Milano diventi la prima città decarbonizzata

Clima bollente. In 30mila sotto la Regione. C’è chi ha saltato l’interrogazione: la recupererò, è più importante essere qui.

«Salvini, Trump, Bolsonaro: negazionisti». Sotto al palazzo della Regione Lombardia gli attivisti di Fridays For Future lasciano tre fantocci con le facce dei tre politici e di fianco un grande striscione: «Lombardia regione più inquinata d’Italia. A Milano 600 morti l’anno per l’inquinamento».

Ancora una volta i giovani attivisti per il clima chiedono cambiamenti radicali alla politica e di passare dalle parole ai fatti per contenere il surriscaldamento globale nei limiti fissati dall’ultima conferenza sul clima di Parigi. Nel frattempo raccontano cosa fanno loro per limitare l’impatto sul pianeta: «Abbiamo chiesto di fare la raccolta differenziata anche a scuola, ci troviamo a guardare documentari su clima e ambiente, leggiamo report scientifici», raccontano. «Io dico ai miei genitori di non usare l’auto, almeno in città!», dice una ragazza di 15 anni.

Trentamila studenti ieri in piazza a Milano, la metà di quanti avevano partecipato due mesi fa al primo global strike for future, segno che l’entusiasmo c’è, ma non è semplice mantenere un livello di partecipazione e mobilitazione alto. Gli studenti cantano «co-come mai, co-come mai, i soldi per l’ambiente non ci sono mai» sulle note di quell’inno intergenerazionale che è L’amour toujours di Gigi D’Agostino, e poi cori contro il capitalismo e la società fossile.

Sono orgogliosi di aver portato il Comune di Milano a dichiarare lo stato di emergenza climatica, prima città ad averlo fatto in Italia. Ora però giustamente chiedono che non rimanga una dichiarazione di principio, «vogliamo che Milano diventi un comune decarbonizzato e che rispetti gli impegni presi», dice Miriam, 16 anni e tanti venerdì alle spalle di scuola saltata. Ieri anche lei avrebbe dovuto fare un’interrogazione, siamo a fine anno e in tanti sono alle prese con verifiche e interrogazioni di fine anno. «Essere qui però è troppo importante – dice – l’interrogazione la recupererò, per il clima non c’è tempo da perdere».

Ad aprire la manifestazione il risciò che aveva aperto anche la manifestazione del 15 marzo scorso. Negli interventi viene ricordato quanto fatto alcuni giorni fa dai collettivi studenteschi: l’occupazione degli uffici centrali dell’Enel a Milano.

Gli studenti hanno passato la notte negli uffici della società protestando contro le centrali a carbone. «Abbiamo chiesto un incontro pubblico all’Enel per parlare di energia e impatto sul clima, vedremo se riusciremo a farlo. Intanto non ci hanno detto quando chiuderanno le centrali a carbone attive in Italia e quando smetteranno di estrarre energia dai combustibili fossili», racconta Sergio di «Tempo Zero».
In serata poi, come due mesi fa, Milano ha raddoppiato con una manifestazione cittadina per tutti quelli che la mattina lavoravano. In corteo associazioni e collettivi: Legambiente, Mani Tese, Extinction Rebellion, Fuorimercato, Amnesty, centri sociali e altre sigle.

C’erano anche una decina di bici gialle di Ofo «liberate» da quelli del laboratorio Off Topic. Il Comune di Milano ha revocato settimane fa l’autorizzazione alla società cinese di free floating perché non rispettava alcuni termini del contratto e per strada sono rimaste abbandonate centinaia di biciclette gialle, gli attivisti le hanno sloggate mettendole a disposizione di tutti.

di Roberto Maggioni

dal Manifesto del 25 maggio 2019

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