo che venga fortemente rafforzato e che si crei un rapporto fluido con tutte le associazioni che operano in città;
strutture dedicate ai transitanti;
-un piano strutturato volto ad agire sul lungo periodo che comprenda la ristrutturazione di abitazioni sfitte in ottica di dare ai senzatetto un’abitazione dove stare e la possibilità di reinserirsi in società. Sul modello del progetto finlandese House First. Perché non implementare il lavoro di Arca affinché diventi la regola e non l’eccezione?
-oltre al centralino per le segnalazioni non c’è di fatto un pronto intervento dedicato. Le situazioni gravi che si incontrano per la strada sono all’ordine del giorno, servono unità volte a intervenire nei casi specifici d’emergenza e a farlo con tempistiche rapide.
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Evitate di imbrattare i muri delle proprietà altrui con i vostri adesivi. La vostra protesta deve rispettare gli altrui diritti. Buon lavoro!