L’antiproibizionismo è una cosa seria! – A proposito della canea mediatica sulla THC Fest

 

Lo spettacolo desolante apparso agli occupanti del primo Lambretta in Piazza Ferravilla il primo giorno di occupazione… Decine e decine di siringhe abbandonate ovunque in quella che, prima dell’opera di riqualificazione portata avanti degli occupanti, era una gigantesca piazza di spaccio e consumo di eroina.

L’antiproibizionismo è una cosa seria. Anche fare giornalismo è una cosa seria.

Il compito della redazione di un quotidiano dovrebbe essere quello di informare e non di cavalcare dubbi e paure della cittadinanza per offuscare l’incapacità di affrontare temi seri con la dovuta cura.

Ieri erano titoli da Terzo Reich sui migranti, oggi tocca al tema del proibizionismo, un tema, tra l’altro, che offre molti spunti di discussione e informazione, se non altro perché non si tratta di un tema “da drogati”, bensì di una questione che riguarda il benessere sociale e, se avessimo dei governi lungimiranti, anche quello economico.

Libero, Giornale e prima Milano Today, invece, scelgono di trattare il tema screditando chi invece prova ad aprire un dibattito rispetto alla legge, al valore dell’ auto-produzione, alla discussione ormai storica sulle droghe leggere, all’uso ludico ma responsabile, ad altri impieghi della cannabis…

Questi sono i punti di visti da cui abbiamo scelto, da 4 anni a questa parte, di parlare di cannabis e proibizionismo. La “THC FEST”, come abbiamo chiamato l’evento, è una reale occasione di confronto sul tema e rappresenta oggi una buona proposta di sensibilizzazione e informazione sull’argomento nella città di Milano. In questi 4 anni abbiamo invitato parlamentari ed avvocati, medici ed esperti con cui abbiamo avuto occasione di crescere intellettualmente e arricchire chi ha preso parte ai diversi workshop e laboratori. La serata che chiude la giornata è un modo per stare insieme, con buona musica e con la possibilità di consumare cannabis (solo cannabis) con dei limiti sani, lontani dalle logiche dello spaccio (lo spaccio è bandito e noi non venderemo cannabis all’interno dello spazio o fuori ) e con la consapevolezza che il prodotto non è trattato o alterato.

Gli articoli che parlano di noi marciano in modo scorretto sulle lamentele di una piccola parte di vicinato, che non ha evidentemente compreso il significato dell’iniziativa e a cui diciamo ora che lo spazio in via Val Bogna è uno spazio sempre aperto dove si può avere un confronto diretto. Speriamo di vedere qualcuno di voi stasera alla serata benefit per la Striscia di Gaza (uno dei nostri tanti progetti)!

Ai giornalisti e alle redazioni diciamo invece che se facessero più informazione rispetto a quello che le mafie fanno sul territorio con il narcotraffico e su quanto il proibizionismo contro la cannabis aumenta il giro di affari della criminalità organizzata, farebbero forse un migliore servizio alla società.

A chi pensa di poterci attaccare perché siamo in una condizione di illegalità per via dell’occupazione spieghiamo che, in una città dove la speculazione edilizia arricchisce sempre i soliti, dove non c’è un piano reale sulle case popolari, dove gli spazi vuoti sono decine di migliaia, ma si continuano a costruire palazzoni da miliardi di euro, non solo l’occupazione è legittima, ma ancora più legittimo usarla per dare servizi a prezzi popolari o gratis…e allora sì! Siamo colpevoli di offrire una palestra popolare degna di una Virgin, sì, diamo lezioni di ballo…e ci divertiamo!, e sì, faremo anche un cineforum, aperitivi e cene che si possono permettere tutti e tante altre bruttissime cose…

Per tutti questi motivi rivendichiamo il nostro lavoro sull’antiproibizionismo, come tutti gli altri percorsi che portiamo avanti…e, se avete voglia di proporre o condividere…

…siamo in via Val Bogna 10.

Csoa Lambretta

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