Padova || 19.11 – Io senza Bios non so essere felice – Occupato l’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune

comune_biosTratto da bioslab.org

Da diverse settimane abbiamo iniziato la campagna per riprenderci gli spazi del Laboratorio Bios sgomberati nel luglio scorso. Dopo l’occupazione dell’atrio dell’INPS dei giorni scorsi qualcosa ha cominciato a sbloccarsi. Durante la prima fase di trattativa con i responsabili regionali è emersa la disponibilità dell’Inps a concedere gli spazi, ma anche l’impossibilità a livello burocratico di un’assegnazione diretta. Per sopperire a tale impossibilità l’INPS ha proposto il coinvolgimento del Comune come intermediario per poter procedere all’assegnazione. Ancora una volta, però,  i tempi burocratici niente hanno a che vedere con l’esigenza di far vivere e dare continuità e stabilità ai nostri progetti. Il lungo silenzio del Comune di Padova, a fronte dei ripetuti contatti con il Direttore regionale INPS Salomone, non poteva più essere accettato.

Così, questa mattina, abbiamo invaso simbolicamente l’Ufficio relazioni col pubblico del Comune per ottenere un incontro con un delegato del Sindaco che si esprimesse in merito alle nostre richieste. Dopo una ventina di minuti una delegazione è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto di Ivo Rossi che ha dichiarato la disponibilità del Comune ad un incontro per l’assegnazione degli spazi Inps entro la settimana.

I nostri progetti e desideri non possono più aspettare, ora vogliamo risposte! Ancora una volta, solo sotto la pressione di iniziative pubbliche le istituzioni si mostrano… Passo dopo passo, ci riprendiamo lo spazio!

[Ndr: Video Io senza Bios non so essere felice. We are coming back]

Di seguito il comunicato della giornta:

Padova, 19 novembre 2013

All’attenzione del Sindaco di Padova, delle autorità cittadine e della cittadinanza intera.

Siamo i soggetti precari del Laboratorio Bios che il 17 aprile scorso hanno riaperto i locali di proprietà dell’Inps di via Palestro 26 e 26A lasciati al degrado per oltre 17 anni. Abbiamo riaperto quei luoghi alla città intera organizzando fin da subito attività politiche e culturali, trasformando vecchi spazi ammuffiti in un luogo di socialità, di autorganizzazione e di autogestione contro la devastante precarizzazione imposta dalle politiche di austerity.

Fin da subito, tutti coloro che attraversano giornalmente le strade dello storico quartiere hanno dimostrato non solo di essere solidali, ma anche come questo luogo rappresentasse una boccata d’aria fresca in una città in cui si percepisce sempre di più la mancanza  di spazi sociali, di aggregazione, liberi e non commercializzati, dove sperimentare e mettere in campo nuove politiche sociali di mutualismo.

In pochi giorni abbiamo raccolto centinaia di firme a sostegno del Laboratorio Bios e la solidarietà e complicità di innumerevoli realtà sia locali che nazionali contro lo sgombero che purtroppo alla fine ci si è abbattuto contro.

Nel frattempo avevamo voluto comunque contattare l’ente proprietario dello spazio di via Palestro, l’ex Inpdap, in seguito accorpata all’Inps, entrambi precedentemente inseriti nelle fallimentari operazioni di cartolarizzazione degli immobili pubblici avviate nel 2001 e 2002 (SCIP1 e SCIP2) dalla SCIP, Società Cartolarizzazione Immobili Pubblici s.r.l., creata dall’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti nel quadro di quella politica economica che venne definita “finanza creativa”.

Avevamo quindi iniziato una fase di trattativa con l’Inps, presentando un dossier contenente la documentazione sullo stato di degrado nel quale abbiamo trovato l’immobile e dei lavori di riqualificazione che avevamo iniziato al momento dell’ingresso nello spazio; la raccolta firme a sostegno del nostro progetto; un documento dettagliato sui vari progetti che avrebbero restituito lo spazio alla città.

Ciononostante, dopo mesi di silenzio, senza preavviso come un fulmine a ciel sereno, l’Inps ha deciso di rompere bruscamente la trattativa in corso, di sgomberare i locali in cui era nato il laboratorio Bios e di restituirli all’abbandono e al degrado.

 L’Inps è proprietario in città di centinaia di immobili lasciati vuoti, a fronte di un sempre crescente bisogno di spazi abitativi e sociali, per questo abbiamo deciso di non rinunciare al nostro progetto bio-politico. Abbiamo perciò occupato simbolicamente la sede dell’Inps. Questa iniziativa, durante la quale abbiamo denunciato la vergognosa gestione degli immobili da parte dell’ente che dovrebbe occuparsi del welfare state, ci ha permesso un incontro con il direttore dell’Inps di Padova.

Fin da subito abbiamo messo in chiaro come non fossimo disposti ad attendere i tempi biblici tipici della burocrazia italiana, e come avessimo bisogno di uno spazio fisico per dar corpo alla nostra progettualità. Si è così riaperta la trattativa che ci ha portato a Venezia, ad un incontro con il direttore regionale di quest’ente, il dottor Salomone, il quale ha aperto le porte ad un’assegnazione attraverso la mediazione da parte del Comune di Padova –mediante assegnazione per scopi sociali– di uno spazio di proprietà dell’Inps.

Nel frattempo però sono passate settimane e la sveglia sta per suonare.

Non abbiamo intenzione di farci ingabbiare in fantomatiche difficoltà procedurali o in false promesse istituzionali. Sappiamo che il direttore regionale ha avuto un colloquio con il Sindaco Ivo Rossi, e siamo qui oggi perchè non possiamo più aspettare, perchè i nostri progetti hanno bisogno di uno spazio, e ne hanno bisogno subito.

A Padova, come in molte altre città italiane, la speculazione e la corruzione sono sotto gli occhi di tutti: gli scandali legati all’”affittopoli” odierna e alle assegnazione di alloggi popolari a dirigenti e politicanti sono sulle prime pagine di tutti i giornali!

Gli spazi ci sono, e in un modo o nell’altro, le soggettività che reclamano reddito, welfare e diritti se li riprenderanno.

We are coming back!

Il tempo è scaduto!

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