Pace fiscale o condono tombale?

Nella manovra del governo italiano è contenuto anche un punto chiamato pace fiscale. Questo provvedimento voluto fermamente dalla Lega (cosa alquanto buffa per un partito tutto legge, ordine e sfoggio di muscoli…ma tant’è!) è stato appoggiato anche dal M5S, che aveva sempre dichiarato di essere contrario alla politica dei condoni fiscali.
L’accordo raggiunto contempla:

-Lo stralcio delle minicartelle sotto i mille euro per gli anni dal 2000 al 2010.
-Un’aliquota del 20% per sanare le situazioni legate alle dichiarazioni dei redditi fino a 100.000 euro.
-La rottamazione delle cartelle, consentirà ai contribuenti di pagare l’importo del debito senza dover versare la somma delle sanzioni e degli interessi dovuti.

Le modalità di pagamento prevedono: unica soluzione oppure un massimo di 10 rate consecutive semestrali. Quindi con una durata di 5 anni (31 luglio e 30 novembre di ogni anno a partire dal 2019).

In Italia l’evasione fiscale supera i 100 miliardi, con un grave danno alle finanze pubbliche: circa 90 miliardi di tasse e quasi 10 miliardi di contributi previdenziali.

Il governo approva un condono chiamato pace fiscale. Nella recente storia d’Italia abbiamo già conosciuto decisioni del genere anche se avevano un nome diverso: sanatoria, condono tombale, concordato, scudo fiscale.

E’ la classica benevolenza del potere verso gli evasori che genera un danno per tutti.

Le ultime novità sul provvedimento registano uno scontro politico tra M5S e Lega. La contesa verte sulle imposte di case e conti detenuti all’estero. Il M5S non vorrebbe questo scudo fiscale per i patrimoni detenuti all’estero. Non crediamo alle tesi del testo manipolato. Consideriamo i fatti per quello che sono; con o senza estensione per immobili e capitali nelle bozze del decreto, l’azione politica del governo si configura come un classico condono.

 

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