11/12 maggio – Rompiamo l’isolamento del popolo curdo

11-12 maggio con i 7000 in sciopero della fame
In questo momento nelle carceri della Turchia e fuori, anche in Europa, circa 7000 persone si trovano in sciopero della fame a tempo indeterminato e 8 persone hanno già posto fine alla loro vita per protesta.
La prima a iniziare lo sciopero della fame per rompere l’isolamento è stata una donna: Leyla Güven, deputata dell’HDP nel parlamento turco, in sciopero della fame dal 7 novembre 2018; a lei, dal mese di dicembre 2018 in avanti, si sono uniti 14 attivisti e attiviste curdi a Strasburgo, oltre ad altri in Iraq, Regno Unito, Canada, Germania, Francia, Italia.
Queste persone chiedono la fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan, il leader del popolo curdo che si trova dal 1999 in isolamento totale nell’isola prigione di Imrali, in Turchia. A Öcalan non è stato concesso di incontrare i suoi parenti e legali dal luglio 2011 fino al 2 maggio 2019, quando ha potuto parlare per un’ora con i suoi avvocati (dopo mesi di scioperi della fame da parte dei prigionieri). All’interno del conflitto in Mesopotamia, Öcalan è una voce coerente, nonché teorico dell’unica opzione che possa oggi portare una pace duratura per l’intero medio Oriente, il Confederalismo Democratico.
Durante il colloquio del 2 maggio Öcalan ha dichiarato che “è necessaria una profonda riconciliazione sociale, fatta attraverso un metodo di trattativa democratico, senza fare ricorso alla violenza fisica, e alla cultura del conflitto, con l’obiettivo d trovare una soluzione fondata su una prospettiva di democrazia a livello locale, tutelata da garanzie costituzionali, in un quadro di unità della Siria. L’essenziale è una pace nel segno della dignità e una soluzione politica democratica”.
Lo stesso Öcalan, nonostante i suoi avvocati hanno riferito che non sembra informato sugli sviluppi politici esterni, ha esortato chi resiste a non rischiare la vita o a non incorrere in danni irreversibili per la salute.
Gli scioperanti finiranno lo sciopero della fame se si riuscirà a spezzare questa catena di indifferenza, che ci rende ignari della portata di questo sciopero.
Chi è in sciopero della fame ha scelto di non interromperlo in quanto un incontro di un’ora coi legali, dopo 8 anni, non ha portato alla fine del regime di isolamento.
L’isolamento di Öcalan è una tortura, una violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali e nazionali. Isolarlo significa isolare colui che ha dato origine e forza al movimento di liberazione curdo. Portare solidarietà a questa protesta significa combattere il fascismo del presidente turco Erdoğan e porre le basi per costruire assieme un’alternativa sociale e globale al fascismo.
Inoltre Öcalan considera essenziale la liberazione della donna per la liberazione della società; essere solidali con questa lotta significa anche schierarsi attivamente per la liberazione delle donne e dei generi oppressi.
Il silenzio dei nostri media è assordante, il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura non interviene concretamente né lo fanno le istituzioni nazionali ed europee. Amnesty International, che dice di essere una organizzazione indipendente per la difesa dei diritti umani tace.
Ascoltare e diffondere la voce di chi è in sciopero oggi è stare dalla parte di ogni popolo che lotta per la libertà.
Per tutte queste ragioni vi chiediamo di inviarci delle foto di voi, o di cartelli, con messaggi di solidarietà che diano voce a chi sta rischiando la vita per la libertà!

ROMPIAMO L’ISOLAMENTO DI ÖCALAN E DEL POPOLO CURDO: IL SILENZIO UCCIDE

RETEJIN MILANO

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