“Essere una macchina” – Un futuro da sogno o da incubo?
Una breve recensione di “Essere una macchina” di Mark O’Connel.
Il futuro divide gli esseri umani; alcuni lo immaginano luminoso altri tenebroso. In questo libro siamo accompagnati nella visione transumanista del mondo; scienza e tecnologia al servizio del sogno trascendentale della vita oltre la morte. Lasciare un corpo o una testa mortale depositati in un impianto di crioconservazione (in sospensione) e aspettare di risvegliarlo in un futuro prossimo, quando le conoscenze della scienza lo renderanno possibile, è la certezza delle società biotech.
Seguendo i desideri dei tecnoutopisti ci imbattiamo in un cervello (uploading della mente) trasportato in una macchina per ricominciare una nuova vita. La microscopia 3D (scansione tridimensionale del cervello) è una tecnologia che i fautori dell’uploading indicano come una premessa della scienza che verrà. L’emulazione integrale del cervello umano resta un obiettivo molto lontano, ma le nanotecnologie rendono già fattibile la manipolazione delle singole molecole.
La fine dell’era umana e l’avanzare di una intelligenza superumana è un concetto basilare nella visione della Singolarità Tecnologica. La natura umana muterà grazie ai computer incorporati nel cervello e nel sangue. L’esistenza biologica si fonderà con la tecnologia per trascendere ad un’esistenza superiore.
Uno degli scenari più temuti da alcuni scienziati è la minaccia insita nella ricerca dell’AI (Intelligenza artificiale). Lo chiamano il ‘rischio esistenziale’; la possibilità che le macchine intelligenti prendano il sopravvento sull’uomo. La costruzione di computer alti come grattacieli con segnali che viaggiano alla velocità della luce obbliga a ripensare ai pericoli insiti nella tecnologia. Una macchina ultraintelligente potrebbe usare la materia umana per raggiungere i propri fini, un po’ come abbiamo fatto noi con le risorse del pianeta.
La liberazione dalla Natura, dal corpo umano come substrato di qualità scadente, è il sogno di tutti i progetti del transumanesimo. L’idea fondamentale su cui poggia questa filosofia è considerare la mente un oggetto computabile e quindi facilmente replicabile dentro algoritmi informatici. L’intenzione è quella di trattare l’attività neuronale come un codice macchina e ricercare la felicità nella luce di centinaia di miliardi di neuroni che illuminano il cervello di un computer.
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