Manifestazione Antirazzista per non dimenticare Abba – 22 Settembre, ore 15,30 @ Palestro

22 Settembre, ore 15,30 @ Palestro.

*Abbiamo iniziato a raccogliere le adesioni alla manifestazione, se volete aggiungervi scrivete alla pagina o commentate qui sotto*

*Translations in english, spanish, french below*

La Razza bianca per fortuna non esiste.
Altrimenti ne avrebbe combinate di tutti i colori: crociate, colonialismo, schiavitù, Olocausto, Porajimos e un fossato mortifero nel Mar Mediterraneo.
Esiste il fascismo, non soltanto quello delle ridicole marcette di 70 anni fa, che comunque ha lasciato dietro di sé milioni di morti. Può essere anche il nome contemporaneo del dominio che da secoli colpisce le donne, le moltitudini dei poveri e dei precari, le minoranze, gli stranieri.
La storia di Abba è solo un piccolo pezzo di questa storia, un pezzo grande come una vita.

“Negro di merda”, e poi sprangate e botte: così viene ammazzato Abba il 14 settembre 2008 in via Zuretti a Milano, vicino alla Stazione Centrale. Ad ucciderlo è stato il razzismo.
E’ lo stesso che ha ucciso Modou e Mor a Firenze il 13 dicembre 2011, Emmanuel a Fermo il 5 luglio 2016, Ibrahim a Napoli l’11 luglio 2017, e purtroppo tanti altri.
E’ lo stesso che ha colpito Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou e Festus lo scorso 3 febbraio a Macerata.
E’ lo stesso che ha ucciso Idy Diene a Firenze poco dopo.
È lo stesso che, intrecciato a mafia e sfruttamento ha ucciso Soumaila proprio lì dove una grande rivolta contro il caporalato è nata qualche anno fa: Rosarno, terra in cui il colore della pelle è diventato elemento della gerarchia del lavoro. È lo stesso che, al grido di “Salvini, Salvini” ha ferito Sekou e Daby nel Casertano.
Per tutt* loro, come hanno detto le compagne di Marielle Franco a migliaia nelle piazze dopo il suo omicidio, “nessun minuto di silenzio, ma una vita intera di lotta”.

Non sarebbe successo se, dopo la crisi, una classe dirigente italiana ed Europea spaventata e senza idee, non avesse rovesciato una valanga di retorica razzista nel discorso pubblico, inquinandolo per nascondere le responsabilità di chi ha lasciato che enormi ingiustizie sociali si insediassero in ogni angolo d’Europa, arrivando al punto, con il potente veicolo di media main stream, da avere Salvini ministro degli Interni, all’interno di una cornica europea che vede sempre più l’ascesa delle destre al potere. Un ministro che in pochi giorni di governo parla di censimento su base etnica, ricordando uno dei periodi più bui della storia d’Europa iniziato proprio allo stesso modo, prendendosela ugualmente con gli ultimi, i poveri, gli emarginati.

Non sarebbe successo se in Italia non venisse concesso sempre più spazio ai gruppi neofascisti organizzati, coccolati dalla destra istituzionale. Organizzazioni criminali che pretendono (e ottengono) di essere difese dalla polizia dello Stato mentre propagandano odio.

Non sarebbero successe molte altre morti se i governi e le multinazionali dei paesi Occidentali non avessero da sempre, fino ad oggi, alimentato o combattuto guerre in Africa e in Asia, chiudendo poi ermeticamente i confini alle masse in fuga dalla miseria.

Non sarebbe un mondo così ingiusto senza il razzismo, con troppi uomini che ammazzano le donne e troppi poveri calpestati. Perché le ingiustizie si tengono sempre per mano, impediscono il legame tra gli esseri umani, con i loro desideri e le loro rivendicazioni, segmentandoli in un reticolo di soprusi in cui ciascuno deve obbedire quando è vittima e avere paura di cadere quanto non lo è.

La città meticcia che – intrecciata con quella femminista e queer, con quella delle lotte per il lavoro e dei quartieri solidali – convive con quella razzista, sottraendole terreno tutti i giorni, non può dimenticare “Abba” Abdoul Guibre, figlio nero di questa città, strappato alla vita dal razzismo amato con rabbia e desiderio di riscatto, come solo si ama ciò che non c’è più.

