Sulle violenze di genere di Capodanno in piazza Duomo
Il 31 dicembre, in piazza Duomo a Milano, sono stati commessi diversi atti di violenza nei confronti di alcune ragazze che erano lì per festeggiare il Capodanno.
Siamo dalla parte delle giovani donne sopravvissute, siamo con loro.
Sappiamo bene che fuoriuscire dalla violenza significa affrontarla ritrovando la propria strada verso l’autodeterminazione.
Ricordiamo alle nostre sorelle i contatti dei centri anti violenza femministi di Milano, luoghi che sono dedicati al rispetto di chi è sopravvissuta e delle sue scelte e che fornisce, tra gli altri, un supporto psicologico:
Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano
Cerchi D’Acqua – Centro Antiviolenza – Cooperativa Sociale
Non ci interessano le questioni sterili e faziose sulle origini dei violenti, identificati come ‘frequentatori della loggia dei Mercanti’. Troppo spesso il tema della violenza sulle donne viene strumentalizzato per giustificare il discorso razzista. Ci interessa che la violenza è trasversale e che la ghettizzazione dei minori non accompagnati e dei migranti porta a dinamiche dove la violenza nelle relazioni è prassi: i modelli di accoglienza vanno rivisti e subito!
La violenza di genere è pervasiva, sistemica, strutturale: il 31,5% delle donne in Italia ha subito violenza e il 70,5% dei femminicidi avviene in ambito familiare.
Palpare, molestare, violare è ancora considerata goliardia se sei italiano, occidentale, cristiano e bianco. Violenza se invece non lo sei.
La cultura dello stupro è una cosa seria e riguarda tutt_: pretendiamo educazione all’affettività, sessuale e al consenso nelle scuole, nelle comunità per giovani, nei tribunali, negli ospedali, in tutti i luoghi istituzionali e di socialità.
Ci siamo lacerate le corde vocali ribadendo che la soluzione non è il controllo e la repressione, né la militarizzazione del suolo urbano con la scusa della sicurezza. Sappiamo bene che una città sicura e attraversabile è una città progettata e pensata per lo sviluppo di relazioni e modi di relazionarsi liberi e basati sul consenso, accessibile a tutte le persone di ogni genere, abilità, provenienza, colore della pelle, classe.
La città pianificata per la crescita economica per poch_ e il profitto è una città in cui la strada diventa lo sfogatoio della frustrazione.
Una città che da gennaio 2021 ha visto 1952 denunce per maltrattamenti a fronte delle 1622 dell’anno precedente, 1087 per stalking a fronte delle 779 dell’anno scorso.
Torneremo insieme a riappropriarci della notte e della strada perché le strade sicure le fanno le donne che le attraversano!
* foto di Michele Lapini, corteo nazionale NON UNA DI MENO 27 novembre 2021
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