Il gioco dell’OCA

Per raccontare una storia, a volte, è meglio partire dalla fine, in questo caso dal fatto che oggi è stato svelato il vincitore del bando OCA (Officine Creative Ansaldo): Barley Arts (qui trovate la notizia ufficiale). Per molti si tratta di un risultato scontato: meno scontato, forse, è il percorso che ha prodotto questo risultato. Proviamo, quindi, a tracciare una breve cronistoria.

Il 10 ottobre 2012 il Comune di Milano pubblica il bando per l’assegnazione degli spazi delle Officine Creative Ansaldo (OCA) (e qui trovate il bando). Riassumendo i contenuti di questo bando tanto atteso si può dire che: il Comune mette a disposizione alcuni spazi dell’Ansaldo (in particolare i padiglioni 12, 13, 31, 32) chiedendo in cambio al possibile gestore la capacità di presentare un progetto multiculturale che possa favorire “l’imprenditorialità giovanile”, valorizzare e sostenere “la creatività femminile nonché e quella di soggetti appartenenti a categorie “disagiate””. Inoltre, il gestore dovrà essere in grado di accogliere i progetti che nel frattempo il Comune sta raccogliendo da numerose associazioni e singoli,  oltre ad alcuni grandi eventi programmati dal Comune stesso. Il Comune non offre soldi, ma permette al gestore di ricavarne da bar o bookshop o simili (non dall’affitto degli spazi, però, perché i soldi dell’affitto vanno al Comune). Tutto questo per cinque mesi, a partire dal 1 novembre (NB: il bando scade il 23 ottobre).

Il 23 ottobre, data di scadenza del bando, vengono presentati 3 progetti: uno di Barley Arts, uno di un’ATI composta da esterni, OppostiConcordi e Elita e uno di M. Seventi srl.

il 26 ottobre viene presentata all’Acquario Civico la delibera sui bandi: l’assessore Boeri, uno dei promotori, dichiara che nel bando OCA verrà dato ampio spazio all’autogestione.

Il 30 ottobre viene annunciata la vittoria di Barley Arts, il cui progetto per lo spazio OCA verrà annunciato nei prossimi giorni.

Barley Arts è una delle più grandi agenzie d’organizzazione eventi d’Italia (basti pensare che nel suo carnet di recenti concerti organizzati a Bruce Springsteen, Ac/Dc e Ben Harper), e il suo patrono, Claudio Trotta, era candidato in una delle liste in appoggio a Pisapia alle ultime elezioni comunali. Un soggetto che ha poco a che vedere sia con l’autogestione sia con l’imprenditorialità giovanile. Sono sicuramente dei professionisti del settore eventi, e tra quelli più attenti dal punto di visto culturale.

Tutta questa vicenda mostra molte cose, prima fra tutte come NON vorremmo che funzionassero i bandi del Comune.  La storia di questo bando mostra, infatti, una serie di contraddizioni non sciolte: innanzitutto non si può pensare di proporre un bando aperto, libero e non scontato per uno spazio enorme come l’OCA il 10 di ottobre con scadenza il 23 e inizio attività il 1 novembre. E questo per la semplice ragione che solo associazioni o società molto grandi e radicate possono permettersi di programmare 5 mesi di eventi culturali in 20 giorni. Forse il Comune avrebbe potuto far uscire il bando in estate, lasciando il tempo di organizzare un progetto a molte realtà che lavorano a Milano e che ne animano la scena culturale. oltretutto organizzare 5 mesi di attività in 20 giorni non può che portare a riciclare cose già fatte e già viste, senza alcuna innovazione.

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4 risposte a “Il gioco dell’OCA”

  1. 999 ha detto:

    Complimenti per il pezzo. Una nota il bando per Oca prevedeva che la società di gestione avesse una serie di garanzie economiche. Stiamo parlando di 400mila euro all’anno.
    Una cifra fuori portata per qualsiasi associazione culturale o realtà informale. Ecco perchè al bando hanno partecipato solo in tre. Tre soggetti privati e commercialemente affermati sul territorio. Nel frattempo per i soli tre giorni “anti macao” di inaugurazione si sono giocati 50 mila euri (tra esterni e compagnia bella).

  2. Ridateci Scalpelli !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ha detto:

    E io sono uno di quelli che ha contestato ai tempi la fabbrica del Vapore…
    Boeri prometteva Obrist e ci rifila i soliti businessmen della Barley…

  3. […] Dopo una prima fase di sperimentazione e workshop il comune ha inserito lo spazio di via Tortona all’interno dei famosi bandi di assegnazione di spazi. Teoricamente il bando per OCA era stato pubblicizzato tra quelli dedicati alle piccole esperienze e alle autogestioni, peccato che tale bando fu poi vinto da Barley Arts il 30 ottobre 2012 . […]

  4. […] dello spazio. Ovvio che a vincere sia stato un colosso dell’organizzazione di eventi come la Barley Arts. Nulla di male, ma le premesse/promesse dell’amministrazione erano state altre, quelle di uno […]

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