Per questo chiamiamo tutta la Milano meticcia, antirazzista e antifascista a scendere in piazza il 22 Settembre per inondare la città di messaggi, colori e memoria, per non dimenticare Abba contro ogni tipo di discriminazione.

Comitato per non dimenticare Abba e fermare il razzismo

X ABBACUP: 10 GIORNI DI FESTIVAL ANTIRAZZISTA A MILANO – Arco della Pace – Parco Sempione –
Per maggiori info: https://www.facebook.com/events/229685634419032/

Supportano, sostengono e partecipano alla manifestazione:
Abareka nandree onlus
Allah Loves Equality
Argentinos para la victoria
ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
Asia USB Milano
Associazione Dax
Associazione Nabad onlus
Associazione per i diritti umani
Associazione Senegalesi Milano e provincia
BlackPanthers
Cantiere
Casc Lambrate
CISPM Italia – Coalizione Internazionale Sans-Papier e Migranti
Comitato degli Abitanti di San Siro
Convergenza delle culture
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano e Provincia
Combatientes Populares
CSOA Baraonda
CSOA Lambretta
Dimensioni Diverse
Europe’s people of colour
Federazione PRC – Milano
i Sentinelli di Milano
Le radici e le ali
Lezioni al Campo – Lecco
LUME – Laboratorio Universitario Metropolitano
MACAO
Memoria Antifascista
Milano in Movimento
Milano Senza Frontiere
Nabad Onlus
Naga ONLUS
NoWalls
Ponte della Ghisolfa Milano
Partigiani in Ogni Quartiere
Rete della Conoscenza
Rete Studenti
Scuola di italiano Abdoul Guibre
Spazio di Mutuo Soccorso
Zam
Zip
Zona 8 Solidale

*ENGLISH*

The White Race fortunately does not exist. Otherwise it would have: crusades, colonialism, slavery, Holocaust, Porajimos and a deadly moat in the Mediterranean Sea. There is fascism, not only the one of the ridiculous little wedges of 70 years ago, which has left millions of dead behind it. It can also be the contemporary name of domination that has been affecting women for centuries, the multitudes of poors and precarious, minorities, foreigners. The story of Abba is just a small piece of this story, a piece as big as a life.
“Dirty N****r”, and then beaten: that was how Abba was killed on 14th September 2008 in via Zuretti in Milan, near the Central Station. Racism killed him. The same racist violence that killed Modou and Mor in Florence on December 13th 2011, Emmanuel in Fermo on July 5th 2016, Ibrahim in Naples on July 11th 2017, and unfortunately many others. It’s the same that hit Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou and Festus last February 3rd in Macerata. It is the same one that killed Idy Diene in Florence shortly thereafter. It is the same that, intertwined with the mafia and exploitation, killed Soumaila right there where a great revolt against the corporal was born a few years ago: Rosarno, a land where the color of the skin has become an element of the hierarchy of work. It is the same that, to the cry of “Salvini, Salvini” has wounded Sekou and Daby in the Casertano. For all of them, as Marielle Franco’s companions told thousands in the squares after her murder, “no minute of silence, but a whole life of struggle”.
It wouldn’t happened if, after the crisis, a frightened Italian and European ruling class had not overturned an fueled of racist rhetoric the public opinion, polluting it to hide the responsibilities of those who left enormous social injustices in every corner of Europe, coming to the point, with the powerful vehicle of media main stream, to have Salvini deputy Prime Minister, within a European frame that sees more and more the rise of the far right to power. A minister that in few days of government have spoken of census on an ethnic basis, recalling one of the darkest periods of Europe’s history, that had started in the same way, criminalizing the last, the poorest, the marginalized.

It would not have happened if in Italy wasn’t given so much space to organized neo-fascist groups, protected by the institutional right wing.
These criminal organizations that claim (and obtain) to be protected by the state police while spreading hate speech.

Not many other deaths would have happened if the governments and big corporations of Western countries had not, until today, fed or fought wars in Africa and Asia, then hermetically closed the borders to the masses fleeing from poverty.

It would not be such an unjust world without racism, with too many men killing women and too many poor people trampled. Because the injustices always held hand by hand, they prevent the link between human beings, their desires and their claims, segmenting them into a network of abuses in which everyone must obey when he is a victim and be afraid of falling as he is.

