Aumentano le morti sul lavoro, ma nelle prime pagine dei media non si trova nulla…
“Emergenza immigrazione”, “Le atomiche di Kim”, “Gli attentati di ISIS”, “L’ultimo tweet di Salvini”, “Le divisioni della sinistra”, “Le candidature dei 5 Stelle”, “L’obbligo di vaccinazione”…
Questi alcuni dei titoli che avreste potuto trovare nei media mainstream negli ultimi giorni. Alcuni su argomenti importanti, altri su argomenti che importanti lo sono molto meno…
Una notizia però è scivolata rapidissimamente nel dimenticatoio senza quasi lasciar traccia. Si tratta dell’aumento delle morti sul lavoro nel 2017. Sì perché nei primi sette mesi di quest’anno gli infortuni e i morti sono aumentati sensibilmente.
Da Gennaio ad oggi le persone che hanno perso la vita lavorando sono state 591: una vera e propria ecatombe che però non sembra interessare a nessuno (se non alle famiglie di chi muore) e che non scatena quella ondata di isteria securitaria che si è impadronita del paese negli ultimi anni.
Qualcuno cerca di scaricare la responsabilità dell’aumento delle morti bianche sul minimo di ripresa economica in corso nell’ultimo periodo in Italia. “Si è ripreso a lavorare e questo comporta più rischi” sembra essere la posizione del mondo imprenditoriale.
Forse però il fatto di avere un mercato del lavoro super-precarizzato con un livello di disoccupazione e lavoro nero altissimi non aiuta la sicurezza sul lavoro. Entrambi questi fattori rendono il lavoratore pesantemente ricattabile.
Che interesse avrà un lavoratore a chiamata a far notare che l’azienda per cui lavora non rispetta i protocolli di sicurezza? Che interesse avrà un lavoratore over50, magari appena tornato nel mondo del lavoro dopo qualche anno di disoccupazione (che per chi ha lavorato una vita è un vero e proprio dramma sociale, economico e psicologico) a contestare alla propria azienda la violazione delle norme di sicurezza?
A un anno dalla morte di Abd Elsalam Ahmed, travolto da un camion durante un picchetto di sciopero, il tema del lavoro continua a latitare drammaticamente nel dibattito politico italiano.
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