INTERNAZIONALE, MEDIO ORIENTE

Grazie ai tifosi arabi la Palestina è la vincitrice di questo Mondiale

28 Nov , 2022

Grazie ai tifosi arabi la Palestina è la vincitrice di questo Mondiale

Il numero di squadre arabe qualificate per competere ai Mondiali è in aumento negli ultimi anni, con quattro paesi rappresentati nel 2018, rispetto a uno solo nel 2010 e 2014 (Algeria) e due nel 2002 e 2006 (Arabia Saudita e Tunisia).
Quattro squadre arabe partecipano quest’anno in Qatar, nel mondiale più criticato di sempre.
Ma nonostante la validità delle critiche mosse a quest‘ennesimo mondiale costruito sulla pelle di lavoratori e lavoratrici sfruttate, e nonostante l’importanza di evidenziare che anche questo grande evento esiste solo a cause dello sfruttamento umano, animale e del territorio, c’è qualcosa di bello che noi, popolo arabo nel mondo, non possiamo ignorare.
La bandiera palestinese sventola fiera sugli spalti di tutte le squadre arabe che stanno dando un grande spettacolo calcistico dall’inizio della competizione, e non è un evento raro o eccezionale ma pare piuttosto un gesto coordinato, ricercato, di orgoglio e amore.

Non solo bandiere palestinesi e cori in solidarietà con il popolo che resiste contro la violenza sionista, ma anche decise prese di posizione contro le scelte di normalizzazione prese dai governi arabi e uno spiccato umorismo in risposta alla presenza di giornalisti israeliani che, invano, cercano tifosi arabi da intervistare.
Come scordare il primo giornalista israeliano che si avvicina a un tifoso con la bandiera della palestina e pone una domanda in inglese. Prima di rispondere, il tifoso lo guarda e chiede:
“Per quale canale?”. Il giornalista ha risposto che proveniva da Kan, l’emittente pubblica israeliana. Il tifoso insiste, “Dove?”,
“Israele”, dice il giornalista. Una frazione di secondo dopo, l’intervista era finita.

Il mondiale in Qatar, si può dire, ha dato lo spazio al popolo arabo di esprimere il rifiuto alla normalizzazione dei propri governi con israele, allontanando con nervosismo e fastidio tutte le interviste desiderate dai giornalisti israeliani e ribadendo che “israele è Palestina”.
Non solo. Con il fatto che la competizione calcistica si svolge in un paese arabo, al tifo stanno partecipando migliaia di persone che – se il mondiale fosse avvenuto nuovamente in un paese europeo o americano – non avrebbero potuto partecipare a causa della difficoltà nell’ottenimento dei documenti di soggiorno.


Ci sono anche cittadini palestinesi. Imad Qaraqra, portavoce dell’Autorità generale palestinese per gli affari civili, ha dichiarato che diversi cittadini palestinesi della Cisgiordania si sono recati in Qatar dall’aeroporto giordano, mentre i palestinesi di Gaza sono entrati in Egitto attraverso il valico di Rafah dell’enclave. I tifosi palestinesi intervistati, che provengono anche da altre parti del mondo, hanno affermato di ritenere che la loro partecipazione al più grande evento sportivo del mondo ha uno scopo politico.
“Sono qui per ricordare che nel 2022 la nostra terra è ancora occupata”, ha dichiarato un giovane ragazzo con i colori della Palestina addosso, prima di unirsi ai festeggiamenti con i tifosi marocchini per la vittoria del Marocco contro il Belgio;
I tifosi marocchini che hanno dispiegato lo striscione “Palestina libera” al 48° minuto della loro vittoria per 2-0, in riferimento alla Nakba del 1948 , quando centinaia di migliaia di palestinesi sono stati sfollati dalla loro patria dalle milizie sioniste, e che hanno anche usato la partita del loro paese contro la Croazia come opportunità per chiedere giustizia per Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese uccisa dalle forze israeliane all’inizio di quest’anno, mentre copriva la repressione israeliana su Jenin.

I Green Boys, gli ultras del Raja Athletic Club di Casablanca, in risposta al processo di normalizzazione dei rapporti del governo marocchino con israele, hanno ideato un potentissimo coro a sostegno del popolo palestinese che oggi riecheggia nelle strade del Qatar e nelle televisioni di tutto il mondo.

Sabato, anche i tifosi tunisini avevano dispiegato una bandiera “Palestina libera” esattamente al minuto 48, cantando più per la Palestina che per la vittoria della propria squadra.

Nonostante la Palestina non si sia qualificata per il torneo, che si tiene per la prima volta in Medioriente, la sua bandiera è diventata un simbolo onnipresente durante l’evento.

Cori, bandiere, nastri, bracciali, kefieh in testa o al collo, gesti politici. La Palestina è la vera vincitrice di questo mondiale grazie ai tifosi e alle tifose che riscaldano gli stadi.

Senza dubbio, le prossime partite e il tifo forniranno molta ispirazione per le future generazioni di calciatori e ultras arabi.

Nassi LaRage

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