The multiethnic city that – connected with the feminist and queer, with labor struggles and solidarity neighborhoods – coexists with the racist side of it, taking space away from it every day, can not forget “Abba” Abdoul Guiebre, black son of this city, who is life has been taken by racism violence, loved with anger and a desire of redemption, just as who loves what is no longer there.

This is why we call the whole Milan, anti-racist and anti-fascist to take the streets on September 22th to flood the city with messages, colors and memory, not to forget Abba against any kind of discrimination.

*ESPANOL*

La Raza Blanca afortunadamente no existe. De lo contrario, tendría: cruzadas, colonialismo, esclavitud, Holocausto, Porajimos y un foso mortal en el Mar Mediterráneo. Existe el fascismo, no solo el de las pequeñas cuñas ridículas de hace 70 años, que ha dejado a millones de muertos detrás de él. También puede ser el nombre contemporáneo de dominación que ha estado afectando a las mujeres durante siglos, las multitudes de pobres y precarias, las minorías, los extranjeros. La historia de Abba es solo una pequeña parte de esta historia, una pieza tan grande como una vida.
“Dirty N **** r”, y luego derrotado: así fue como mataron a Abba el 14 de septiembre de 2008 en la vía Zuretti en Milán, cerca de la Estación Central. El racismo lo mató. La misma violencia racista que mató a Modou y Mor en Florencia el 13 de diciembre de 2011, Emmanuel en Fermo el 5 de julio de 2016, Ibrahim en Nápoles el 11 de julio de 2017 y, lamentablemente, muchos otros. Es lo mismo que golpeó a Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou y Festus el pasado 3 de febrero en Macerata. Es el mismo que mató a Idy Diene en Florencia poco después. Es lo mismo que, entrelazada con la mafia y la explotación, mató a Soumaila allí donde nació hace unos años una gran revuelta contra el cabo: Rosarno, una tierra donde el color de la piel se ha convertido en un elemento de la jerarquía del trabajo . Es lo mismo que, al grito de “Salvini, Salvini” ha herido a Sekou y Daby en el Casertano. Para todos ellos, como dijeron los compañeros de Marielle Franco a miles en las plazas después de su asesinato, “no hay un minuto de silencio, sino toda una vida de lucha”.
No sucedería si, después de la crisis, una clase dirigente italiana y europea asustada no hubiera derrocado a la opinión pública alimentada de retórica racista, contaminándola para ocultar las responsabilidades de aquellos que dejaron enormes injusticias sociales en cada rincón de Europa, viniendo al punto, con el poderoso vehículo de la corriente principal de los medios, tener al viceprimer ministro Salvini, dentro de un marco europeo que ve cada vez más el ascenso de la extrema derecha al poder. Un ministro que en pocos días de gobierno ha hablado de un censo sobre una base étnica, recordando uno de los períodos más oscuros de la historia de Europa, que había comenzado de la misma manera, criminalizando a los últimos, a los más pobres, a los marginados.

No habría sucedido si en Italia no se hubiera dado tanto espacio a los grupos organizados neofascistas, protegidos por la derecha institucional.
Estas organizaciones delictivas que afirman (y obtienen) ser protegidas por la policía estatal mientras difunden el discurso de odio.

No habrían ocurrido muchas otras muertes si los gobiernos y las grandes corporaciones de los países occidentales no hubieran alimentado o librado guerras hasta ahora en África y Asia, y luego hubieran cerrado herméticamente las fronteras a las masas que huían de la pobreza.

No sería un mundo tan injusto sin racismo, con demasiados hombres matando mujeres y demasiadas personas pobres pisoteadas. Como las injusticias siempre tuvieron lugar de la mano, impiden el vínculo entre los seres humanos, sus deseos y sus reivindicaciones, y los segmentan en una red de abusos en los que todos deben obedecer cuando son víctimas y temen caer como él.

La ciudad multiétnica que -conectada con lo feminista y lo queer, con luchas obreras y barrios solidarios- coexiste con el lado racista, quitándole espacio cada día, no puede olvidar a “Abba” Abdoul Guiebre, hijo negro de esta ciudad, quién es la vida ha sido tomada por la violencia racista, amada con ira y un deseo de redención, así como quien ama lo que ya no está allí.

