Diario da Francoforte, 30 maggio.

WP_00023830 Maggio 2013

Diario da Francoforte

Quando si arriva a Francoforte la prima immagine che ci si trova davanti e´l imponente skyline della città: un fascio di grattacieli domina l’íntera complesso urbano, punteggiando il cielo, carico di pioggia, di fredde torri di vetro e acciaio, sulla cui sommitä si distinguono,anche da kilometri, le insegne di banche e gruppi finanziari di tutto il mondo.

Il traffico scorre quasi inesistente, oggi e´ il “corpus domini” e da queste parti e´un giorno festivo; cosi´mentre trecento persone assistono alla messa celebrata in piazza, dal lungo Meno si intravedono lunghe colonne di mezzi della polizia dirigersi verso il palazzo della Banca Centrale.

L’anno scorso avevamo incontrato, in queste stesse strade, l’enorme dispositivo di controllo posto a tutela della centrale della Troika europea; ma quest’anno la presenza della polizia e’ molto meno evidente e la zona rossa e´ristretta all’isolato della BCE. I soliti divieti posti alle manifestazioni sembrano notevolmente ridotti, anche se i compagni tedeschi dicono che non e´ per forza un buon segno.

Quello che spaventa di più la polizia pare essere il blocco dei varchi intorno alla Banca Centrale, le azioni nella zona della griffe e soprattutto al terminal 1 dell’aeroporto.

Questi, tra i tanti, sono i discorsi che ricorrono nelle chicchere tra attivisti nel “campeggio anticapitalista” di Rebstockpark.

Tra gli abbracci con i compagni tedeschi che ci chiedono di Z.A.M. e del “geräumt” (“sgombero”) e i saluti con gli altri compagni italiani.

Nonostante la pioggia dei giorni scorsi, sono già centinaia le tende che spuntano in questo enorme prato alle spalle della tangenziale. Come sempre l’organizzazione delle strutture di movimento tedesche ( soprattutto “I.L.” e “…ums Ganze!” e´impeccabile, oltre a infopoint, una mensa, un presidio medico e un piccolo mediacenter, ci sono diversi tendoni adibiti a spazi di discussione e preparazione delle azioni, mentre continuano ad arrivare bus provenienti da diverse cittä europee.

La delegazione straniera piü grande e´, appunto,quella italiana, ma non mancano compagni da altre parti d’Europa dall’Olanda alla Spagna.

Dopo una intenso pomeriggio di riunioni, dibattiti e preparativi, tra cui la costruzione di decine di “book block”, ci si ritrova tutti nell’assemblea plenaria delle 19:00.

In questi partecipatissimi momenti collettivi si sono ribadite, da un lato, le ragioni politiche di blockupy 2013, e dall’altro si sono date indicazioni pratiche sulle azioni della prima giornata di mobilitazione.

A partire dalle cinque del mattino di venerdi´ 31 Maggio, in cui, arrivando da più lati, con la tattica delle dita e del pugno, si proverà a bloccare il lavoro della BCE rendendola inaccessibile, per poi proseguire nel pomeriggio con un moltiplicarsi di pratiche che andranno a interrogare le dimensioni del diritto alla città in opposizione all’occupazione del territorio da parte dei grandi brand e a attraversare uno degli aeroporti più

importanti a livello continentale portando le ragioni della campagna “keine mensch ist illegal” contro ogni espulsione di migranti e contro le politiche razziste della fortezza Europa.

Gli interventi si susseguono, mentre tra gli attivisti circolano mappe “speciali” della città ( con gli obiettivi delle azioni e gli orari di incontro), volantini e foglietti del legal-team, mentre un fragoroso applauso saluta l’arrivo dei compagni di Berlino, fermati in autobus per più di cinque ore alla polizia.

Rapidamente ci si ritrova per “dita di appartenenza” per definire gli ultimi dettagli e dopo una cena veloce tutti a letto.

Rientrando a casa il traffico cittadino e´ripreso, mentre si intravedono le centinaia di transenne disposte nelle vie di accesso alla BCE.

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