Formigoni: Power to the headmasters! … Ehm..ma … dove sono?
E come potrebbe essere altrimenti?
Dopo un anno di completa incertezza, proposte spot, proposte pericolose, decisioni non prese o prese subdolamente, l’anno scolastico 2012 – 2013 apre con l’ennesima polemica:
le scuole lombarde iniziano, ma senza presidi.
Una vicenda tutta italiana, un concorso annullato perché facilmente raggirabile: “nomi astrattamente leggibili”, buste trasparenti e semplici favoreggiamenti.
Impazzano le accuse. La Regione come al solito si mette sul piedistallo dei puri e nega qualsiasi peccato. Formigoni punta il dito contro la mala gestione romana: il ministero deve pagare tanto disagio!
Da Roma nessuna ammissione di colpa. Il Ministro Profumo glissa il problema e annuncia la progressiva abolizione delle graduatorie e l’accesso alla professione dell’ insegnamento tramite, udite! udite!, un concorso.
La confusione però rimane e a farne le spese saranno studenti e studentesse ed insegnanti, nonché quei e quelle presidi che si trovano ad essere divisi tra due scuole.
Siamo al colmo.
Prima la calamità Gelmini, poi il decreto Profumo, ragionato esclusivamente in termini di bilancio e non di qualità, infine la proposta del nostro amato Presidente della Regione Lombardia che ipotizzava addirittura la diretta assunzione degli insegnati ad opera degli istituti scolastici grazie alla promozione di presidi manager che avrebbero diretto la scuola manco fosse la Coca – Cola e ora ci tocca assistere all’assenza dell’imprenditore o imprenditrice. ( Vedi: Legge regionale n. 7 del 2012 per un reclutamento diretto da parte delle istituzioni scolastiche autonome).
Nel frattempo, le famiglie si trovano ad affrontare la classica spesa di inizio anno…a Milano con una novità in più: basta aiuti.
I duecento euro di buono per l’acquisto dei libri di testo verrà dato quest’anno solo a coloro il cui valore non supera i 15mila euro annui.
Il Ministero aveva decretato un aumento massimo per la spesa scolastica di inizio anno di 44 euro, cifra superabile e superata da molti istituti, basti pensare ai libri cosiddetti facoltativi, all’obbligo di comprare le nuove edizioni, al disagio di rigidi limiti sul copyright.
Insomma, tra presidi mancanti, raggiri, riduzione degli aiuti e disagio, la scuola rinizierà tra le polemiche e il malfunzionamento.
La parola spetta ora agli studenti ed alle studentesse ed alle loro famiglie.
Speriamo di vederne delle belle.
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