Es por eso que llamamos a todo Milán, antirracista y antifascista a tomar las calles el 22 de septiembre para inundar la ciudad con mensajes, colores y recuerdos, sin olvidar a Abba contra cualquier tipo de discriminación.

*FRANCAIS*

La race blanche n’existe heureusement pas. Sinon, il y aurait eu des croisades, le colonialisme, l’esclavage, l’holocauste, les porajimos et un fossé mortel en mer Méditerranée. Il y a le fascisme, non seulement l’un des petits coins ridicules d’il y a 70 ans, qui a laissé des millions de morts derrière lui. Ce peut être aussi le nom contemporain de domination qui affecte les femmes depuis des siècles, les multitudes de pauvres et de précaires, les minorités, les étrangers. L’histoire d’Abba n’est qu’une petite partie de cette histoire, une pièce aussi grande qu’une vie.
“Dirty N **** r”, et ensuite battu: c’est ainsi qu’Abba a été tué le 14 septembre 2008 à via Zuretti à Milan, près de la gare centrale. Le racisme l’a tué. La même violence raciste qui a tué Modou et Mor à Florence le 13 décembre 2011, Emmanuel à Fermo le 5 juillet 2016, Ibrahim à Naples le 11 juillet 2017 et malheureusement beaucoup d’autres. C’est la même chose qui a frappé Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou et Festus le 3 février dernier à Macerata. C’est le même qui a tué Idy Diene à Florence peu après. C’est la même chose qui, mêlée à la mafia et à l’exploitation, a tué Soumaila là où une grande révolte contre le caporal est née il ya quelques années: Rosarno, une terre où la couleur de la peau est devenue un élément de la hiérarchie du travail. . C’est la même chose, au cri de “Salvini, Salvini”, qui a blessé Sekou et Daby dans le Casertano. Pour tous, comme les compagnons de Marielle Franco l’ont dit à des milliers de personnes après son assassinat, “aucune minute de silence, mais toute une vie de lutte”.
Cela ne serait pas arrivé si, après la crise, une classe dirigeante italienne et européenne effrayée n’avait pas renversé une rhétorique raciste alimentée par l’opinion publique, la polluant pour cacher les responsabilités de ceux qui ont laissé d’énormes injustices sociales partout en Europe, au fait, avec le puissant vecteur du courant principal des médias, d’avoir le vice-premier ministre Salvini, dans un cadre européen qui voit de plus en plus la montée de l’extrême droite au pouvoir. Un ministre qui, dans quelques jours de gouvernement, a parlé de recensement sur une base ethnique, rappelant l’une des périodes les plus sombres de l’histoire de l’Europe, avait commencé de la même manière, criminalisant les derniers, les plus pauvres, les marginalisés.

Cela ne serait pas arrivé si en Italie on ne donnait pas autant d’espace aux groupes néo-fascistes organisés, protégés par l’aile droite institutionnelle.
Ces organisations criminelles qui prétendent (et obtiennent) d’être protégées par la police d’État tout en diffusant des discours de haine.

Pas beaucoup d’autres morts se seraient produites si les gouvernements et les grandes entreprises des pays occidentaux n’avaient pas, jusqu’à présent, nourri ou combattu des guerres en Afrique et en Asie, puis fermé hermétiquement les frontières aux masses fuyant la pauvreté.

Ce ne serait pas un monde injuste sans le racisme, avec trop d’hommes tuant des femmes et trop de pauvres piétinés. Parce que les injustices ont toujours tenu la main, elles empêchent le lien entre les êtres humains, leurs désirs et leurs revendications, les segmentant en un réseau de violations auquel chacun doit obéir lorsqu’il est victime et avoir peur de tomber comme il est.

La ville multiethnique qui – liée aux féministes et aux allosexuelles, aux luttes ouvrières et aux quartiers solidaires – coexiste avec le côté raciste, en prenant de la place chaque jour, ne peut pas oublier “Abba” Abdoul Guiebre, fils noir de cette ville, qui est la vie a été prise par la violence raciste, aimée avec la colère et un désir de rédemption, tout comme qui aime ce qui n’est plus là.

C’est pourquoi nous appelons tout le Milan, antiraciste et antifasciste, à prendre la rue le 22 septembre pour inonder la ville de messages, de couleurs et de souvenirs, sans oublier Abba contre toute forme de discrimination.

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