Editoria, stato d’agitazione in Feltrinelli

Il 13 dicembre dichiarato lo stato d’agitazione per 1.200 lavoratori.

Io cerco di fare un’editoria che magari ha torto lì per lì,
nella contingenza del momento storico,
ma che, quasi per scommessa,
io ritengo abbia ragione nel senso della storia.
Giangiacomo Feltrinelli

1.200 dipendenti e più di 100 librerie distribuite su tutto il territorio nazionale. Questa la realtà di Feltrinelli nell’Italia del 2024.
Stiamo parlando di un pezzo importante della storia dell’editoria italiana fondato da una figura visionaria e quasi mitica come quella di Giangiacomo Feltrinelli
Una realtà che non è fatta solo di librerie, ma anche della casa editrice, della Fondazione, di un canale online e di tanto altro.
Un mondo complesso insomma, che fa parte di quello che resta tuttora, nonostante l’avanzare impetuoso delle piattaforme di intrattenimento a pagamento, il settore di mercato più importante dell’universo culturale italiano: quello del libro.

Gli ultimi 10 anni, si sa, sono stati anni complicati e burrascosi per l’editoria italiana.
Prima l’onda lunga della crisi economica esplosa nel 2008 e poi il vero e proprio terremoto rappresentato dalla comparsa di un gigante come Amazon a erodere fette sempre più grosse di mercato agli editori storici.
Feltrinelli, come tante altre aziende, non è stata immune a questi anni di terremoto attraversando contratti di solidarietà, incentivi all’uscita e cassa integrazione Covid. Misure che hanno imposto notevoli sacrifici alla platea delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo.
Nell’ultimo periodo però, la situazione sembra essersi stabilizzata ed anzi, si sta assistendo, anche a detta del management a una fase di rilancio che ha portato, cosa che non avveniva da tempo, a delle nuove assunzioni.

Lo striscione delle lavoratrici e lavoratori Feltrinelli di Milano allo sciopero generale del 29 novembre 2024

Da sei mesi è in corso la trattativa per il rinnovo del CIA, il Contratto Integrativo Aziendale, che nelle ultime settimane sembra essere arrivata a una stretta decisiva.
L’azienda, a fronte delle richieste sindacali, continua a rifiutarsi di eliminare il cosiddetto “salario d’ingresso” che, nei fatti, a parità di orario di lavoro e inquadramento contrattuale, riconosce ai neoassunti meno diritti e minori elementi economici rispetto agli assunti stabili per un periodo considerevole.

A fronte di questa chiusura CGIL, CISL e UIL e il Coordinamento nazionale delle delegati e dei delegati Feltrinelli hanno indetto lo stato d’agitazione.
Nel documento che lancia questa forma di lotta che prevede il blocco degli straordinari, del lavoro festivo e di quello domenicale le sigle sindacali scrivono:

“Dopo anni di sacrifici, le condizioni di miglior favore previste dal Contratto Integrativo devono essere finalmente applicate a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di Feltrinelli e Finlibri. La mancanza di disponibilità da parte dell’azienda su un tema così importante è inaccettabile”.

Da un paio d’anni Feltrinelli sta vivendo un nuovo periodo di vitalità sindacale con adesioni notevoli agli ultimi due scioperi generali e allo sciopero del commercio del 22 dicembre 2023 che ha di fatto sbloccato la trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto da anni e rinnovato nella primavera del 2024.
Vedremo nei prossimi giorni se l’azienda deciderà di fare delle concessioni sul tema caldo del salario d’ingresso.
Gli ultimi scioperi aziendali in Feltrinelli, sempre relativi a un rinnovo di Contratto Integrativo, sono di quasi vent’anni fa.
Continueremo a seguire la vicenda.

* foto in copertina di Gianfranco Candida

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