Hunters. Uccidere un nazista non è reato

New York 1977, al cinema imperversa Star Wars, i pantaloni sono a zampa, il razzismo è dilagante e Harlem non è un quartiere facile in cui crescere. Jonah, giovane orfano ebreo, vive con la nonna, unica parente e confidente.
Quando la donna viene uccisa, il giovane viene preso sotto la protezione di Meyer Offerman (Al Pacino), ricco ed influente ebreo che lo inserisce in un gruppo chiamato I Cacciatori (The Hunters): una suora, due anziani armati di mitra, un ex soldato, un attore in rovina e una Black Panther andranno in cerca di nazisti, finendo per scoprire un complotto che potrebbe portare alla creazione del Quarto Reich. Intanto unʼinvestigatrice dellʼFBI, scoperta questa lotta tra fazioni, cerca di ricomporne i pezzi.

Cacciatori di Nazisti; unʼintuizione semplice quanto geniale rappresentata magistralmente dalla bellissima sigla: una partita a scacchi, i buoni contro i cattivi, il bene contro il male, mosse ragionate e un re da eliminare.

Il maggior pregio della serie, oltre il tema dei Nazi Hunters a noi caro, sono i suoi personaggi; questa squadra di cacciatori in stile Suicide Squad anni ‘70, sapientemente stereotipati, ricordano i fumetti di supereroi quanto i B-Movies di quegli anni. Una rappresentazione “pop” dei cacciatori di nazisti attuata attraverso una buona regia.
Tutto questo in contrasto con una fotografia decisamente più cupa con cui sono trattati i flashback dellʼ Olocausto.

Tecnicamente la serie risulta ben fatta, riesce a ricreare perfettamente lʼatmosfera anni ʼ70 attraverso costumi e scenografie eccellenti, una fotografia che, con i toni usati e gli sfavillanti colori, riporta a uno stile che si potrebbe definire abbastanza tarantiniano come il riferimento più ovvio a Bastardi senza gloria.
Di citazioni se ne trovano svariate, a partire da The Boys in cui il reclutamento del gruppo serve a svelare i sotterfugi della Vought Corporation e dove il personaggio di Jonah sembra assolutamente simile a quello di Hughie, fino a Kingsman-Secret Service o BlacKkKlansman.

Ma ci sono anche alcune cose non vanno per il verso giusto in Hunters, a partire dalla lunghezza degli episodi; ogni episodio dura infatti circa unʼ ora (il primo arriva a unʼ ora e mezzo) e questo smorza sia la tensione che il ritmo necessario  alla storia. Dopo un primo episodio entusiasmante, la storia procede in modo altalenante tra momenti esaltanti e tratti in cui perde mordente.
I personaggi, molto interessanti, sarebbero potuti essere descritti meglio, a parte Jonah e Offerman, degli altri viene detto ben poco, del loro passato e del motivo che li spinge a commettere queste azioni, elemento che risulterebbe fondamentale nello sviluppo della storia, ed è un peccato perché lʼinevitabile interesse dello spettatore non viene colmato.
La serie è molto liberamente basata su una storia vera, ben descritta del libro “I nazisti della porta accanto” di Eric Lichtblau. Secondo i documenti che lʼautore ha analizzato, CIA ed FBI erano convinti che collaborare con alcuni del
nazisti scappati sarebbe stato utile alla sicurezza del Paese e per questo, ex ufficiali delle SS o torturatori dei campi di sterminio vissero felici e contenti (e protetti) negli USA.

Cʼè una cosa che però Hunters non è e non vuole essere: un documento storico sulla Shoah, è però stato aspramente criticato dallʼAuschwitz Memorial, secondo cui la serie farebbe disinformazione su quanto avvenuto nei campi di sterminio, questo perché, in una scena della prima puntata, si vede uno dei soldati nazisti organizzare una partita a scacchi tra lui e uno dei prigionieri, cosa mai avvenuta.
La polemica ci sembra fuori luogo e, francamente, un poʼ ridicola vista la tipologia di format della serie chiaramente riconoscibile dallo stesso trailer.

In definitiva, sterili polemiche a parte, Hunters è una serie interessante ma non priva di difetti. Non la migliore di questʼanno né la migliore di Amazon Prime ma un prodotto intrigante, forse penalizzato dalle eccessive aspettative, un buon cast in cui spicca Logan Lerman (Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo), una buona fotografia ed una gratificante caccia ai nazisti.

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