Repressione a Livorno!

livornoQuesta mattina Livorno è stata svegliata dal passo veloce e instancabile della Digos,sono trentasei infatti i compagni che hanno subito una perquisizione da parte dei funzionari e ad alcuni di essi è stato notificato l’obbligo di firma,ad essere toccati sono stati compagni appartenenti alle diverse realtà che compongono il mondo del Movimento Livornese tra i quali alcuni appartenenti all’Ex Caserma Occupata.

Le perquisizioni sono avvenute in seguito alla campagna politica messa in atto in occasione del convegno programmatico del PD locale nel mese di giugno 2012;come ampiamente spiegato dal sito senzasoste e in particolare dalla ricostruzione di quelle giornate da parte dell’Ex Caserma Occupata(http://senzasoste.it/speciali/livorno-non-si-piega-dossier-su-tre-giorni-incredibili-e-videotestimonianze-sul-pestaggio-di-piazza-cavour),si può facilmente notare come siano molti i punti oscuri di questa vicenda in cui si intrecciano i giochi di potere da parte del PD locale,la presenza di reparti provenienti da fuori città,e la volontà da parte delle Istituzioni di voler ridurre al silenzio qualunque voce fosse fuori dal coro in particolare durante il comizio di Bersani.

Spropositata nella violenza e nell’azione sono state le cariche a cui la celere ha dato inizio in Piazza Cavour per via di una scellerata gestione dell’ordine pubblico da parte della Digos ma ancora di più dei responsabili di piazza,che hanno fatto caricare a freddo e senza alcun motivo i compagni presenti sul posto.L’azione della polizia però non trova il consenso della popolazione Livornese che presto solidarizza con i compagni malmenati e non esita a porsi dalla loro parte;emblematico è il caso di un frequentatore diciottenne dell’Ex Caserma su cui si accaniscono 4/5 celerini e che viene salvato dall’intervento dei genitori che avendolo scorto precedentemente tra la folla partecipante al corteo si erano uniti per protestare anch’essi.

Sin da subito Livorno si stringe attorno ai suoi ragazzi,e sin da subito attraverso la rete si pubblicano video e si cercano informazioni e testimoni per far emergere la verità ovvero che le cariche della celere erano totalmente gratuite e il loro scopo era quello di provocare per arrivare allo scontro.Il giorno successivo Livorno si ritrova ancora una volta in piazza per esprimere la sua volontà di manifestare liberamente e senza chiedere nessun tipo di permesso e così si sviluppa un corteo che percorre le vie della città dietro la scritta LIVORNO NON SI PIEGA.

Durante lo svolgimento del corteo,che sfila per la città con forza e determinazione per far sentire la propria voce,si nota da subito un atteggiamento decisamente strano da parte della polizia in borghese che dapprima parlotta con alcuni reparti e poi passa in maniera alquanto insolita vicino al corteo per dirigersi infine dentro il Palazzo della Prefettura,che inspiegabilmente viene lasciato aperto(il cancello di ferro è alto circa due metri)e alla difesa della quale viene posto uno sparuto reparto più qualche uomo della Digos sulle scale che portano all’ingresso,quasi a voler innescare una reazione che quasi subito si scatena con lanci di torce e qualche transenna.Dopo alcuni minuti il corteo però riprende il suo percorso originario fino alla sua conclusione in Piazza Cavour.

Ancora una volta quindi assistiamo ad una operazione pensata e studiata da chi vorrebbe vedere una città asservita e silenziosa pronta a subire le logiche prevaricazione e di speculazione che lentamente la stanno uccidendo.

Ai compagni oggetto delle perquisizioni e dell’obbligo di firma va tutta la nostra solidarietà.

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