Libano – Scende in campo l’esercito. E non è una buona notizia

Il settimo giorno di proteste in Libano inizia con un cambio di tendenza. L’esercito che finora aveva osservato senza ostacolare i manifestanti è oggi intervenuto con la forza per liberare le principali strade ormai bloccate da una settimana, ma lo sciopero generale prosegue.

Nei giorni scorsi si erano verificati alcuni episodi di complicità tra soldati e manifestanti, d’altronde si stimano in un milione le persone coinvolte nelle proteste, una cifra enorme per un paese di 6 milioni di abitanti.

Il 18 ottobre, dopo l’annuncio di una nuova tassa sulle telefonate con Whatsapp, le strade di Beirut si riempirono di gente per opporsi al carovita e alla corruzione, ormai ora le rivendicazioni sono antigovernative, infatti i manifestanti promettono di non fermarsi fino alla caduta del governo.

La doccia fredda di oggi mostra un cambio di rotta del governo di unità nazionale del primo ministro Saad Harir che aveva tentato senza successo di ristabilire l’ordine con un pacchetto di riforme che includevano il blocco dell’aumento delle tasse previsto, il taglio degli stipendi a parlamentari e ministri, l’abolizione di alcuni ministeri antidemocratici come quello dell’informazione.

Finora negli scontri con la polizia ci sono stati 2 morti e circa 60 feriti.

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