Al Welfare lombardo salta un’altra testa, ora tocca a Trivelli
Resta staccato per tutto il pomeriggio il cellulare di Marco Trivelli, da ieri ex direttore generale del Welfare lombardo, silurato da Letizia Moratti proprio nel giorno in cui sono partite – a fatica e con qualche ressa – le vaccinazioni anti-Covid per gli over 80.
Trivelli, 57 anni, era stato nominato dal Presidente leghista solo otto mesi fa per sostituire Luigi Cajazzo, primo capro espiatorio della mala gestione sanitaria in pandemia del duo Fontana-Gallera. Una rimozione che lascia intravedere un certo dissapore tra governatore e assessora, proprio quando gli annunci a mezzo stampa fanno rimbombare forte il «va tutto bene» di Fontana.
Al ciellino Trivelli, un passato da direttore generale all’Ospedale Niguarda di Milano, pare fosse riconosciuto persino dagli oppositori politici una certa franchezza nel dire le cose. Non proprio lo yes man di cui ha bisogno Moratti in questa fase, che ha pensato bene di trasferire l’ex dirigente alla guida dell’Asst di Vimercate (MB). Senza dubbio un demansionamento, neanche troppo mascherato, che segue a una lunga serie di sgambetti.
Dopo la settimana della Lombardia «per errore in zona rossa», era infatti saltata fuori la mail a firma Trivelli inviata a Silvio Brusaferro, numero uno dell’Iss, per chiedere la rettifica di alcuni dati, a parer suo «facoltativi», sulla diffusione del contagio. L’ultima patata bollente solo pochi giorni fa, il 16 febbraio, quando Letizia Moratti lo ha mandato da solo in Consiglio regionale a rispondere a interrogazioni, interpellanze e rimostranze – tante – delle opposizioni, che hanno poi appreso dal presidente dell’Assemblea Alessandro Fermi la decisione dell’assessora di incaricarlo «di rispondere a tutti i quesiti istituzionali», non solo in Consiglio ma anche in Commissione Sanità. Indubbiamente una posizione scomoda. Anzi, scomodissima, considerate le numerose questioni ancora aperte sul tavolo del dg: a partire dalla diffusione in chiaro dei dati sul contagio più volte negata, fino al piano vaccinale futuristico ma di difficile attuazione del consulente Bertolaso.
Proprio insieme a quest’ultimo, ieri, l’assessora e il dg al Welfare avrebbero dovuto incontrare il sindacato dei medici di medicina generale per mettere una toppa al disastro causato dalle comunicazioni errate sullo svolgimento della campagna di immunizzazione per gli anziani. Incontro saltato, ufficialmente per impegni precedentemente fissati. Anche se tutto fa pensare a un rinvio pilotato proprio in vista della bufera in arrivo.
A sostituire Trivelli, comunque, sarà un uomo scelto – appunto – da Moratti: Giovanni Pavesi. Non un lombardo, bensì un veneto, proveniente dalla Usl 6 di Vicenza, bocconiano con un passato nell’amministrazione comunale di Verona in quota Lega. Un politico. «Un laureato in economia, non un medico. Non proprio quello che ci vuole per gestire la nostra sanità», commenta al telefono la consigliera Pd Carmela Rozza. «Inoltre, viene da una regione in cui il sistema sanitario è completamente diverso, dovrà inserirsi in corsa e questo non è il momento migliore per farlo, viste le scadenze che ci attendono», aggiunge. «Letizia Moratti sta sbagliando ancora come fece da sindaco di Milano: una serie di dirigenti rimossi in pochissimo tempo. E infatti non fu riconfermata alle urne», conclude.
«Evidentemente, nonostante la tenacia di operatori, dirigenti e sanitari, qualcosa non ha funzionato nella ‘perfetta’ macchina sanitaria regionale, in attesa del tagliando della ‘riforma della riforma’», è la nota lapidaria di Anaao-Assomed Lombardia dopo la rimozione del dirigente.
Non è ancora chiaro quando si insedierà il nuovo dg, probabilmente già lunedì. Quel che è certo, come fanno notare le opposizioni, è che si tratta del terzo dirigente in meno di un anno, destinato a fare da scudo, come Cajazzo e Trivelli, agli errori della gestione verticistica a guida leghista.
di Francesca Del Vecchio
da il Manifesto del 19 febbraio 2o21
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