Anche in piena pandemia la Lega non perde occasione per sciacallare sui più poveri

Questa mattina dopo una serie di sgomberi organizzati dalle Forze dell’Ordine in viale Molise, la Lega Nord capeggiata da Silvia Sardone non ha perso occasione per mettere in scena la solita opera di sciacallaggio mediatico. Condividiamo il comunicato di Macao in merito a quanto accaduto, spazio sociale che si trova a poche decine di metri dalle palazzine sgomberate.

ZONA 4 NON SI LEGA – COMUNICATO

Ieri mattina abbiamo assistito all’operazione di sgombero delle palazzine di viale Molise di fianco a Macao. Questo sfollamento giunge in seguito a un episodio di violenza, rispetto al quale la risposta della Questura e del Comune di Milano è stata buttare in strada le persone che lo occupavano, riducendo come sempre il problema a una mera questione legata al decoro e alla sicurezza di chi ha maggiori privilegi.
Abbiamo aspettato risposte concrete da parte delle Istituzioni per mesi e non possiamo più tollerare che l’unica reazione arrivata sino ad ora sia consistita in sgomberi improvvisi e pulizia sociale, senza tener conto delle differenti condizioni di difficoltà e disagio presenti, nascondendo la polvere sotto il tappeto.
La realtà dei fatti, però, è un’altra!
Il fronte delle Palazzine Liberty si trova all’interno della più grande area urbana abbandonata d’Europa, messa a bando dal Comune chiedendo di presentare progetti a basso impatto ambientale, ma imponendo condizioni economiche svantaggiose a meno di non voler poi attrarre sul territorio solo chi può permettersi alti standard di spesa, noncuranti né delle esigenze reali del quartiere né delle risposte che Macao sta portando avanti tramite attività di mutualismo, solidarietà e iniziative culturali.
In questo momento storico le disuguaglianze si stanno acuendo sempre di più, la forbice sociale si sta allargando. Rispetto a questa situazione, mentre assistiamo alla sordità e alla cecità delle istituzioni, come collettiva Macao crediamo nella necessità di fornire un’alternativa dal basso che tenga in considerazione e non ignori le disparità sociali.
Non accettiamo che si perpetuino episodi di violenza, ma questo non significa che intendiamo criminalizzare le persone occupanti come dimostra di fare la Lega, in cerca di facili consensi per la campagna elettorale dopo i palesi e ripetuti fallimenti nella gestione sanitaria lombarda della pandemia.
Siamo consapevoli che lo stato attuale delle palazzine e delle persone che le occupano sia il frutto della mancanze delle Istituzioni che non vogliono e non riescono a prendersi carico di questi problemi e bisogni, così come ci è ormai chiaro il consueto gioco dei leghisti e di altri partiti politici che fomentano facile odio e razzismo sistemico senza mai cercare soluzioni davvero valide per tutte le parti coinvolte, alimentando la narrazione tossica di persone di serie A e persone di serie B.
Come collettiva Macao, fin dai primi giorni di occupazione e soprattutto dallo scoppio della crisi socio-economica provocata della pandemia, ci mettiamo in gioco in prima persona attraverso:

> Iniziative solidali, come l’esperienza della Brigata Ho Chi Minh – Zona4 attraverso la quale abbiamo fornito supporto di beni primari alla nostra zona, come derrate alimentari, materiale didattico e ricreativo e dispositivi di protezione igienico-sanitaria, là dove non sono mai arrivati gli aiuti delle Istituzioni e del Comune;

> lo Spazio di cura e ascolto – Care desk, uno sportello di primo ascolto e primo orientamento per le donne e per le soggettività che subiscono violenze di genere. Nel corso della pandemia, infatti, sono aumentate le violenze domestiche e le situazioni di difficoltà psicologica per tante individue che sono state costrette a vivere in case e ambienti non sicuri;

> lo Sportello di Tutela Legale sul Lavoro, con cui proviamo a far fronte all’aumento esponenziale della disoccupazione e del livello di povertà generale che ha lasciato numerose persone sole nell’intricata trama burocratica tra ristori e sussidi chiaramente insufficienti a contenere i danni provocati dalla mala gestione di un sistema lavorativo in crisi da anni;

> EBONY carpentry, una falegnameria gestita operativamente da migranti e richiedenti asilo che, attraverso la realizzazione di manufatti in legno, permette l’attivazione sociale di un insieme di soggettività che vivono in un contesto di disagio anch’esso risultato di politiche miopi e di un sistema di accoglienza assassino (vedi, ad esempio, i lager legalizzati meglio noti come CPR, uno dei quali presente anche nella Milano aperta e multiculturale di Sala);

> Tutti gli spazi laboratoriali e di produzione a sostegno di artist*, musicist* e student*. Spazi aperti e gratuiti nei quali convivono pratiche di sperimentazione e condivisione dei saperi e momenti di promozione e produzione culturale quali: sala prova musica e teatro, cinema, caffè letterario, serigrafia, hacklab, maglieria e tattoo.
Zona 4 non si Lega, ma agisce quotidianamente nel mantenimento di processi di mediazione, sostegno, mutuo aiuto e primo soccorso. Macao non vuole più tacere di fronte a chi, pur sapendolo, tenta di nasconderlo e di fare facile propaganda anche sulla nostra pelle. Sarebbe ipocrita negarlo: la situazione nelle palazzine di viale Molise non si è di certo risolta ieri con l’ennesimo intervento-spot di chi preferisce mostrare i muscoli alle persone in difficoltà rispetto al prendersene cura.
Un quartiere sicuro lo costruiscono insieme le realtà e le persone che lo vivono e lo attraversano: noi proseguiamo il nostro invisibile lavoro e chiediamo al quartiere e a chiunque vuole darci una mano di contattarci. Qui siamo e qui restiamo”.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *