Hieronymus Bosch: meraviglia, sogno, paura
Non è abitudine di MilanoInMovimento recensire libri d’arte, ma facciamo un’eccezione parlando del libro “Bosch” di Mario Bussagli, dedicato al celebre pittore fiammingo contemporaneo di Leonardo Da Vinci. Un pittore molto particolare, in qualche modo precursore di simbolismo e surrealismo con centinaia di anni di anticipo e le cui opere sembrano vibrare di un’angoscia profonda.
È alquanto interessante leggere questa edizione dedicata al grande pittore Hieronymus Bosch, vissuto a cavallo del XV e XVI secolo, e riscoprire animali e persone in punta di pattino, schiene inarcate dallo sfinimento, esseri che mangiano e vengono mangiati, angeli trasformati in insetti e teschi spaventosi.
E poi piante esotiche, pesci che hanno abbandonato l’acqua per vivere sulla terra, uomini e donne torturati, una giovane vergine con la barba ed una collana di bellezze efebiche sfiorate dalla corruzione. Forse Bosch voleva scioccare e disgustare i suoi contemporanei, oppure si trattava di una prova artistica basata su uno shock degli occhi e della mente. E quante ferite e infezioni sui corpi, saranno veramente contagiose? Nei quadri del pittore cogliamo anche una ricerca edonistica della vita, una giostra di orgasmo continuo nel giardino delle delizie.
Nel Trittico del Giardino delle delizie c’è una componente uomo-albero quasi a metà strada tra il mondo delle gaie fanciulle e le fiamme che consumano una cittadella.
Nel Trittico del Carro del fieno primeggia un carro, vero banchetto del bengodi bramato da donne, giovani e anziani. Sembra alla portata di tutti, ma si resta facilmente incastrati tra le sue ruote. Gli emotivi tentano di salirci sopra, i timorosi se ne stanno in disparte o si fanno leggere la mano dalla chiromante. Gli asceti cantano e suonano in cima al carro e non si curano degli altri.
Per i popoli, nell’Europa del Rinascimento, moltissimi erano i mali (carestie, fame, epidemie, guerre di religione, caccia alle streghe) che potevano affliggere la loro vita come un castigo di Dio. Essi vivevano in villaggi e città sporche e le feste estive chiamate pantomime erano occasioni di evasione e divertimento. C’erano vagabondi che si spostavano formando carovane di diseredati, chiromanti, veggenti e ciarlatani.
Nel dubbio tra morire sicuramente di fame chiusi in casa e trovare i mostri per strada, che fare? Spingersi fuori dalla troppa sicurezza è comunque una scelta. Aggirare il pericolo, cercare di salvare la pelle è un comportamento chiaramente umano. Ma adesso come allora ci sono pericoli/sfide (pandemie, cambiamento climatico, baby boom e baby bust, guerra nucleare) che non si possono aggirare facilmente.
Oggi, gli scienziati parlano di hardware neurofisiologico comune tra animali ed esseri umani, ai tempi di Bosch e nei suoi quadri, quello che accomuna tutti è la Natura. Nel dipinto Sette peccati capitali, notiamo al centro una scritta in latino: “Cave Cave Deus Videt”. Possiamo costruire una girandola storica che si trasferisce nel presente e cambiarla con: “Attenzione Attenzione Internet Vede”.
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