Elezioni in Europa

Diverse le indicazioni che stanno uscendo dalle urne dell’Unione Europea
in questa Primavera del 2012.


In Francia il socialista Hollande caccia dall’Eliseo l’arrogantissimo Sarkozy dopo un solo mandato presidenziale.
La sinistra torna quindi alla presidenza a quasi vent’anni da Mitterand.
La Francia ha regalato al mondo momenti rivoluzionari importantissimi partendo dalla Bastiglia nel 1789 per arrivare alle rivolte delle banlieues del 2005 e degli studenti del 2006 passando per le giornate del Maggio ’68.
Nonostante questo la Francia profonda resta un paese conservatore e di destra (una destra repubblicana ben diversa da quella italiana) la cui espressione perfetta fu il generale De Gaulle ed il gaullismo.
Nel 2007 Sarkozy con il suo iperattivismo e decisionismo era stato capace di incantare una buona parte dell’intellighenzia laica e progressista francese.
Noi lo ricordiamo nel suo ruolo di Ministro dell’Interno quando si incaricòdi spazzare via la “racaille” dalle periferie francesi nel 2005.
Le sue politiche muscolari ben si adattavano ad una frase di Gianamaria Volontè nei panni del funzionario di Polizia nel film “Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto”: “La repressione è il nostro vaccino! La repressione è civiltà”.
Ci ha pensato la crisi economica a spazzare via la coltre di illusioni e mistificazioni.
Neanche la guerra in Libia è riuscita a risollevare la popolarità di Sarko che ha duramente scontato il servilismo verso i diktat tedeschi.
Le aspettative verso Hollande sono molto elevate, sicuramente eccessive, così come eccessive erano quelle verso Mitterand ai tempi della sua prima elezione nel 1981 come candidato della sinistra unita (socialisti e comunisti alleati).
Hollande dovrà cercare di condizionare la politica economica in seno all’Unione Europea (ed in questo ha un buon alleato in Mario Monti) tentando di promuovere tra le altre cose: la possibilità per la Banca Centrale Europea di prestare denaro direttamente agli Stati e non solo alle banche, la tassazione delle rendite finanziarie, la creazione degli eurobond per condividere e spalmare a livello europeo il debito ed infine la possibilità di separare dal debito le spese per gli investimenti.
Per ottenere tutto ciò (impresa quasi impossibile) dovrà scontrarsi con le rigidità e la miopia della Merkel che con la sua pervicace politica di equilibrio dei contipubblici non sta solo spingendo verso la miseria milioni di europei, ma anche distruggendoi mercati periferici dell’economia tedesca.
L’estrema-sinistra si è dimostrata ancora una volta molto forte, ma l’elemento piùdestabilizzante e preoccupante è la valanga di voti per il Front National di MarineLe Pen percepito come partito anti-sistema in nessun modo invischiato coi fallimenti dei partiti storici.
Gli equilibri saranno più chiari dopo le elezioni legislative di Giugno.


Ben più destabilizzanti i risultati delle elezioni in Grecia.
Più che ad una tornata politica si è assistito ad un referendum controle istituzioni finanziarie europee ed le loro imposizioni che hanno messo inginocchio il paese.
I due partiti storici emersi dopo la caduta della Ditattura dei Colonnellinel 1974 crollano.
Il partito di destra, Nuova Democrazia arriva a stento al 19%. Mentre isocialisti del PASOK crollano al 13%.
Il partito di sinistra Syriza arriva quasi al 17% e l’estrema-sinistra nelsuo complesso, va oltre il 30% dei voti evidenziando come le posizioni politicamente radicali abbiano ormai messo profonde radici nella cultura greca.
Preoccupante l’ascesa dei neonazisti di Alba d’Oro, con il loro consueto armamentario xenofobo. Odio contro gli immigrati che risulta ancor più patetico di fronte alle dimensioni colossali della crisi economica di cuii veri responsabili sono ben visibili agli occhi di tutti.
L’astensione ha toccato livelli incredibili coinvolgendo un terzo dell’elettorato.La fiducia nello Stato, nel paese ellenico, ha raggiunto livelli minimi.
Disoccupazione, salari bassi, povertà, dilagare della criminalità e dell’uso di sostanze stupefacenti, brutalità poliziesca. Questo è lo scenario ad Ateneed in tutto il paese.
Il quadro che si apre è quello di una grande instabilità con un ulteriore crollo della Borsa di Atene ed il rifiuto, da parte del leader conservatore Samaras, di formare un governo.
Nuove elezioni sembrano probabili.
Il paese è sull’orlo del tracollo ed un tempo, si sarebbe detto: “La situazione è rivoluzionaria”.
I Greci ci hanno abiutato ad audaci assalti ai palazzi del potere.
Questi potrebbero ripetersi in dimensioni ancor più feroci.


Elezioni locali si sono tenuta anche in Gran Bretagna ed in Germania.
I Conservatori inglesi tengono Londra, ma arretrano nel resto del paese.
I Liberali loro alleati crollano un po’ ovunque pagando duramentel’alleanza col governo Cameron e le politiche di austerità varate negli ultimi anni. Anche l’Inghilterra è stata palcoscenico, negli ultimi anni, di rivolte studentesche e nelle periferie.
In Germania la Merkel sembra ancora tenere mentre crollano i suoi fedeli alleati liberali. La Spd conquista posizioni. Ottima la performance del partito dei Pirati.
I democristiani riescono ancora a vivere di rendita grazie alla relativa forza dell’economia tedesca rilanciata negli anni passati da una serie di iniziativevarate ai tempi della Grosse Koalition tra Cdu e Spd e di accordi di collaborazione raggiunti tra il padronato ed i forti sindacati tedeschi.
L’elettorato tedesco sembra apprezzare la rigidità (e la cecità)con cui la Cancelliera sta difendendo gli interessi dell’economia di Berlino.
Una politica scarsamente lungimirante che se può assicurare effetti immediatirischia di portare al collasso l’intera strutture dell’Unione Europea nel giro di qualche anno.


L’elettorato europeo sembra voler concedere un’ultima chance alla sinistra.
Se, come d’abitudine, le scelte politiche dei progressisti europei saranno al di sotto delle aspettative, immense praterie di consenso si aprirannoper chi sarà capace di catalizzare rabbia e delusione.
Guardando alla storia d’Europa ed alla reazione alle crisi economiche purtoppo non c’è da essere ottimisti.
Fascismi e nazismi insegnano…


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