Mentre l’Italia cincischia la Spagna introduce la patrimoniale
“I soldi ci sono, basta andarseli a prendere”.
In Italia si sa, la parola patrimoniale è una bestemmia.
L’idea che i ricchi e i super-ricchi debbano contribuire con una piccolissima quota della loro ricchezza al benessere collettivo e al funzionamento della società è diventata, col passare degli anni, una vera e propria eresia.
Colpa di 25 anni di berlusconismo coi suoi modelli culturali e della totale rinuncia da parte della sinistra all’idea anche solo di immaginarsi un modello di società differente.
Del resto, In Italia, ogni volta che si parla di patrimoniale, si genera una vera e propria levata di scudi che vede uniti nella lotta tutta la destra e settori consistenti della “sinistra” istituzionale.
Non è detto però che questa “santa alleanza” a difesa dei ricchi, in un paese che ha un tasso di evasione ed elusione fiscale elevatissimi, trovi uno speculare consenso così ampio nella società.
Siamo all’ottavo mese di pandemia globale e le percezioni in questo breve periodo sono molto cambiate.
Nonostante il neoliberismo sia entrato nella testa delle persone, si assite, nei fatti, a un prepotente ritorno dello Stato come protagonista della vita sociale ed economica. E non è un caso se tutti i sondaggi indicano una costante crescita della richiesta di protezione da parte dei cittadini.
Mentre la Germania, con estrema lentezza, sembra mettere in discussione i dogmi economici che hanno caratterizzato la sua egemonia in Europa negli ultimi decenni (qualcuno si ricorda della Grecia abbandonata, da sola, al suo destino nel 2015?) ci pensa la Spagna a rompere il fronte presentando una manovra economica in puro stile keynesiano con, udite udit, al suo interno, la patrimoniale.
Il paese iberico si trova a fronteggiare lo stato dell’epidemia molto simile a quello italiano. Nella giornata di ieri, 27 ottobre, si sono contati 267 morti e la cifra di decessi giornalieri si mantiene ormai costantemente superiore alle cento unità.
Dicevamo della manovra di bilancio.
Si tratta di una finanziaria potentemente espansiva con investimenti sulla sanità (che, guarda caso, è di competenza delle regioni come in Italia), sulla casa, sulla cultura/istruzione e sulla transizione ecologica.
C’è poi la ciliegina finale sulla torta con l’introduzione della patrimoniale sui redditi di più di 10 milioni e una tassazione di almeno il 15% per le società immobiliari.
Questo in Spagna, mentre l’Italia cincischia sul MES.
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