Nakba – Il Diritto Al Ritorno – 23 maggio @ Scienze Politiche

📅Giovedì 23 maggio
đź•ź 16.30
đź“Ť Aula 23, FacoltĂ  di Scienze Politiche, Economiche e Sociali – Via Conservatorio 7, M1 San Babila – Bus 54, 61, 94

“Nakba – Il diritto al ritorno”

Il 14 maggio 1948, il giorno prima del termine del mandato britannico in Palestina, David Ben Gurion dichiarò la nascita dello Stato Ebraico in Palestina, conosciuto come Stato d’Israele.
Il presidente americano all’epoca e Stalin riconobbero subito il nuovo Stato al contrario dei paesi della Lega Araba.

Nel giro di pochi giorni 4 paesi della Lega invasero i territori palestinesi che erano sotto il mandato britannico e si scontrarono con gli israeliani. Questa guerra passò alla storia come guerra d’indipendenza mentre i palestinesi l’hanno battezzata con il nome di Nakba.

Durante la Nakba, che significa letteralmente “catastrofe”, decine di villaggi furono completamente distrutti e più di 700.000 palestinesi dovettero abbandonare le proprie città e le proprie case. Molti di loro finirono nei paesi limitrofi principalmente in Siria, Libano e Giordania.

Ogni anno, dal 1948, il 15 maggio i palestinesi in tutto il mondo commemorano l’esodo palestinese invocando il diritto al ritorno e richiedono il riconoscimento e la protezione dell’identitĂ  e della popolazione palestinese che da ormai 71 anni subisce continue violazioni.

“Ricordate!
Sono un arabo
E la mia carta d’identità è la numero cinquantamila
Ho otto bambini
E il nono arriverà dopo l’estate.
V’irriterete?

Ricordate!
Sono un arabo,
impiegato con gli operai nella cava
Ho otto bambini
Dalle rocce
Ricavo il pane,
I vestiti e I libri.
Non chiedo la caritĂ  alle vostre porte
NĂ© mi umilio ai gradini della vostra camera
Perciò, sarete irritati?

Ricordate!
Sono un arabo,
Ho un nome senza titoli
E resto paziente nella terra
La cui gente è irritata.
Le mie radici
furono usurpate prima della nascita del tempo
prima dell’apertura delle ere
prima dei pini, e degli alberi d’olivo
E prima che crescesse l’erba.
Mio padre… viene dalla stirpe dell’aratro,
Non da un ceto privilegiato
e mio nonno, era un contadino
né ben cresciuto, né ben nato!
Mi ha insegnato l’orgoglio del sole
Prima di insegnarmi a leggere,
e la mia casa è come la guardiola di un sorvegliante
fatta di vimini e paglia:
siete soddisfatti del mio stato?
Ho un nome senza titolo!

Ricordate!
Sono un arabo.
E voi avete rubato gli orti dei miei antenati
E la terra che coltivavo
Insieme ai miei figli,
Senza lasciarci nulla
se non queste rocce,
E lo Stato prenderĂ  anche queste,
Come si mormora.

Perciò!
Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
Non odio la gente
NĂ© ho mai abusato di alcuno
ma se divento affamato
La carne dell’usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera
Ed alla mia fame!”

Mahmoud Darwish

Discuteremo di questi temi con:

đź“Ś Elisa Giunchi, professoressa del corso di Storia e istituzioni dei paesi musulmani presso la nostra universitĂ ;

đź“Ś Christian Elia, giornalista;

đź“Ś Alae Al Said Najjar, scrittrice.

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